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FOLLI REPLICA ALLE ACCUSE

da | 13 Dic 2019 | NEWS

Il presidente del consorzio Est Ticino Villoresi, Alessandro Folli, replica all’articolo in cui abbiamo sollevato alcune perplessità, raccolte tra gli agricoltori, in ordine al nuovo Regolamento consortile. Ospitiamo con piacere la sua replica, riservandoci, al termine della medesima, una breve risposta: «In relazione all’articolo pubblicato sul portale Risoitaliano.eu dal titolo ‘Dove vai se il mappale non ce l’hai?’, che ho letto con attenzione, rilevo numerose imprecisioni e inesattezze che rischiano di  creare molta confusione, oltre che una scorretta informazione, attorno ad un tema estremamente delicato che il Consorzio che presiedo ritiene doveroso restituire con puntualità. Probabilmente un preventivo contatto della redazione con gli uffici consortili avrebbe permesso di fornire ai lettori riscontri verificati e circostanziati senza incorrere in rischi di fraintendimento o di cattiva interpretazione.

In primo luogo occorre precisare come il Regolamento consortile per la gestione del reticolo sia stato approvato nell’ottobre 2018; le successive modifiche hanno solo riguardato  le sue modalità operative. Il Regolamento  è stato quindi applicato in via sperimentale a partire dal 1 gennaio 2019, un anno prima rispetto all’avvio del nuovo quinquennio 2020-2024, proprio per verificarne in concreto limiti ed eventuali criticità, risolte appunto con i successivi aggiornamenti,  ma anche per permettere agli utenti di organizzarsi in vista delle sottoscrizioni per il quinquennio 2020-2024.

Comunicazioni in merito a tutto ciò sono  state da tempo diffuse attraverso il portale istituzionale dell’Ente www.etvilloresi.it, la newsletter consortile settimanale ETV Flash e una serie di comunicati stampa diramati per informare l’opinione pubblica.

Proprio per illustrare le novità apportate dal Regolamento e dare il tempo per approfondirne alcuni aspetti in vista dell’avvio delle sottoscrizioni, già il 22 gennaio 2019 è stata convocata presso la sede centrale del Consorzio a Milano una riunione con le rappresentanze delle principali organizzazioni di categoria agricola. Analoga riunione è stata convocata lo scorso 27 novembre, ancora una volta presso la sede consortile, per fare il punto sulla sperimentazione e presentare il volto nuovo dei modelli utilizzati per la richiesta di dispensa idrica, modelli che, seppure rivisti nella grafica, hanno  esattamente lo stesso contenuto dei quelli in vigore da inizio 2019.

Va ulteriormente chiarito che la necessità di fornire dati ed informazioni più precise sull’utilizzo dell’acqua richiesta deriva  non da un nuovo Piano di Classifica, come erroneamente richiamato nell’articolo, bensì dalla necessità di salvaguardare gli interessi degli agricoltori stessi.

Infatti la normativa in materia di acque, a livello anche comunitario, sta evolvendo, in modo molto rapido, verso l’affermazione del risparmio idrico sia a seguito di una più sempre alta attenzione per gli aspetti ambientali sia a fronte degli effetti dei cambiamenti climatici in corso, che stanno incidendo in modo significativo sulla disponibilità d’acqua.

In tale contesto, nell’ambito  degli adempimenti di legge su volumi irrigui derivati come prescritto dalla Disciplina Regionale sulla quantificazione dei volumi irrigui (DGR n.6035 del 19/12/2016) e quelli relativi all’implementazione del  dati sul Sistema Informativo Nazionale per la Gestione delle Risorse Idriche in Agricoltura (SIGRIAN), individuato attraverso il Decreto Ministeriale MIPAAF del 31/07/2015,  si inserisce l’adozione del nuovo regolamento consortile, pensato quindi per ottemperare gli aggiornamenti normativi, assicurando il controllo e l’ottimizzazione degli usi della risorsa idrica, preziosa quanto, come già detto, ormai sempre più limitata.

Il mancato ottemperamento a tali dettami normativi potrebbe in futuro comportare l’esclusione dai finanziamenti pubblici via via stanziati, così come paventato durante l’incontro organizzato dal CREA (il principale Ente di ricerca italiano dedicato alle filiere agroalimentari) il 22 maggio 2019 a Roma dall’oggetto “Quantificazione e monitoraggio delle informazioni sulle risorse idriche per la valutazione delle politiche”. Se ciò dovesse accadere il grave danno per il Consorzio ed i propri utenti sarebbe evidente.

