I COSTI DEI RISICOLTORI ALLE STELLE
«Da oltre un anno i costi di produzione in agricoltura sono in continuo aumento. I rialzi hanno toccato punte del 300%». Così il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, a proposito dei livelli record raggiunti negli ultimi giorni dal prezzo del gas, che stanno mettendo a rischio la continuità del ciclo produttivo. Dal costo della luce a quello del carburante: a causa dei continui rialzi la cessazione dell’attività potrebbe essere definitiva.
IL PARERE DI COLDIRETTI CON DELLAROLE
Ma quali sono i rincari registrati, nello specifico, sul mondo del riso? Lo abbiamo chiesto alla Coldiretti e alla Cia. Il primo a parlare è Paolo Dellarole, presidente di Coldiretti Vercelli-Biella con delega al settore risicolo. «Se parliamo di concimi, possiamo dire che alcuni sono triplicati, altri come la calciocianamide sono raddoppiati. Se l’anno scorso si paga 55 euro, quest’anno ne chiedono 110. Altre miscele, piuttosto che l’urea, se prima si pagavano 40 euro, ora si arriva a punte fino a 120 euro. Poi dipende molto da quando uno ha comprato. Sui fitofarmaci, senza fare nomi, alcuni sono rimasti invariati o con aumenti minimi. Altri hanno subito aumenti dal 10 al 20%».
I rincari comprendono anche le bollette della corrente elettrica. «Non so quantificare il costo dell’energia – aggiunge Dellarole – perché abbiamo appena iniziato a raccogliere. Sulle bollette normali c’è stato un lieve aumento, ora sulle fasi successive di essicazione si noterà sicuramente la differenza. Dipende anche dal gestore su cui ci si appoggia. Per chi essica con il gas, e ha impianti moderni alimentati a metano, gli aumenti sono stati considerevoli. E per chi usa il gasolio gli importi sono pressoché raddoppiati: se si pagava attorno ai 65, 70 centesimi l’anno scorso, adesso siamo sui 1,30 euro. Qualcuno dice di averlo pagato quest’estate 1,50 euro».
IL PARERE CIA
Sugli aumenti dei costi di produzione e l’impatto sulla risicoltura, intervengono anche dalla Cia Lombardia. «La situazione dell’aumento dei costi di produzione è drammatica, con incrementi già iniziati, immotivatamente, tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022 a partire dai concimi. Ad oggi la situazione è la seguente: il prezzo dei concimi è cresciuto del +200%, quello del gasolio del +100%. Inoltre, se pensiamo alla difficoltà di accesso all’acqua e alla necessità per molte aziende di prelevare l’acqua con il funzionamento di pozzi o di turbine, collegati a gruppi elettrogeni o a trattori, alimentati dunque a gasolio, l’incidenza sulla produzione è ancor più elevata a confronto con l’anno scorso. Il costo che, per il momento, incide meno sulla produzione agricola e risicola, è quello dei fitofarmaci, aumentato “solo” del +2/3%. Voci prospettano che per l’anno prossimo si determini anche in tale ambito un aumento del +15%. Complessivamente si parla di un aumento dei costi di produzione dal +50% al +60%».
IN ATTESA DEL RACCOLTO DI RISO E MAIS
Chiude la panoramica la diminuzione delle rese a causa della siccità, «con zone – concludono dalla Cia – dove si è avuta una riduzione del 50-70%. Ora siamo in fase di raccolta di mais e di riso, e solo a breve potremo avere i numeri definitivi del disastro per il comparto risicolo. In ultimo, una volta effettuato il raccolto, la stangata finale arriverà per l’utilizzo degli essiccatoi alimentati a gas, gasolio o allacciati alla rete elettrica con i rincari che purtroppo già conosciamo. Una volta tirata la riga, molte aziende avranno la certezza di aver operato in perdita. Bisogna supportarle per evitare che la crisi di liquidità, i debiti contratti in passato e quelli per le spese correnti non le obblighino a chiudere i battenti. Su questo punto il governo deve intervenire tempestivamente». Autore: Roberto Maggio