Tra i relatori della conferenza organizzata venerdì sera dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli, Mario Francese ha preso la parola nelle vesti di Amministratore Delegato di Euricom e non di presidente dell’Airi. Innanzi tutto, ha parlato della propria azienda, che assorbe circa il 30 % della produzione risicola italiana. Euricom Group, ha spiegato, è una multinazionale italiana che sviluppa la maggior parte del fatturato all’interno dell’Unione Europea. Opera su 9 stabilimenti di produzione e dispone di 5 società commerciali/filiali ed è leader in Italia e nell’Unione Europea nel canale del Private Label e discount e nnei paesi del bacino del Mediterraneo dove si consuma riso Europeo. È tra i più importanti fornitori di riso all’industria che l’utilizza come ingrediente principale e possiede Curtiriso, il più antico brand di riso del nostro Paese.Il fatturato annuo è di 430.000.000 €, fondato per l’86% sulla vendita di riso.
Le nuove tendenze di consumo
Quanto alle prossime sfide che attendono il nostro settore, ha detto che «il riso è sempre più consumato perché è ritenuto dal consumatore un prodotto salutistico, digeribile e sicuro. L’aumento dei consumi è condizionato positivamente anche dai flussi migratori, dall’aumento dei consumi etnici (sushi), dall’aumento del consumo dei derivati del riso (gallette, risotti pronti, bevande a base di riso, etc…) e dall’aumento dell’utilizzo del riso come ingrediente principale nei processi industriali. Nonostante vi siano questi elementi positivi le prospettive del settore e quindi del nostro Gruppo in Italia e nell’Unione Europea sono condizionate da alcune decisioni politiche, come l’applicazione della clausola di salvaguardia, il mantenimento della PAC (considerando che circa il 25% del reddito del produttore proviene dai sussidi pubblici), l’apertura di nuovi mercati (Cina e India non conoscono il nostro riso da risotto) e la Brexit, che potrebbe diventare un problema se si concretizzasse nella maniera più radicale». Peraltro, «in presenza di una decisione positiva del comitato SPG sulla clausola di salvaguardia il prossimo 4/5 dicembre è prevedibile un aumento dei consumi di riso Indica Europeo a scapito dei consumi di riso Indica importato da paesi terzi con un conseguente aumento delle superfici coltivate a riso Indica in Italia e nella UE, un’opportunità importante per i produttori del nostro settore» ha dichiarato.
L’aggregazione mancata
Il padrone di casa, Quirino Barone, ha proposto le stesse domande poste a Salvador Loring (leggi l’articolo) a Mario Francese che ha confermato come i margini maggiori sul prezzo di vendita finale siano trattenuti dalla distribuzione, come si può valutare considerando i prezzi di vendita dell’industria e gli EBITDA (utile netto) che ne scaturiscono. Riguardo al futuro della risicoltura nostrana, all’adattamento al mercato che cambia e al rapporto tra produttori e trasformatori, Francese ha detto che «siamo in una situazione idilliaca per guardare avanti con positività, abbiamo tra le mani un prodotto che è sempre più gradito dal consumatore, la nostra sfida sta nel distinguerci in questo mercato, caratterizzare il nostro prodotto. Sembra semplice ma la realtà in cui ci muoviamo fa sì che non lo sia, il nostro settore è estremamente frammentato, con carenza di interlocutori capaci di comprendere discorsi strategici, da ambo le parti, e ricco di speculazioni. Per questi motivi diventa difficile caratterizzare il nostro prodotto, poiché non lo si vede come nostro ma come mio. Io per anni ho combattuto in nome di una maggiore aggregazione, raccogliendo molte delusioni, e vedo che le cose non sono migliorate, per cui non credo di avere la formula per passare dalla teoria alla pratica».
Barone: non vendi, soddisfi un bisogno
Parole forti che devono fare riflettere, come le altre riportate da un incontro ben organizzato che ha fornito spunti molto validi per riflettere sul futuro che attende la nostra risicoltura, dal punto di vista di chi arriva subito dopo di noi nella creazione e lavorazione dei prodotti che otteniamo dal nostro amato cereale. Per chiudere forniamo il commento di Quirino Barone: «È stato un evento molto positivo. Le notizie dall’industria parlano un linguaggio molto particolare ma ci fanno riflettere per davvero. L’idea che non vendi ma soddisfi dei bisogni, l’idea che il riso sia un alimento funzionale destinato ad allargare la platea di consumatori , grazie a caratteristiche conformi alla nuova idea di benessere, ci danno spunti positivi per progredire nel nostro lavoro. La partecipazione è stata importante, cosa prevedibile visti gli ospiti presentati, ma fa sempre piacere vedere che il proprio impegno viene apprezzato da tutti e spero che a molti sia rimasto qualcosa su cui ragionare per costruire il proprio futuro» ha detto l’organizzatore. Autore: Ezio Bosso