L’assessore piemontese Giorgio Ferrero oggi ha ricevuto Confagricoltura, al termine del presidio promosso dall’organizzazione agricola davanti all’assessorato, e poi ha preso carta e penna e ha risposto alle nostre domande. Ne è sortita una lunga intervista, obiettivamente interessante, sulle proteste degli agricoltori, sul Psr, sugli anticipi Pac e anche sul triciclazolo.
Assessore, Confagricoltura scende in piazza e accusa la Regione Piemonte di non saper gestire il Psr. In particolare, dopo aver denunciato problemi e ritardi, sostiene che, per effetto di criteri molto penalizzanti e nonostante la ricca dotazione finanziaria del Piano, il 43,6% di chi ha fatto domanda sulle misure per giovani e ambiente è stato escluso. In alcuni casi, poi, la percentuale arriva al 76%. Se i numeri sono questi, il problema è delle aziende o dei bandi?
Il problema è che le risorse del Psr, un miliardo e 90 milioni di euro, gli obbiettivi e i criteri di assegnazione sono definiti dall’Unione Europea, la Regione Piemonte non ha potere assoluto di determinare la quantità delle risorse europee e la loro distribuzione. Mai come nella compartecipazione di questo Psr la Regione ha messo tante risorse proprie (il doppio rispetto al Psr precedente), e che tante aziende siano escluse dalla graduatoria è purtroppo la normalità, è sempre successo, non ci sono né ci sono mai state in passato risorse sufficienti per coprire tutte le richieste. Lo ho ricordato anche alla delegazione di Confagricoltura che ho ricevuto dopo il presidio davanti all’assessorato, ma loro lo sanno benissimo. A loro ho ribadito a gli impegni già assunti in precedenti tavoli verdi e nell’ultimo comitato di sorveglianza, per fare in modo che il Psr sia uno strumento il più possibile efficace per rilanciare l’agricoltura piemontese a partire dal sostegno ai giovani, agli investimenti e all’agroambiente. Sui giovani molto è già stato fatto con l’incremento del 30% del budget dei due bandi del 2016 che li riguardano e continueremo a fare con l’apertura di altri due bandi a inizio 2017. Rastrelleremo quante più risorse possibili da altre misure per rafforzare l’intervento su questi tre settori. Ma per onestà occorre dire che le risorse, pur importanti, non sono illimitate.
Questo cosa significa?
Che comunque entro il 2016 saranno impegnate risorse per oltre il 50% dell’intero Psr , mentre sono in corso di pagamento 20 milioni a oltre 6 mila aziende piemontesi per l’anticipo sui bandi della lotta integrata. Nel 2016 solo nei bandi sugli investimenti e i giovani sono state impegnate risorse per 143 milioni di euro, finanziando 2349 domande, un numero davvero significativo. Nell’insediamento giovani le domande accettate sono circa il 70%. Anche i confronti con il passato sono a favore del Psr in atto. Nel vecchio Psr furono finanziate il 42,35% delle domande sugli investimenti delle aziende agricole, nel nuovo il primo bando ha visto soddisfatte il 55,37% delle domande. E ricordo che tutte queste scelte sono state concertate tra le parti, Unione europea e organizzazioni agricole comprese. Nei tavoli di confronto ho percepito volontà di migliorare la situazione, disponibilità alla discussione, non critiche e attacchi all’assessorato e ai suoi uffici. Per questo mi ha un po’ stupito la decisione di Confagricoltura, sempre presente al tavolo verde e al comitato di sorveglianza, dove ha sempre discusso e condiviso le decisioni.
Nei mesi scorsi anche la Coldiretti ha criticato il modo di operare dei Suoi uffici, costringendoLa a difenderli pubblicamente. Eppure ci risulta che vi riuniate spesso, quindi non è un problema di “comprensione” reciproca. Come mai i rapporti tra l’agricoltura e la Regione si sono guastati?
Non parlerei di rapporti guastati. I rapporti con le associazioni agricole sono buoni, fanno fede le 29 riunioni del tavolo verde svoltesi in un clima sereno e proficuo, e gli sforzi comuni fatti nel comitato di sorveglianza per risolvere i problemi che derivano dall’attuazione del Psr. Che ci sia uno scambio dialettico tra associazioni agricole e assessorato è normale, mi sembra che la dialettica si sia mantenuta su un livello di normalità. Poi , ripeto, piacerebbe anche a noi avere a disposizione più risorse per il Psr e soddisfare tutte le domande, ma questo è impossibile.
Facciamo il punto sul Psr, con un’attenzione particolare al settore cerealicolo che interessa più da vicino i produttori di seminativi della pianura: quali misure considera una reale opportunità per le aziende e cosa consiglia agli agricoltori per sfruttare meglio questi strumenti?
Mi deve dare lo spazio per una risposta articolata, naturalmente tecnica. Le misure del Psr a favore degli agricoltori sono raggruppabili sostanzialmente in 2 tipologie principali: 1) misure a sostegno degli investimenti; 2) misure per l’adozione o il mantenimento di pratiche agricole favorevoli per l’ambiente e il clima.
