Si è aperta la mattina del 23 febbraio, attraverso il convegno “Presente e futuro della risicoltura: il bilancio dell’azienda risicola e il carbon farming”, la 45esima edizione della “Fiera in Campo”, la più importante rassegna europea dedicata al riso, organizzata come di consueto dalla sezione di Vercelli – Biella di Anga – giovani di Confagricoltura. La kermesse di concluderà oggi pomeriggio alla fiera di Caresanablot, alle porte di Vercelli. (Nella foto, lo stand di Risoitaliano alla fiera in campo)
MEZZA E COPPO CRITICANO CSR E DEFLUSSO ECOLOGICO
L’incontro, moderato dal direttore Paolo Viana, ha visto la partecipazione di un pubblico nutrito e di diverse autorità politiche e sindacali. Primo ad intervenire il padrone di casa, Giacomo Mezza, presidente dell’associazione organizzatrice. Dopo aver spiegato il programma del convegno e l’impegno dei ragazzi nell’allestimento, il giovane agricoltore punta il focus sui principali problemi che affliggono gli agricoltori del territorio: situazione irrigua, Pac e applicazione del nuovo Csr (ex Psr).
Benedetto Coppo, presidente di Confagricoltura Vercelli – Biella, interviene sul palco proseguendo su questi temi ed aggiungendo che per l’agricoltura quello attuale è un momento caldo. Questo è stato dimostrato dalle recenti proteste agricole, condivise ma che senza proposte concrete restano fini a sé stesse. Coppo annuncia alla sala che lunedì, nella sede del Copa Cogeca, si terrà l’assemblea nazionale del sindacato da lui presieduto a livello provinciale. In questa occasione si porterà all’attenzione delle istituzioni le modifiche alla Pac che l’associazione propone. Ripercorrendo quanto detto dal suo predecessore al microfono, l’agricoltore vercellese si rivolge a all’assessore Protopapa presente in platea, affermando che negli ultimi anni il Psr si è dimostrato troppo distante dal territorio risicolo piemontese. Volgendo poi lo sguardo all’Assessore Marnati, anch’egli in prima fila, si riferisce all’importante battaglia da portare avanti contro il deflusso ecologico, di cui vi abbiamo parlato in QUESTO ARTICOLO. (La cronaca del convegno prosegue dopo il video dell’intero convegno)
GIOIA: «FIERA IN CAMPO FIORE ALL’OCCHIELLO DI ANGA»
In chiusura un plauso all’organizzazione dell’evento, nel quale il presidente mostra orgoglio e affetto per l’organizzazione under 40 del sindacato provinciale. Giovanni Gioia , presidente nazionale di Anga, è il terzo a salire sul palco. Il suo intervento si apre dalla chiusura del precedente, complimentandosi con i giovani di Vercelli e Biella per la consueta ottima organizzazione dell’evento, fiore all’occhiello dell’associazione a livello nazionale. L’agricoltore siciliano si accoda alla denuncia dei problemi che affliggono l’agricoltura odierna, iniziata da Mezza e Coppo, affermando: L’impegno dell’organizzazione nel contrasto di queste difficoltà è sempre massimo. «Il nostro lavoro è volto all’innovazione, attraverso l’esplorazione di tutte le opportunità presenti sul mercato ma restando con i piedi per terra».
GILARDINO: «NEI SALOTTI UE MANCA CONSAPEVOLEZZA»
Davide Gilardino, presidente della provincia di Vercelli, mostra una volta di più la sua vicinanza e conoscenza del mondo agricolo, intervenendo ad un momento di confronto da lui stesso definito importante come Fiera in Campo. «Il deflusso ecologico è una normativa europea che non può essere applicata in un territorio straordinario come il nostro. L’ambiente risaia necessita della distribuzione delle acque per supportare, oltre al comparto produttivo, la splendida e variegata biodiversità che lo caratterizza. Gli ambientalisti dovrebbero sostenerci».
Il politico si riferisce poi al Csr, che ritiene debba essere applicato basandosi su graduatorie di punteggio oggettive, che permettano un’equa ripartizione. Si riferisce poi al fotovoltaico, elemento che deve essere sviluppato nella nostra penisola ma non a discapito di terreni di pregio come le nostre risaie. in chiusura afferma: «Dobbiamo lavorare insieme per portare le nostre istanze nei salotti Ue dove vengono prese le decisioni e spesso si manca di consapevolezza».
BOBBA RICORDA L’IMPEGNO DI ENTE NAZIONALE RISI FIERA
Natalia Bobba, presidente di Ente risi, inizia il suo discorso rispondendo alla consueta critica rivolta all’Ente Risi, di non essere dalla parte degli agricoltori. «In questi primi 2 mesi dal mio insediamento alcuni colleghi mi hanno detto “sei passata dell’altra parte della barricata”. Questa frase mi ha colpito, facendomi riflettere. l’Ente Nazionale Risi esiste da 93 anni, contribuendo allo sviluppo straordinario della società civile e del nostro settore vissuto in questo quasi secolo. La sua azione è stata sempre rivolta al sostegno di tutta la filiera produttiva del riso italiano, a partire dagli agricoltori. Si è lavorato per portare avanti gli interessi dei produttori a livello nazionale ed europeo, combattendo per la nostra tutela nelle varie pianificazioni Pac ed inserendo dazi alle importazioni.
