Tra aumento dei fertilizzanti, complicazioni delle procedure di trasporto e festività il mercato dei paesi asiatici sta per essere caratterizzato da diverse criticità.
THAILANDIA: ESPORTAZIONI +40%
MYANMAR: POVERTA’ ALL’ORIZZONTE
In Myanmar l’aumento dei costi agricoli è una grande sfida per gli agricoltori del Delta. Le Nazioni Unite prevedono che le difficoltà economiche spingeranno 25 milioni di persone nella povertà. L’aumento dei costi nel settore agricolo nazionale sta creando difficoltà finanziarie per gli agricoltori della regione di Ayeyarwaddy. Un risicoltore di Pantanaw Township ha confermato a Karen News che gli agricoltori sono ora coinvolti nel rapido aumento del prezzo dei fertilizzanti. Comprare prodotti fitosanitari e carburante per le pompe di irrigazione è sempre più oneroso.
L’agricoltore ha spiegato a Karen News che il recente aumento dei costi associati all’agricoltura sta creando difficoltà: i costi del carburante sono triplicati. Gli agricoltori sono preoccupati perché l’aumento dei costi, non corrisponde a quello del reddito. Secondo la fonte locale, nonostante i contadini vengano pagati a prezzi bassi per il loro risone, i prezzi al dettaglio del riso sono saliti alle stelle. Questo comporta che non è più possibile ottenere prestiti bancari su base regolare per progetti agricoli.
Gli agricoltori hanno ribadito che ottenere prestiti privati non è più possibile senza obbligazioni. I prestatori privati chiedevano agli agricoltori di avere garanzie in oro prima di concedere loro prestiti. I fertilizzanti importati dal mercato cinese si sono fermati e hanno spinto il prezzo. Un sacco di fertilizzante disponibile dall’equivalente di 8,2 dollari in valuta locale è salito a 10,4 dollari. Anche i prezzi delle altre materie prime sono in aumento.
CINA: TRASPORTI E FESTE ABBASSANO I TRASPORTI
Il commercio di riso e di rotture di riso alla frontiera della Birmania nel mese di dicembre ha registrato un aumento per la riapertura del varco di frontiera Kyin San Kyawt Birmania-Cina, avvenuto il 26 novembre 2021. Tuttavia, a gennaio sono stati esportati meno riso e rotture di riso a causa della festa del Capodanno cinese e dell’alto costo del trasporto secondo la nuova procedura per attraversare il confine. Le esportazioni di riso al confine di solito rallentano tra l’ultima settimana di gennaio e la metà di febbraio durante la lunga vacanza (1-15 febbraio). I commercianti di Muse si aspettano che il commercio al confine si fermerà con il capodanno cinese. Inoltre, una fonte commerciale ha confermato che il costo di trasporto a breve distanza per camion (50 tonnellate di riso) è aumentato da circa 2 mila dollari in valuta locale, registrato a novembre, all’equivalente di 5 mila dollari in dicembre. Questo è dovuto a causa della carenza di camion cinesi e di una forte domanda di camion durante la stagione delle angurie. I varchi di frontiera Cina-Birmania erano stati chiusi da luglio 2021 a causa della pandemia. Diversi varchi, tuttavia, hanno lentamente iniziato a riaprire. I varchi di confine Kyin San Kyawt e Chin Shwe Haw a Muse, nello Stato Shan, hanno riaperto il 26 novembre 2021.
CAMBOGIA VERSUS CINA
Le esportazioni della Cambogia verso la Cina hanno raggiunto 1,5 miliardi di dollari l’anno scorso con un aumento del 39% su base annua. Le sue importazioni dalla Cina sono state di 9,6 miliardi di dollari, con un aumento del 37% dal 2020, dice il rapporto The Rice di Gaotrade. I principali prodotti che la nazione del sud-est asiatico ha spedito in Cina sono riso lavorato, banane, mango, gomma secca, manioca, pesca e abbigliamento. Quello che, invece, ha importato dalla Cina sono soprattutto materie prime per l’abbigliamento, macchinari, veicoli, prodotti alimentari, elettronica, medicine e cosmetici, tra gli altri.
Da gennaio a novembre, la Cambogia ha esportato globalmente 532.179 tonnellate di riso lavorato, in calo dell’11,46% da 601.045 tonnellate. Gli acquirenti del riso lavorato cambogiano sono stati la Cina con 270.000 tonnellate, in aumento del 12,90% su base annua, i Paesi dell’Unione Europea con 134.438 tonnellate, in calo del 28,66%, i Paesi Asean con 54.350 tonnellate, in calo del 30,51% e altri mercaticon 78.147 tonnellate, in calo del 21,43%.