Sommersione come priorità tecnica. L’ha indicata chiaramente Michele Bove, Responsabile del Settore Agricoltura del Parco del Ticino, nell’intervento al recente webinar di presentazione del progetto Innovaweedrice – Tecniche innovative per il controllo delle infestanti in risaia, tenutosi martedì con la moderazione di Marco Romani, Dirigente Dipartimento Agronomia C.R.R. dell’Ente Nazionale Risi. Bove ha parlato del rapporto tra gli enti parco e le aziende agricole che ne fanno parte, affermando che «il parco del Ticino ha un’area totale di 90.000 ha e più del 50 % di questa superficie è occupata da aziende agricole. L’agricoltura eseguita nel parco, per essere considerata “buona”, deve attuare delle pratiche virtuose utili alla preservazione dell’ambiente (evitando ad esempio monocolture). Per valutare l’attività agricola, tuttavia, bisogna conoscerla profondamente, rimanendo attenti nell’osservazione, entrando in cascina e affiancandosi a professionisti in ambito agricolo.
Per spiegare meglio questo approccio mi sono fatto aiutare dall’ultima Enciclica di Papa Francesco (l’enciclica “Fratelli Tutti”, ndr) che parla di dialogo, collaborazione e conoscenza reciproca. L’agricoltura che identifico come “buona” in un’area parco deve prevedere un reddito soddisfacente, tecniche innovative, multifunzionalità (agriturismo, fattorie didattiche, etc…) e diversificazione degli ambienti tramite la rotazione. Voglio citare ancora una volta l’Enciclica quando afferma: “Il diritto di proprietà privata non è escluso ma viene dopo il diritto dei popoli e il rispetto dell’ambiente”, per sottolineare che le aziende agricole, avendo come obbiettivo sacrosanto il reddito, devono ricordarsi, attraverso le attenzioni al rispetto dell’ambiente, che stanno amministrando quella porzione di terreno per tutti gli individui. Parlando strettamente di risicoltura voglio porre un accento al tema delle acque, sottolineando che l’acqua disponibile è sempre la stessa (come dimostrano le misurazioni negli ultimi 30 anni) ma nel tempo sono cambiati i momenti e i modi in cui possiamo raccoglierla e utilizzarla. Al fine di ovviare a tutto ciò ritengo che sia importante sfruttare i bacini naturali come laghi e falde. Per preservare la seconda in risicoltura è fondamentale attuare maggiormente la semina in acqua, come dimostrano i dati sui livelli di falda, e per farlo proporremo dei finanziamenti per sostenere questa pratica o per far sommergere le camere, seminate in asciutta, prima di giugno». Autore: Ezio Bosso