Anche l’industria, però, va sostenuta. Senza qualcuno che commercializzi la sempre crescente quantità di riso che produciamo, dimostrando la sua peculiarità, l’eccezionale qualità e salubrità rispetto a produzioni provenienti da altre parti del globo, sarebbe difficile trarne un guadagno che possa essere remunerativo. Vi è poi l’importante sostegno pratico dato alla ricerca, diffondendo la conoscenza del nostro prodotto. Certo in questi 93 anni ci sono stati errori, sarebbe impensabile il contrario, ma non è mai mancata la dedizione dell’Ente nello sviluppo di questi temi».
IL BILANCIO AGGIORNATO DELL’AZIENDA RISICOLA
L’agronomo e rappresentante dell’associazione laureati in agraria di Vercelli, Giuseppe Sarasso, ha quindi presentato un recente studio condotto dall’associazione sul bilancio dell’azienda risicola. Quest’opera ripercorre quanto già fatto in passato dai laureati in agraria vercellesi, aggiornando i valori alla luce degli importanti cambiamenti occorsi negli ultimi anni, a causa di volatilità ed inflazione. A QUESTO LINK potrete leggere lo studio completo.
GIANSANTI: «BOCCIAMMO LA PAC DUE ANNI FA, OGGI NON SIAMO SOLI»
La presentazione di Sarasso è stata intervallata dall’intervento del presidente di Confagricoltura nazionale Massimiliano Giansanti, in collegamento da Bruxelles. L’imprenditore agricolo afferma come sia fondamentale essere a Bruxelles in questo momento dove, grazie ai recenti cambiamenti di scenario, si vede la possibilità di ridiscutere la Pac. «Oggi la Pac è una politica ambientale e sociale, essendosi allontanata dai suoi valori fondativi di garanzia di approvvigionamento per i cittadini e reddito per gli agricoltori. Si è perso anche il senso comune di quello che gli agricoltori rappresentano. Per questi motivi sono nate le proteste, che noi come Confagricoltura condividiamo come sintomo della volontà di riportare gli agricoltori ad essere protagonisti.
Oggi essere un agricoltore vuol dire essere in primis un imprenditore. Come tali necessitiamo di regole serie e misure che stimolino la produzione e tutelino il mercato. Risulta impossibile, altrimenti, competere con realtà che dispongono di aiuti dal governo importanti, come gli Usa, o regolamentazioni meno onerose e restrittive, come gran parte dei paesi asiatici ed africani. Così non si va avanti. Non è giusto che gli agricoltori perdano soldi nel loro esercizio. Noi già due anni fa fummo gli unici a bocciare la Pac oggi in vigore, è importante che non siamo più i soli e che si possa ridiscuterne. Ciò è fondamentale per garantire un futuro ai giovani agricoltori, come gli ottimi organizzatori della Fiera».
PROTOPAPA: «PIEMONTE TERRITORIO VARIEGATO, DEVO PENSARE A TUTTI»
Al termine della presentazione di Sarasso a salire sul palco sono i più volte citati assessori della regione Piemonte, Matteo Marnati, con delega all’ambiente, e Marco Protopapa, con delega all’agricoltura. Quest’ultimo è il primo a parlare, affermando: «Non è vero che la Regione non ha fatto nulla per il riso, certo si può sempre migliorare. Il Piemonte è un territorio ricco di diverse vocazioni territoriali, che necessitano di diverse attenzioni. Il riso ha ottenuto, grazie all’impegno dei suoi rappresentanti tra cui la Regione Piemonte, un premio accoppiato di oltre 300 €/ha in questa programmazione Pac. I risicoltori partecipano attivamente e consapevolmente all’attività politica, contribuendo al nostro lavoro. Insieme a loro abbiamo portato diverse istanze a Bruxelles. È giusto puntare sempre ad un nuovo obbiettivo, perché i problemi esistono, ma dobbiamo anche pensare a non lasciare indietro gli altri comparti produttivi».
MARNATI: «LAVORIAMO PER CONVINCERE ISPRA A CONCEDERE DEROGHE AL DEFLUSSO ECOLOGICO»
Matteo Marnati interviene partendo dal dare un nome al nemico, identificandolo in Frans Timmermans. L’assessore ricorda come l’ex Commissario Ue al clima era stato il redattore delle regole ferree di condizionalità oggi in auge, a cui è collegata l’erogazione dei fondi Pac. «Il focus di queste regole è errato, in quanto solo legate ad interessi ambientali e lontano da quelli economici e sociali. In seguito agli ultimi accadimenti i Commissari iniziano ad ammorbidirsi ed è il momento di farci sentire. il nostro territorio è un tutt’uno con la risicoltura, noi rappresentanti lo sappiamo e cerchiamo di trasmetterlo ai legislatori Ue.
