Nessuna novità nelle quotazioni in seguito alle sedute di borsa di lunedì e martedì in Piemonte. Non pubblicato il listino di Milano al momento in cui vi scriviamo. Le variazioni negative, seppur frutto di allineamenti, sono testimonianza di un mercato riflessivo per diverse voci a listino.
SI RISCHIA DI VENDERE IN PERDITA
Queste sono in particolare, come spiegato nelle ultime analisi (leggi), i lunghi A da parboiled ed i tondi generici. I primi risultano in calo su entrambi i documenti emessi, in tutte le loro declinazioni ancora quotate. Le varietà meno pregiate sono valutate 45 €/q lordi, prezzo riconosciuto anche allo scambio. I più apprezzati merceologicamente, ancora quotati a Novara, si attestano a 52 €/q lordi, valutazione non sempre corrisposta dall’industria, più avvezza ad offrire 50 €/q lordi, quotazione a listino venerdì. Sappiamo che in questo comparto l’offerta attuale e prevista per le prossima campagna è maggiore del consueto.
Per i tondi non si registrano nuove variazioni ma pare sempre più complesso ottenere le già poco premianti quotazioni a listino. Le proposte economiche all’acquisto per molte varietà sono attorno ai 40-42 €/q lordi. Tale remunerazione, la più bassa ad oggi sul mercato, rischia di costituire una vendita in perdita considerando i costi odierni. Anche in questo caso il problema è l’offerta sovrabbondante, con rimanenze attorno ai massimi degli ultimi 3 anni. Anche per Selenio e Centauro aleggiano voci di valutazioni inferiori a quelle ufficiali, per il momento con pochi risvolti pratici. giacenze
COLLOCAMENTO A RILENTO, NON PER I LUNGHI B GIACENZE
In generale le giacenze se consideriamo gli ultimi 10 anni, come in un’analisi proposta di recente dall’esperto di mercato di Ente Risi Enrico Losi, sono ai massimi. Gli unici dati superiori sono quelli delle campagne 16/17 e 17/18, due annate con produzioni ampiamente maggiori di quelle del 2023. Il prodotto trasferito ad oggi, infatti, nell’ultima decade è di più solo rispetto all’anno scorso, dove le disponibilità iniziali erano minori causa siccità. Ciò esprime difficoltà nel collocamento per il nostro riso, che proseguono dalla scorsa campagna, probabilmente dovute a cambiamenti nei consumi, aumento dei prezzi e concorrenza estera nel mercato Ue.
Rappresenta un’eccezione a questo andamento il mercato dei lunghi B. Questo è caratterizzato da una buona domanda e trasferimenti ai massimi negli ultimi 3 anni. Il prezzo ormai consolidato è pari ai 55 €/q lordi. Ciò a causa di un commercio internazionale a rilento, alla luce delle difficoltà nelle tratte medio orientali del Mar Rosso, che favorisce il mercato all’interno dell’Ue di risi sempre più apprezzati dai consumatori. Al contrario i risi da risotto vedono il consumo in calo, a cui si aggiunge una disponibilità trasferibile da record in seguito al grande investimento produttivo della scorsa campagna. Ne risulta che il prezzo per questi risi è anch’esso mediamente attorno ai 55 €/q lordi, qualcosa in meno per i similari di Carnaroli. Un risvolto di mercato che, come affermato in precedenza, risulta sorprendente. Autore: Ezio Bosso. giacenze
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