La “crociata” contro gli elementi agricoli del Green Deal da parte del Partito Popolare Europeo (Ppe) di centro-destra rischia di sconvolgere l’equilibrio della consolidata maggioranza pro-europea, secondo il principale eurodeputato liberale Pascal Canfin, che esorta la Presidente della Commissione Ursula Von der Leyen a intervenire. Lo riporta il sito euractiv.com, in un articolo firmato da Gerardo Fortuna e Nathalie Weatherald.
I commenti arrivano dopo la decisione del gruppo politico di centro-destra al Parlamento europeo di non sostenere più due proposte cruciali della Commissione nell’ambito del Green Deal – il regolamento sull’uso sostenibile dei agrofarmaci e la legge sul ripristino della natura – a causa delle preoccupazioni sulla sicurezza alimentare.
LE DICHIARAZIONI DELL’EURODEPUTATO CANFIN
Per Canfin, la mossa è «totalmente irresponsabile in un momento in cui l’impatto climatico sta crescendo ovunque in Europa», osservando che gli agricoltori sono le prime vittime dello shock climatico. Attaccando gli elementi agricoli delle ambizioni verdi dell’Ue, il gruppo rischia di mettere a repentaglio le fondamenta dell’intero Green Deal, dichiara l’eurodeputato liberale, che presiede anche la commissione ambiente del Parlamento europeo (Envi).
«Se il Ppe boccia il primo testo del pacchetto e respinge il secondo sugli agrofarmaci, non ci sarà più alcun accordo», avverte. In questo caso, il PPE dovrà «assumersi la piena responsabilità», ha detto, osservando che, se mai vincesse e uccidesse l’obiettivo di riduzione dei agrofarmaci insieme a quello di ripristino della natura, sarebbe interamente loro responsabilità.
Oltre alle ramificazioni ambientali, la mossa ha anche implicazioni politiche più ampie, ha detto l’eurodeputato liberale, sottolineando che, con questa mossa, il Ppe sceglie di avvicinarsi ai partiti conservatori (Ecr) e di estrema destra (Id).
APPROCCIO ANTI GREEN DEAL
«L’elemento centrale di questa strategia è l’approccio anti-Green Deal per quanto riguarda l’agricoltura», ha detto, definendolo un “elemento chiave” della strategia politica del Ppe.
Per Canfin, la domanda chiave in prospettiva è se il PPE voglia solo essere visto come un «copia-incolla della posizione dell’Ecr e dell’Id», o se sia ancora parte di un centro pro-europeo che realizza le priorità di questo mandato, incluso il Green Deal. Pur affermando che è troppo presto per dire come la mossa potrebbe rimodellare il prossimo Parlamento, l’eurodeputato sottolinea che «l’unico approccio stabile per l’Europa è l’attuale maggioranza von der Leyen».
NUOVE MAGGIORANZE ALL’EUROPARLAMENTO?
«Una maggioranza completa di destra o di sinistra è del tutto impraticabile e ingestibile, sottolinea. In quanto tale, l’allineamento del PPE con ECR e ID è “completamente contrario allo spirito della democrazia europea. Alla fine è un vicolo cieco, avverte, sottolineando la necessità di attenersi agli impegni precedentemente concordati.Ciò significa che abbiamo bisogno di una maggioranza stabile, insieme a S&d e Ppe, e lavoriamo su questo – non c’è motivo di cambiare e questo è esattamente lo schema, anche su questo argomento», aggiunge.
Sottolineando che, anche su questioni controverse come la migrazione, il Ppe sostiene l’accordo di maggioranza della Von der Leyen e vota contro l’Ecd e l’I&d di estrema destra, l’eurodeputato chiede al Presidente della Commissione, anch’egli membro del Ppe, di intervenire.
«E devo dire che ora tocca anche alla [Presidente della Commissione] Von der Leyen intervenire, perché, in fin dei conti, la domanda è: stiamo negoziando con il Ppe di von de Leyen o stiamo negoziando con il Ppe di Weber? », ha chiesto.
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