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GUERRA COMMERCIALE ININFLUENTE

da | 4 Apr 2025 | NEWS

guerra commerciale

Il mercato risicolo delle ultime due sedute di borsa a Milano e Mortara conferma la tendenza alla stabilità che caratterizza questo periodo. Come in Piemonte (LEGGI) anche in Lombardia non si registrano cambiamenti nelle quotazioni e nelle dinamiche di scambio.

PREZZI INVARIATI, PER I TONDI ANCHE DOPO IL PROSSIMO RACCOLTO

La domanda si concentra prevalentemente sui risi tondi, mentre risulta debole per i lunghi A da interno. Tuttavia, il risone da risotto vendibile non è molto e chi ne disponga si trattiene dall’esporsi sul mercato, evitando che si verificano cali a listino. Sempre richiesti e scambiati i gruppi Roma e Baldo/Cammeo ai prezzi di riferimento, ormai da moltissime settimane. Per gli altri comparti l’industria acquista regolarmente il risone offerto, mai carente per gli ancora molto disponibili risi medi e lunghi A da parboiled. In questa situazione non mostrano segnali di apprezzamento i poco remunerativi 40 €/q lordi per Diva e Sunrose. Stabile anche la valutazione tra 48 e 50 €/q lordi per CL 007. Si segnala la possibilità di sottoscrivere contratti di coltivazione per Leonardo, con pagamento basato sulla media dei massimi dei listini nel corso della campagna.

Ancora difficoltà ad ottenere 55 €/q lordi per i lunghi B, nonostante sia questo un prezzo raggiunto di recente e le prospettive di mercato siano invariate. Per i tondi le quotazioni sono tutte confermate: Selenio 65 €/q lordi, Araldo e Omega 50, il gruppo Centauro, CL18, Sinfonia, Fortunato 55. Prezzi identici sono ottenibili anche per il risone del prossimo raccolto, con contratti di coltivazioni proposti per le varietà Omega e Araldo a 50 €/q lordi e per Centauro a 55.

LA GUERRA COMMERCIALE INFLUISCE SUL RISO ITALIANO?

Sul fronte internazionale, Ente Risi rende nota la decisione dell’amministrazione Trump di imporre un dazio supplementare del 10% sul riso importato dall’Unione europea a partire dal 5 aprile, con un ulteriore aumento al 20% dal 9 aprile. L’Ue, dal canto suo, potrebbe non rinnovare la sospensione, in vigore dall’1 gennaio 2022, dei dazi sul riso statunitense, reintroducendo dal 15 aprile una tariffa del 25%. Va sottolineato che per la filiera risicola nazionale gli Stati Uniti non sono un polo di scambio fondamentale, né in entrata né in uscita. Tuttavia, l’effetto di questo possibile scambio di dazi rischia di essere più negativo per i risicoltori. Nelle rappresentazioni di Ente Risi, infatti, gli Usa rientrano nella voce “altri” tra i Paesi che esportano verso l’Italia, avendo dunque un ruolo marginale nella competizione con i risicoltori italiani per l’approvvigionamento delle riserie.

Gli States hanno però una posizione più importante come importatori. Sono il quarto mercato di destinazione per il riso lavorato venduto dall’Italia a Paesi terzi, con una quota del 6% sul totale esportato (fonte RisoNews). Certo sarà difficile percepire una riduzione di questa domanda nel contesto di mercato generale. Nell’ultimo bilancio di collocamento le esportazioni verso Paesi Terzi hanno rappresentato il 13% del totale collocato, quindi la porzione di riso collocata negli Usa sul totale è meno dell’1%. Autore: Ezio Bosso Puoi seguirci anche sui social: siamo su facebook, e linkedin. Se vuoi essere informato delle novità, compila il modulo newsletter e whatsapp presente in home page. Se vuoi leggere ricette trovi tutto su http://www.risotto.us. Se coltivi anche grano leggi www.granoitaliano.eu.

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