L’Airi spera che i risicoltori questa volta seguano le indicazioni di semina che parlano di un incremento dell’ettarato, portandolo a quota 250.000. «Significherebbe ridurre le importazioni di centomila tonnellate»: la butta lì, Mario Francese (foto grande), incontrando la stampa. Si sa che l’import è il punto debole, reso più doloroso dalla clausola di salvaguardia sui Pma (Cambogia e Myanmar) che non sarà rinnovata. Ma il presidente dell’Airi guarda al futuro con ottimismo: la Pac, ammette, ridurrà gli aiuti alla risicoltura, «ma meno di quanto ridurrà quelli ad altri prodotti» e spera che i produttori seguano le indicazioni presenti in questa tabella:
Perchè dovrebbero farlo? La risposta di Airi è netta ed è la stessa fornita durante un recente convegno a Vercelli: «I prezzi quest’anno sono saliti per ragioni particolari ma il riso sta entrando nei favori del consumatore e pertanto sarà sempre più richiesto. Naturalmente, bisogna produrlo e per disporre di riso italiano sarà dunque necessario coprire i costi: è evidente che sarà il mercato a dettare i prezzi e che noi industriali dovremo pagare dei prezzi adeguati». Aggiungiamo pure che, in linea con i consumi, si punta su tondo e indica (di cui restiamo deficitari a livello europeo), ma si conferma la domanda di varietà da risotto, come pure del parboiled, che ha raggiunto il 30% del consumo interno nel segmento di corrispondenza. Guardando alla situazione dei prezzi di mercato attuali, Francese si dice convinto che «il trend del prossimo futuro sarà più o meno simile a quello attuale». Prezzi alti e in equilibrio, cioè remunerativi per industria e produttori. Tutto sommato, è ancora un buon Natale.