La “telenovela Glifosate” si arricchisce di una nuova puntata. Il 16 agosto scorso il Ministero della Salute, con apposito Decreto Dirigenziale, ha modificato l’elenco dei prodotti commerciali contenenti la sostanza attiva Glifosate ed il coformulante ammina di sego polietossilata (o tallowamine) la cui autorizzazione alla commercializzazione ed all’impiego viene revocata a far tempo dal 22 agosto 2016.
La rettifica si è resa necessaria in quanto, sulla base delle comunicazioni e delle documentazioni tecniche inviate alla Direzione Generale del Ministero da parte delle ditte produttrici, alcuni prodotti fitosanitari erroneamente revocati non contengono in realtà l’ammina di sego polietossilata come coformulante, mentre altri, inizialmente esclusi dalla revoca, risultano contenere il coformulante ritenuto pericoloso per la salute.
Il nuovo elenco “rettificato” dispone la revoca di 68 formulati commerciali (contro 84 del decreto del 9 agosto), con il “ripescaggio” di alcuni prodotti che erano stati erroneamente esclusi e la proibizione di altri che, nel decreto originario, erano stati erroneamente “salvati”.
Nel contesto attuale, effettivamente abbastanza confuso, può essere utile per chi fosse interessato a conoscere la situazione autorizzativa dei vari prodotti contenenti Glifosate accedere alla Banca Dati dei prodotti Fitosanitari consultabile dal sito internet del Ministero della Salute. Che allo stato risulta la fonte più aggiornata, ed ovviamente ufficiale, per reperire indicazioni sui prodotti revocati, su quelli autorizzati e su quelli ri-registrati per effetto del decreto “correttivo” del 16 agosto.
Il link di accesso è http://www.fitosanitari.salute.gov.it/fitosanitariwsWeb_new/FitosanitariServlet : da qui, digitando “glyphosate (glifosate)” nel riquadro “sostanza attiva” ed avviando la ricerca si possono aprire 6 pagine con l’ elenco di tutti i formulati commerciali contenenti Glifosate e la loro relativa situazione autorizzativa (che ovviamente per gran parte di essi porta la dicitura “revocato”). E’ raccomandabile prestare attenzione ad alcuni casi di “quasi omonimia” tra formulati commerciali dal nome simile (a volte la differenza viene fatta da una lettera, una sigla o un numero) di cui magari uno è autorizzato ed uno o più sono vietati.
Il decreto del 16 agosto lascia invariati i termini per lo smaltimento delle giacenze dei prodotti revocati, suscitando le perplessità di Confagricoltura il cui presidente Mario Guidi in un comunicato auspica “…tempi più lunghi, come già successo in altri Paesi europei”.
Inoltre il decreto del 16 agosto non fornisce alcun chiarimento sulle modalità di rietichettatura dei formulati commerciali contenenti Glifosate prevista dal decreto precedente. Il confronto in atto sull’ argomento, anche con il coinvolgimento di agronomi operanti sia nelle ditte agrochimiche che nelle istituzioni, non può giungere ad una soluzione univoca in assenza di una chiara definizione da parte del Ministero di un enunciato che si presta ad interpretazioni diverse, che potranno dar luogo a comportamenti diversificati sul territorio, soprattutto da chi è deputato al controllo. Sembra chiarirsi che per le scorte giacenti dei prodotti revocati l’ impiego potrà avvenire dopo che le ditte produttrici avranno fornito all’ utilizzatore finale (per tramite delle ditte distributrici) le nuove etichette, che comunque dovrebbero essere preventivamente sottoposte entro il 5 settembre al visto del Ministero della Salute ed essere consegnate per la distribuzione entro il 20 settembre. Analoga procedura dovrebbe tuttavia applicarsi ai prodotti che conservano l’ autorizzazione ma che recano in etichetta modalità di impiego (dall’ uso in ambito extra-agricolo nelle aree frequentate dalla popolazione ecc., fino all’ impiego agricolo in pre-raccolta) che sono state revisionate dal decreto del 9 agosto.
Nel quadro di sostanziale incertezza determinato dalla scarsa chiarezza della norma sembra opportuno raccomandare massima prudenza nell’ effettuazione e nella registrazione di eventuali trattamenti in questo orizzonte temporale. Circostanza che non riguarda ovviamente la coltura del riso, ma che assume rilevanza, ad esempio, per chi attua tecniche di “agricoltura conservativa” per la semina dei cereali autunno-vernini (tra l’ altro incentivate dalle misure agro ambientali dei vari PSR), in cui l’ uso del Glifosate risulta spesso essenziale. In questi casi gli eventuali trattamenti non danno problemi se effettuati e registrati in data anteriore al 22 agosto o successiva a quando saranno disponibili le nuove etichette conformi alle prescrizioni del decreto del 9 agosto, ma potrebbero essere sanzionati se effettuati e registrati in un periodo di assenza di etichettatura legalmente valida. Autore: Flavio Barozzi, dottore agronomo – flavio.barozzi@odaf.mi.it