La metà di giugno è passata. Siamo a luglio. Lapalissiano? Mica tanto. Perché il giorno 22 maggio, l’Assessore all’agricoltura della Regione Lombardia Gianni Fava (foto piccola) ci dichiarava: «Il nostro Programma di sviluppo rurale verrà approvato formalmente entro la prima quindicina di giugno. Mi auguro anche prima, così come auspico che il ministero delle Politiche agricole e Agea comunichino alle Regioni i nuovi calcoli sui titoli della Pac, in modo che la Lombardia, che dal 2010 ha sempre erogato in anticipo di 5-6 mesi la Pac ai propri agricoltori, possa continuare a farlo anche nel 2015…» (http://www.risoitaliano.eu/fava-psr-tra-due-settimane/) Nessuna previsione si è avverata, purtroppo, mentre altre Regioni, come il Veneto e l’Emilia-Romagna, hanno già tagliato il traguardo dell’approvazione del Psr. La Lombardia, si sa, è in buona compagnia. In Piemonte sembra che si dia per scontato uno slittamento dei bandi Psr al 2016. Immaginate con quale giubilo da parte dei risicoltori di queste regioni.
I veneti, al contrario, possono dormire sonni tranquilli. Quanto meno, la Regione ieri ha detto di aver «accelerato i tempi per l’insediamento del nuovo Comitato di sorveglianza del Programma di sviluppo rurale del Veneto 2014-2020, convocato a Mestre, per la prima seduta, l’approvazione del regolamento interno e la presentazione dei criteri di selezione per l’approvazione dei Gruppi di azione locale in Veneto. L’approvazione del regolamento interno ha definito le modalità di gestione e di funzionamento dei lavori del Comitato di sorveglianza» recita un comunicato stampa. Che aggiunge compiaciuto: «I lavori del Comitato hanno visto anche l’intervento del rappresentate della Commissione europea responsabile della valutazione del nuovo PSR, che ha fornito alcune indicazioni e raccomandazioni generali sull’attuazione della nuova programmazione, sottolineando peraltro che il Psr Veneto approvato nelle scorse settimane risulta un programma molto equilibrato ed in linea con gli obiettivi dell’UE e le indicazioni dell’Accordo di Partenariato formulato dallo Stato italiano».
Nulla di tutto questo per la Lombardia, la Regione che avrebbe dovuto tagliare per prima il traguardo e che invece rischia di restare al pale e a secco su tutto: Psr e anticipo Pac. Confagricoltura Lombardia ha chiesto all’Assessore di «anticipare comunque» il pagamento della Pac malgrado i ritardi di Agea nella determinazione dei titoli, ma per ora Fava non risponde, non si espone, non promette. Sembra che sia in corso una vera e propria guerra politica e che lo stallo del Pirellone dipenda all’ostracismo scatenato dalle burocrazie (compresa quella lombarda?) e dal Ministero delle Politiche agricole, criticato a più riprese da Fava. Ma i risicoltori non possono accontentarsi delle indiscrezioni: la realtà è che i conti piangono. Oggi Fava, incontrando i componenti della Commissione Agricoltura in Consiglio regionale, avrebbe assicurato che «entro luglio» la Regione Lombardia emetterà i primi bandi relativi ad alcune misure del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) e in particolare quelle riguardanti gli investimenti per migliorare la competitività delle imprese agricole, come ha riferito Carlo Malvezzi, consigliere regionale del Nuovo Centrodestra, che parla «dell’arrivo a giorni di un via libera formale al nostro PSR» e ciò permetterò di emettere «dopo i bandi sulle misure 11 e 13 (rispettivamente per le aziende che si occupano di agricoltura biologica e per quelle collocate in zone svantaggiate di montagna), i bandi relativi alla misura 4.1 riguardanti gli investimenti. Il tutto entro il mese di luglio e con la possibilità di godere di una prima tranche di risorse pari a 60 milioni di euro per l’anno 2015». Dobbiamo crederci? (01.07.2015)