La notizia più importante la diffonde l’Ente Risi, facendo sapere che, «con una nota trasmessa il 04/02 dal Ministro degli Affari Esteri Luigi Di Maio al Presidente dell’Ente Carrà, la Farnesina comunica di aver contestato la mancata introduzione del riso nell’elenco dei prodotti cambogiani che pagheranno dazio al loro ingresso in Europa e di aver chiesto formalmente alla Commissione europea, in data 23/01/2020, di modificare in tal senso la copertura della sospensione tariffaria». E’ l’ultimo atto, ultimo solo in ordine di tempo, della crociata proclamata contro la Commissione europea, allorquando Bruxelles ha deciso di escludere il riso dalle materie prime su cui verrà revocata la direttiva Eba, con la scusa che per il riso è già attiva una clausola di salvaguardia.
Lettera ad Ursula
Una scelta contro cui si sono schierate le Regioni, allertate dall’Ente Risi, e i sindacati agricoli. Sembra che la mobilitazione di Di Maio, ad esempio, sia frutto del pressing di Confagricoltura, il cui presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti ha scritto alla presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen e ai commissari per il Commercio Phil Hogan e per l’Agricoltura Janusz Wojciechowski per chiedere il ripristino dei dazi anche per tutte le tipologie di riso importate dalla Cambogia, dal momento che si tratta di un prodotto particolarmente sensibile per il nostro mercato. «Confagricoltura ricorda che a gennaio scorso la Commissione europea ha constatato la effettiva violazione di alcuni diritti fondamentali da parte del Regno della Cambogia e, in base alle informazioni ad oggi disponibili, avrebbe intenzione di adottare una sospensione temporanea delle agevolazioni tariffarie previste in base al regime “tutto tranne le armi” per alcuni specifici prodotti originari di tale Paese». Nella lista tra i prodotti agricoli sarebbe stato inserito lo zucchero, ma non il riso. Ciò perché tale prodotto sta già beneficiando della clausola di salvaguardia attivata lo scorso anno. «Si tratterebbe – sostiene Giansanti – di una esclusione immotivata. La sospensione delle agevolazioni per violazione di diritti fondamentali non può essere spacchettata per prodotto. Peraltro, la clausola attualmente applicata è temporanea, in quanto scadrà nei primi mesi del 2022; parziale in quanto limitata al solo riso lavorato e semilavorato di tipo Indica; e decrescente, nel senso che prevede un graduale azzeramento in tre anni del dazio ripristinato. Attualmente, infatti, è applicato un dazio di 150 euro a tonnellata, inferiore al dazio convenzionale che è pari a 175 euro a tonnellata».
Esclusione immotivata
L’Italia con 1,4 milioni di tonnellate di riso greggio prodotto e 220mila ettari investiti è il primo produttore europeo di riso e concentra la metà circa delle superfici e della produzione della UE. Motivo per cui si è mossa anche la Coldiretti che ha chiesto lo «stop alle agevolazioni doganali europee al riso che arriva dalla Cambogia, frutto di violazione dei diritti umani. Dopo aver accertato ripetute violazioni di diritti umani, civili e del lavoro in Cambogia, i vertici di Bruxelles hanno stilato una lista di prodotti, dallo zucchero alle scarpe, sui quali applicare dazi di ingresso ai confini comunitari ma senza inserire il riso del paese asiatico che è il terzo esportatore in Italia, pur essendo da anni al centro di segnalazioni legate allo sfruttamento e all’accaparramento delle terre – spiega Paolo Dellarole presidente di Coldiretti Vercelli e Biella con delega al settore risicolo -. La Commissione potrebbe decidere la sospensione del regime EBA e i prodotti a cui si applicherebbe, entro il 12 febbraio, giorno che segue la fine del periodo di un anno dall’apertura della procedura di indagine da parte dell’UE, ripetutamente sollecitata da Coldiretti». Parlamento e Consiglio avranno poi due mesi di tempo per dare il proprio parere prima dell’entrata in vigore definitiva delle tariffe doganali, non prima del prossimo agosto 2020. «Non è accettabile che l’Unione Europea continui a favorire con agevolazioni le importazioni, lo sfruttamento e la violazione dei diritti umani nell’indifferenza generale ed è invece necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri a tutela della dignità dei lavoratori, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri in vendita sugli scaffali ci sia un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro, con una giusta distribuzione del valore. Non possiamo dimenticare la questione umanitaria e sociale che grava in quei paesi, come Coldiretti Piemonte ha voluto denunciare attraverso il documentario Rice to Love del regista Stefano Rogliatti. Viste le gravi condizioni sociali e ambientali è necessario attivare al più presto la sospensione del regime agevolato EBA (tutto tranne le armi) per la Cambogia, oltre che accelerare nella procedura di indagine su Myanmar, che si auspica possa portare alla stessa conclusione» hanno dichiarato Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale. Sull’argomento è sceso in campo anche il presidente nazionale Ettore Prandini, plaudendo all’iniziativa promossa dall’eurodeputato Paolo De Castro con 32 eurodeputati italiani al di forze politiche diverse che «dopo le preoccupazioni e le sollecitazioni di Coldiretti hanno inviato una interrogazione prioritaria all’Esecutivo Ue affinché anche il riso rientri tra i prodotti che vedranno ristabilito il dazio standard con i due paesi asiatici», come recita una nota del sindacato agricolo.