Il sindacato dei risicoltori europei è retto da un francese della Camargue, Bertrand Mazel. Gli abbiamo chiesto cosa pensa dei due candidati all’Eliseo e di come potrebbe cambiare la politica agricola francese in relazione all’elezione di Marine Le Pen o di Emmanuel Macron. Mazel (foto piccola) ci dice che «la prima ha rivelato senza ambiguità la sua visione dell’Europa: vuole fare come Londra e combattere in questo modo la globalizzazione». Lui stesso si chiede: «Questo ritorno al protezionismo radicale avrà delle conseguenze negative sulla nostra economia?» Quanto a Macron, lo definisce un «liberale di centro sul modello della Merkel, in continuità con i politici che lo hanno preceduto ed è sicuramente un candidato che incoraggia l’armonizzazione europea che attendiamo». Sul piano elettorale, Mazel prevede che la Francia si compatterà al secondo turno contro la Le Pen, come fece 15 anni fa sostenendo Jacques Chirac.
Programma di Marine Le Pen: il candidato del Fronte Nazionale vuole lasciare l’Unione europea e ha una posizione di “patriottismo agricolo”. L’idea di uscire dall’attuale Unione europea e applicare il patriottismo economico ai prodotti agricoli francesi, in particolare attraverso gli appalti pubblici, si sposa con quella di trasformare la Pac francese per supportare il modello delle aziende a conduzione familiare. Intende fissare prezzi minimi garantiti dallo Stato, prodotto per prodotto, anche superando gli aiuti e ipotizza la rottura con il modello economico basato sulla globalizzazione selvaggia del commercio e il suo dumping sociale, della salute e dell’ambiente, difendendo una vera e propria ecologia di produrre e consumare a km 0. Intende vietare l’importazione di prodotti agricoli e alimenti non conformi alle norme di produzione francesi. Propugna la protezione degli animali e vieterà la macellazione senza stordimento.
Programma di Emmanuel Macron: siamo di fronte a un centrista che unisce gli investimenti e la difesa di un’agricoltura sostenibile. Intende impegnarsi in un piano di investimenti di 5 anni e di 5 miliardi di € per ammodernamento aziendale, benessere ambientale e animale e filiera corta. Vuole riunire i rappresentanti degli agricoltori, industrie di trasformazione, vendita al dettaglio e consumatori, per definire una ripartizione equilibrata del prezzo; intende poi riformare la PAC rafforzando l’aiuto accoppiato e l’uso in chiave anticiclica; insiste su strumenti di gestione del rischio e vuole offrire ai giovani agricoltori un prestito d’onore senza richiesta di garanzia per l’importo di € 50.000. Infine, intende pagare gli agricoltori per i servizi ambientali che forniscono con una somma di 200 milioni di € l’anno, nell’ambito della PAC.