Le misure a sostegno degli investimenti a favore delle aziende agricole di pianura sono principalmente le seguenti: 1) sottomisura 4.1 (investimenti nelle aziende agricole): il PSR del Piemonte prevede 3 tipi di operazioni: una rivolta alle aziende agricole condotte da giovani che si insediano o si sono insediati in qualità di capo dell’azienda con gli aiuti del PSR, una seconda rivolte alle altre aziende (non condotte da giovani) e una terza, infine, riservata alle aziende zootecniche che fanno investimenti finalizzati a ridurre le emissioni di gas serra e di ammoniaca in atmosfera. Per questi tipi di operazioni l’aiuto di base è pari al 40% del costo dell’investimento, maggiorato di un ulteriore 10% per i giovani, per coloro che aderiscono anche al premio per l’insediamento (misura 6) e per le zone di montagna;2) sottomisura 4.4 (investimenti non produttivi): il PSR prevede aiuti (pari al 100% del costo degli investimenti) per la costituzione di elementi naturaliformi (siepi, filari, boschetti, aree umide, strutture per la fauna selvatica e strutture per la fruizione di aree di pregio ambientale o paesaggistico come ad esempio i capanni per l’osservazione degli uccelli);3) sottomisura 6.1 (avviamento di imprese per i giovani agricoltori): il PSR prevede un aiuti di 35.000 euro a favore degli agricoltori con meno di 41 anni che si sono insediati in qualità di capo azienda da non più di un anno. In una stessa azienda possono insediarsi anche più giovani; il tal caso il premio è degressivo (30.000 euro per ciascuno di due giovani, 25.000 per tre giovani o più).
Le misure che sostengono l’adozione o il mantenimento di pratiche agricole favorevoli per l’ambiente e il clima sono destinate a compensare i costi aggiuntivi e/o i mancati ricavi derivanti dall’attuazione degli impegni (che l’agricoltore si assume volontariamente) rispetto agli obblighi derivanti dalle normative ambientali, dal greening della Pac e dalle pratiche agricole ordinarie della zona. Le principali misure che il PSR del Piemonte prevede a favore delle aziende di pianura sono le seguenti:1) sottomisura 10.1 (pagamenti per impegni agro-climatico-ambientali): sono previste svariate tipologie di operazioni, alcune di carattere generalista come ad esempio la produzione integrata, altre destinate a settori specifici come ad esempio gli interventi a favore della biodiversità nelle risaie, l’agricoltura conservativa (minima lavorazione, semina su sodo, apporto di matrici organiche in sostituzione della concimazione minerale), i sistemi colturali ecocompatibili (conversione dei seminativi in foraggere permanenti e diversificazione colturale in aziende maidicole), la riduzione delle emissioni di ammoniaca e gas serra in atmosfera e la gestione degli elementi naturaliformi;2) misura 11 (agricoltura biologica): sono previsti aiuti sia per la conversione agli impegni dell’agricoltura biologica (sottomisura 11.1) che per il mantenimento degli impegni dell’agricoltura biologica (sottomisura 11.2).
Nei giorni scorsi, Agea ha autorizzato i pagamenti degli anticipi Pac 2016 fino al 70%, creando una certa aspettativa, ma in passato il Piemonte ha erogato questi soldi in ritardo. Cosa succederà quest’anno?
Il Piemonte nelle scorse campagne ha sempre pagato entro il termine fissato dalla UE vale a dire il 30 novembre, trattandosi di termine perentorio non sono possibili ritardi o dilazioni . Arpea già fin dal mese di ottobre si è attivata con il CSI per poter disporre dello strumento informatico necessario ed indispensabile al perfezionamento dei pagamenti dell’anticipo. Confido che tutto si svolgerà nei tempi previsti, cioè entro la fine del mese in corso.
Ci sono ancora strascichi dei ritardi dei mesi scorsi?
L’operazione Bonifica è pressochè ininfluente sui pagamenti attuali, fatto salvi i recuperi di indebite percezioni sulle campagne precedenti .
Infine una domanda strettamente risicola: nei giorni scorsi l’Europa ha vietato il triciclazolo, un principio attivo che il Piemonte ha “attenzionato” nell’ambito delle misure per la mitigazione dell’inquinamento delle acque. Lei sa bene che si tratta di un fungicida che i risicoltori considerano essenziale per combattere il brusone. Cosa farete se, nell’ipotesi che venga confermato il LMR, questa sostanza sarà autorizzata in deroga?
Il regolamento 2016/1826 del 14 ottobre scorso ha stabilito la “non approvazione” del triciclazolo nella Ue. In particolare sono risultati decisive le criticità che hanno impedito la fissazione dei principali parametri tossicologici ADI (dose giornaliera accettabile), ARfD (dose acuta di riferimento) e AOEL (livello accettabile di esposizione per l’operatore), indispensabili per valutare il rischio che l’utilizzo del prodotto costituisce per la popolazione, e la mancanza di approfondimenti sulla tossicità e il destino ambientale dei metaboliti. Non che ci sia un allarme sanitario su questo prodotto, la criticità deriva anche dal fatto che i costi, sempre crescenti, per l’effettuazione degli studi in conformità alle più recenti normative non sempre sono economicamente sostenibili, specialmente se richiesti solo in Europa. Se la situazione non cambierà, e non ci saranno più le premesse per un uso eccezionale, come finora è avvenuto, la Regione non avrà più l’opportunità di derogare l’uso del triciclazolo. Per la difesa della Piricularia (brusone) si farà riferimento ad altri prodotti previsti anche nei disciplinari di difesa integrata.