In Thailandia la siccità minaccia diverse province del nord-est: a rischio sono Roi Et, Maha Sarakham e Yasothon. Alcune parti del fiume Chi a Yasothon sono già in secca e l’acqua nella diga Wang Yang di Maha Sarakham sta per finire. Songwut Kitworawut, che gestisce un progetto di irrigazione nella provincia di Khon Kaen, afferma che diverse comunità delle province nord-orientali hanno chiesto che venga rilasciata più acqua dalla diga di Ubolrat per aiutarli a far fronte alla stagione secca in corso, ma l’invaso è ora appena al 29% della sua capacità. Attualmente infatti sono rimasti 699 milioni di metri cubi d’acqua, di cui solo 117,6 (pari a circa il 5% della sua capacità totale) possono essere utilizzati solo 117,6. Il resto deve essere mantenuto per sostenere la struttura.
Il vice direttore generale del Dipartimento di Irrigazione Reale, Dr Taweesak Thanadechophol, ha dichiarato che le dighe medie e grandi del Paese hanno avuto un totale di 26.758 milioni di metri cubi d’acqua il 1 ° marzo. Di queste, le quattro principali dighe sul bacino del fiume Chao Phraya avevano solo 7.907 milioni di metri cubi di acqua per l’utilizzo. A partire dal 1 ° marzo, le aree irrigue del paese avevano già utilizzato il 62% del totale consentito e tale cifra è salita al 76% per l’area del bacino del fiume Chao Phraya. Sarebbe necessario , secondo il fuzionario del dipartimento di irrigazione, controllare rigorosamente l’utilizzo dell’acqua nelle aree in cui le dighe chiave sono già scese al di sotto del 30%. Queste erano le dighe Ubolrat, Thap Sela e Krasiao. L’acqua a questo punto va preservata per il consumo umano e la protezione ecologica. Altre 17 grandi dighe sono ora piene tra il 30 e il 60 per cento. «Le persone che vivono in aree che si basano su queste dighe – ha concluso – dovrebbero aiutare a risparmiare acqua, coltivando solo colture che usano poca acqua, e dunque evitando di piantare il riso durante la stagione secca». Sono state formate poco meno di cinquemila squadre per aiutare dove necessario nelle aree colpite dalla siccità. Autore: Manuela Indraccolo