Per quanto riguarda l’acqua, ribadisco quanto già detto: dopo l’uso civile viene l’agricoltura, poi tutto il resto. La nomina di Angelo Robotto alla presidenza del consorzio del Ticino (LEGGI IL DECRETO) potrà aiutarci a difendere maggiormente il territorio piemontese nella gestione delle acque. I fondi stanziati, aiuteranno a rendere il sistema di distribuzione più efficiente. Riguardo al Deflusso Ecologico, di recente Governo e Ministro hanno deciso di venirci incontro e stiamo lavorando insieme per convincere Ispra a permettere delle deroghe in caso di necessità. Non sempre otteniamo risultati ma non molliamo. Chi la dura la vince».
MAGGI ESPONE I PUNTI DELLA PROTESTA
A questo punto dalla platea interviene Andrea Maggi, rappresentante della mobilitazione agricola sviluppatasi nel territorio. L’agricoltore espone alla platea i 13 punti redatti in rappresentanza delle diverse necessità espresse dai partecipanti alle manifestazioni, alcuni dei quali già esplorati dalle precedenti personalità intervenute. Vi proponiamo a QUESTO LINK il documento letto da Maggi.
IL CARBON FARMING COME OPPORTUNITÀ AGRONOMICA ED IMPRENDITORIALE
Si passa quindi alla presentazione del nuovo progetto nazionale di Anga, relativo allo studio del Carbon Farming. Sul palco intervengono il professor Gabriele Canali, Università Cattolica, e Caterina Luppa, rappresentante della giunta nazionale di Anga. Il docente spiega che l’azienda agricola si è trasformata nel dopoguerra a causa dell’inserimento di nuovi mezzi produttivi volti all’incremento dei raccolti per soddisfare le necessità di una popolazione affamata. Degli anni ’80 in avanti la produzione è divenuta eccessiva. In seguito si è arrivati a comprendere che questo modello non era sostenibile e che si stava perdendo la fertilità dei terreni. Ciò avveniva per la dispersione della CO2 nei terreni, elemento fondamentale per la fertilità. Per contrastare questa esternalità negativa si sviluppa il Carbon Farming, spiegato nel dettaglio da Luppa attraverso QUESTA PRESENTAZIONE.
In breve, si tratta di una produzione agricola volta allo stoccaggio della CO2. Per attuare questa pratica gli investimenti non hanno un ritorno rapido per l’azienda in termini di fertilità. Per questo si è reso necessario trovare una remunerazione. Il professore afferma come sia stato possibile individuarla nella vendita del titolo di fissazione della CO2. Alcune aziende si dimostrano interessate all’acquisto di questi titoli, per potersi dichiarare carbon neutral per fini etici e di marketing o per rientrare in normative sempre più stringenti per le aziende energivore.
«Non è banale entrare in queste tematiche – afferma Canali – ma potrebbero rappresentare una nuova opportunità per gli imprenditori agricoli. Anche la Pac potrebbe incentivare queste pratiche che producono un servizio che ha valore. Agricoltori e ambientalisti non devono essere contrapposti, in quanto sono compagni della stessa sventura. L’agricoltura deve andare verso la sostenibilità anche per tutelare sé stessa, la fertilità dei suoi terreni. Gli ambientalisti a loro volta non possono demonizzare tutti i prodotti perché senza tecnologia non si può produrre nel mercato concorrenziale odierno».
BRONDELLI DI BRONDELLO: SERVE COESIONE FIERA
A chiusura del convegno, Luca Brondelli di Brondello, componente della giunta nazionale di Confagricoltura, ribadisce come questo sindacato sia stato l’unico a bocciare la Pac al momento della votazione. «Oggi la modifica non sarà semplice, in quanto si tratta di un documento ratificato da 27 paesi. Mi rivolgo poi ai rappresentanti regionali per dire che anche loro hanno la loro responsabilità. Certo vi sono delle direttive imposte ma lo spazio di manovra c’è, come dimostrato dalle differenze nelle diverse politiche regionali. La nostra prossima assemblea nazionale come affermato da Coppo si terrà a Bruxelles, lì dove è importante farsi sentire oggi.
Chiederemo semplificazione, tempi rapidi ed una miglior definizione di cosa sia un vero imprenditore agricolo. In Italia infatti molti percettori della Pac praticano l’attività agricola come hobby e ritengo che non sia giusto che questi ricevano dei contributi pubblici. Credo sia anche sbagliato esentare dal rispetto delle regole di condizionalità le aziende più piccole di 10 ha. Riguardo alle proteste, ritengo che sia corretto ascoltare e capire che il disagio è forte. Siamo aperti al confronto in quanto per difendere i nostri interessi dobbiamo essere uniti, come dimostrato dalla nostra recente collaborazione con Cia. All’appello manca qualcuno ma non è colpa nostra». Autore: Ezio Bosso
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