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GRANDINE GUASTAFESTE

da | 1 Ago 2016 | Tecnica

luigimarianiIl mese di luglio si è contraddistinto per condizioni tipicamente estive e pienamente conformi alla norma del periodo. A testimonianza di ciò si riporta la carta media del livello di pressione di 850 hPa del periodo 1-26 luglio (figura 1 – fonte NOAA) che mostra un promontorio dell’anticiclone delle Azzorre espanso longitudinalmente dal Vicino Atlantico verso l’est Europa e che è delimitato grossomodo dalla banda di colore verde più chiaro. Dalla carta circolatoria emerge anche che le fresche e umide correnti atlantiche hanno insistito a Nord delle Alpi. Figura 1 - 850 hPa media luglio 2016-4Tali correnti si sono tuttavia periodicamente spinte verso il bacino padano con alcune irruzioni di aria fredda nella media troposfera (al di sopra dei 3000 metri di quota e cioè dello spartiacque alpino) che si sono tradotte in episodi temporaleschi più o meno rilevanti, che hanno poi trasferito l’aria fredda fino al suolo. Di tali irruzioni rende ragione la figura 2 ove si riportano gli andamenti delle temperature massime giornaliere (fascio di linee più in alto) e delle minime giornaliere (fascio di linee più in basso) per le stazioni di Torino Caselle (TO), Novara Cameri (NO),  Milano Linate (MI) e Verona Villafranca (VR) (elaborazioni dell’autore su dati NOAA Gsod). Si noti che l’irruzione più importante è quella di metà mese (periodo dal 13 al 17 luglio).

Figura 2 - Tx_Tn diagramma MI-TO-NO-VRIn tale occasione infatti le temperature minime si sono portate sensibilmente al di sotto della norma con una minima assoluta di 10.2°C toccata il 14 luglio a Torino Caselle e Novara Cameri, di 12.6°C toccata il 16 luglio a Milano Linate e di 12°C toccata sempre il 16 luglio a Verona Villafranca. Come di norma accade in estate, i temporali sono stati localmente accompagnati da grandine.  A titolo di esempio in figura 3 si riporta l’intensità in millimetri/ora della pioggia nel bacino padano registrata alle ore 23.30 del 27 luglio dalla rete di radar elvetici (fonte Meteosvizzera – http://www.meteosvizzera.admin.ch/).

Figura 3 - 27 luglio ore 23.30 - Attività temporalesc a nel bacino padano descritta dai radar elvetici - fonte Meteosvizzera-2

I dati nelle tabelle 1 e 2 mostrano che questo tipo di configurazione si è tradotta in temperature massime e minime grossomodo nella norma  e in una piovosità per le tre macroaree mediamente inferiore alla norma anche se il carattere temporalesco assunto dalle piogge si è tradotto in una sensibile variabilità spaziale delle stesse.

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Riflessi sulla campagna risicola

Per quanto concerne il decorso fenologico del riso è da segnalare una variabilità piuttosto ampia nello sviluppo delle coltivazioni, in larga misura dipendente da una “finestra” nell’epoca di semina che negli anni più recenti arriva a circa due mesi (da inizio aprile a fine maggio). Pertanto attualmente si trovano appezzamenti in fioritura accanto ad altri che hanno da poco iniziato la levata. Lo sviluppo complessivo della coltura ha tratto giovamento da temperature per lo più nella norma della prima e della terza decade del mese, accompagnate da buone escursioni termiche giorno – notte (essenziali per il trasferimento dei prodotti della fotosintesi) e buoni livelli di radiazione.

Qualche preoccupazione deriva dal calo termico di metà luglio, in particolare per le coltivazioni che si trovavano nella delicata fase di differenziazione del polline, in coincidenza con la quale temperature inferiori ai 14°C possono dar luogo a sterilità fiorale maschile con conseguente mancato sviluppo della granella (scatolatura). Le prossime settimane consentiranno di valutare la consistenza di eventuali danni.

Uguale attenzione andrà rivolta al monitoraggio delle malattie fungine, che potrebbero trovare condizioni favorevoli nelle situazioni di prolungata bagnatura della vegetazione e di elevata umidità relativa verificatesi a seguito dei temporali con pioggia.

Circa gli eventuali danni da grandine si ricorda che la loro stima è sempre complessa quando gli stessi si verificano in prossimità della spigatura del riso.

Infine sul fronte della disponibilità idrica, che fu fonte di preoccupazione a inizio stagione, gli apporti precipitativi registrati e il decorso fenologico anticipato di colture come soia e soprattutto mais (la cui stagione irrigua appare è in molti casi prossima alla conclusione) sembra prospettare – salvo eccezioni a carattere locale – un decorso piuttosto “tranquillo” dell’ultima fase della campagna irrigua. Autore: Luigi Mariani, Museo Lombardo di Storia dell’Agricoltura e Università degli Studi di Milano – Disaa. In collaborazione con Flavio Barozzi, agronomo.

 

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