Siamo sempre più di fronte a normative che tendono a ridurre, anche significativamente, le portate di derivazione concesse, considerando il risparmio idrico solamente attraverso la riduzione della risorsa derivata, e valutandone l’efficienza in funzione della sola irrigazione diretta. In un sistema di irrigazione a scorrimento quale quello in uso sui nostri territori, in cui oltre all’irrigazione diretta assume estrema importanza tutto il complesso sistema a valle formato dalle colature, dalla ricarica della falda e dei fontanili, l’unica possibilità per salvaguardare l’utenza è la piena dimostrazione dell’efficienza di questo sistema considerato nel suo complesso. Il Consorzio, proprio a tutela dei suoi utenti, ha da tempo avviato studi approfonditi su ciò e affinché il lavoro possa rivelarsi efficace occorre ovviamente la piena conoscenza dei mappali irrigati come della pluralità delle fonti irrigue.

E’ per il Consorzio determinante riaffermare in ogni modo la vera e propria battaglia condotta da ormai diversi anni per diffondere un’informazione corretta sull’uso dell’acqua in agricoltura, e in particolare sulla modalità irrigua dello scorrimento, che viene abbinata irragionevolmente ad un concetto inaccettabile e ingiustificabile di spreco di risorsa idrica senza la minima considerazione del vantaggio ambientale da essa recato (in termini di rimpinguamento della falda per esempio).

Per quanto riguarda la richiesta di dati all’utenza da parte dell’Ente, questa è quindi appunto finalizzata esclusivamente ad una realistica definizione degli utilizzi idrici in agricoltura, unica garanzia, laddove in futuro ve ne fosse veramente bisogno, per una corretta applicazione delle riduzioni ormai tanto ventilate in sede regionale, nazionale e comunitaria.

In ultimo, un chiarimento in merito ai mappali inseriti nella PAC, anch’essi richiamati in modo approssimativo nell’articolo. I dati già predisposti per la PAC sono un aiuto per l’utente ma non sufficienti in automatico per quanto necessario al Consorzio, in quanto non chiariscono quali mappali siano irrigati e con che acque. Il Consorzio inoltre, per motivi di privacy, attualmente non accede a tali dati. Regione Lombardia ne consentirà l’accesso  solo a fronte di specifica delega rilasciata dall’interessato.

Poiché la possibilità di accesso potrebbe sgravare gli utenti da una serie di adempimenti e al contempo aumentare la qualità del servizio offerto dal Consorzio, portandolo ad un livello di informatizzazione sempre più necessario, congiuntamente alla modulistica di richiesta della dispensa idrica il Consorzio ha predisposto un modulo di delega la cui sottoscrizione e presentazione è comunque del tutto facoltativa.

Quanto avviato dallo scrivente Ente, con una profonda revisione dei propri atti di disciplina, va quindi unicamente nell’interesse e tutela dei propri consorziati.

Si ribadisce quindi fermamente che tutti i cambiamenti apportati e le modifiche introdotte sono stati compiuti nell’ottica della salvaguardia dell’utenza e di tutto il comparto agricolo e si spera in una grande partecipazione collettiva a questo cambiamento, che se non abbracciato rischia di vederci fortemente penalizzati.

A disposizione per ogni eventuale ulteriore chiarimento, si rimane in attesa di riscontro circa la pubblicazione di un nuovo articolo sul tema in oggetto che tenga in doverosa considerazione i chiarimenti forniti dallo scrivente Consorzio.

Colgo l’occasione per porgere un augurio di buone feste.

Cordiali saluti, Alessandro Folli.

P.S. Il Consorzio in passato ha sempre fornito informazioni e approfondimenti sia alla stampa che alle organizzazioni agricole e alla luce di ciò mi sono meravigliato della modalità in cui è stato steso l’articolo senza cioè la necessità di contattare l’Ente per verificarne la versione».

Risponde Paolo Viana: Non ci sorprende che il presidente Folli difenda il proprio lavoro e non gradisca che un sito indipendente dia voce alle critiche del mondo agricolo. Non è il primo, né sarà l’ultimo, a conferma che facciamo il nostro lavoro di giornalisti e che la nostra critica non è ad personam – o per meglio dire ad consortium – ma individua i problemi che gli agricoltori vivono. Il fatto stesso che Folli dedichi un così lungo testo per dare la propria versione dei fatti dimostra l’importanza dei temi che abbiamo sollevato. Non siamo infastiditi, ma onorati da questa sua scelta. Un po’ ci sorprende, invece, l’accusa di “approssimazione” e di “scorrettezza”, espressa senza smentire le questioni sollevate, anche perché, come si evince dalla lettura dell’articolo, il testo è costruito su dati e giudizi diffusi dal Consorzio. Sorprende molto, infine, il reiterato richiamo a “verificare” con il Consorzio le notizie che raccogliamo sul Consorzio stesso, ma soprattutto la loro interpretazione: quella è la “modalità” della propaganda e non dell’informazione. 

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