Un’annata difficile per i risicoltori che oltre ad aver iniziato la semina tardi a causa dei rovesci climatici ora devono fare i conti con la trebbiatura che è in notevole ritardo. Si pensa addirittura si possa concludere intorno alla prima decade di novembre. Mentre solitamente la raccolta del riso inizia ai primi settembre, quest’anno il maltempo ha modificato i ritmi. Per un bilancio mai come in questo caso si dovrà attendere la fine del raccolto, anche se le rese qualitative delle varietà più precoci sono superiori alla media e fino alla metà di ottobre il prodotto si presentava ottimale ma con una produzione per ettaro più bassa rispetto agli anni passati. L’incertezza e acuita dai prezzi in calo, che fanno lanciare a Coldiretti Pavia l’allarme speculazione: “Sarebbe preferibile, quando si può – commenta Adelina Reolfi responsabile di CreditagriItalia per la provincia di Pavia – evitare di svendere il prodotto sottocosto, magari approfittando dei servizi di Credito Agrario e Finanza d’Impresa in Agricoltura che siamo in grado di offrire direttamente negli uffici di Coldiretti, in maniera da ottenere la giusta remunerazione evitando di intasare il mercato in momenti di prezzi bassi come quello attuale”. “Solo nell’ultima settimana – interviene Giuseppe Ghezzi Presidente di Coldiretti Pavia – abbiamo visto rialzi, per alcune varietà di 3-4 euro al quintale, confermando quando suggerivamo rispetto all’opportunità di non svendere. Attualmente le quotazioni oscillano tra i 250 e i 470 €/tonnellata: Volano 390/400 euro, Karnak 430/450 euro, Carnaroli 450/470 euro, Vialone Nano 600/620 euro, S.Andrea circa 390/400 euro, Roma e Baldo da 420/440 euro, Indica 250/260 euro, tondo 270/290 euro”. insomma, l’invito è a tenere duro.
“Il comparto ha bisogno di attenzioni anche presso le sedi comunitarie – prosegue Ghezzi – rispetto agli accordi di libero scambio con Paesi extra UE, come i Paesi del Mercosur, l’India, la Thailandia, il Vietnam, il Giappone e gli Stati Uniti d’America. Per il comparto sarà importante contrastare le richieste di apertura ai nuovi contingenti provenienti dai Paesi del sud est asiatico, vigilando sulla definizione degli accordi in modo che non vengano lesi gli interessi dei produttori italiani. L’accordo di libero scambio con il Giappone è concentrato, invece, sulle problematiche riguardanti le numerose barriere non tariffarie presenti, essendo il riso un prodotto largamente protetto dalla politica del Governo giapponese con acquisizione delle eccedenze direttamente da agenzie governative che ne regolano il mercato; anche se l’attuale produzione di riso giapponese è in riduzione soprattutto a causa di una politica di diversificazione produttiva”. “Proprio in virtù di questa “internazionalizzazione dei mercati” risulta necessario definire al più presto, anche per il comparto del riso, una legge chiara per l’etichettatura dell’origine del prodotto che ancora manca. Così come sarà importante riaprire la discussione sulla legge che disciplina il mercato interno del riso. Una legge – conclude il presidente di Coldiretti Pavia – che vada finalmente nel segno della trasparenza verso il consumatore e della tutela per le varietà tradizionali della risicoltura che vengono “messe a rischio” da quelle similari che, pur appartenendo allo stesso gruppo varietale nulla hanno a che vedere con la qualità di quelle originali. Del resto stiamo raccogliendo i risultati del progetto che con la catena di distribuzione IPER abbiamo avviato per i prodotti a marchio VOI (Valori Origine Italiana) con risultati di vendita inaspettati che premiano lo sforzo fatto dagli agricoltori per portare al consumatore un prodotto di qualità superiore a prezzi ridotti del 50% rispetto a quelli mediamente praticati”. (22.10.2013)
IL RISO E’ SOST
Presentati i risultati della sperimentazione Risosost