Tempo di concimazione, di semine e, tra qualche settimana, anche tempo di diserbi. La campagna risicola 2015/2016 si preannuncia complicata come le precedenti, su questo fronte, perché anno dopo anno si assottiglia lo spettro dei principi attivi disponibili per la difesa fitopatologica. Le sostanze decisive sono da tempo le medesime e, spesso, vengono autorizzate solo in deroga, all’ultimo momento, impedendo una corretta programmazione. Di questo aspetto della campagna di diserbo parliamo con un esperto assoluto della materia, il professor Aldo Ferrero (foto piccola), docente dell’Università di Torino.
La risicoltura si trova ogni anno a dipendere dalle autorizzazioni all’uso in deroga di alcuni fitofarmaci: un male necessario?
Purtroppo sì, a causa di due principali ragioni strettamente connesse tra loro: la severità delle normative europee sulla registrazione degli agrofarmaci e le specifiche caratteristiche della coltivazione riso. Le prime rendono necessari notevoli impegni finanziari da parte delle aziende produttrici di agrofarmaci per produrre gli studi sulla sicurezza sanitaria, ambientale e sull’efficacia necessari per ottenere la registrazione. Tali costi risultano talvolta non sostenibili in relazione al potenziale mercato europeo degli stessi prodotti. Ricordo che la risicoltura europea, pur caratterizzata da elevata eccellenza qualitativa, rappresenta soltanto lo 0,25% della totale risicoltura mondiale. Per tali ragioni oggi é disponibile sul mercato solo un relativamente limitato numero di prodotti, molti dei quali hanno in comune lo stesso meccanismo di azione. La seconda ragione é legata alla necessità agronomica ed organizzativa di mantenere la coltivazione del riso in monosuccessione. In tali condizioni la lotta contro le avversità é particolarmente complessa e dipende quasi esclusivamente dall’impiego degli agrofarmaci, che, risultando molto simili tra di loro, stanno determinando molti problemi di resistenza, soprattutto nel caso delle piante infestanti.
Il triciclazolo è un fungicida indispensabile per la difesa dal brusone di Carnaroli, Arborio, Vialone… parliamo del fior fiore della produzione nazionale. Perché non si è mai affrontato il problema in modo definitivo?
Le varietà italiane con le miglìori caratteristiche qualitative sono purtroppo anche sensibili al brusone, una malattia che, se non combattuta, causa importanti perdite di produzione e scadimenti qualitativi nel riso. Il triciclazolo costituisce oggi uno dei fungicidi più efficaci contro questa malattia, con limitati rischi di insorgenza di resistenze. La soluzione del problema del brusone può essere ottenuta rendendo queste varietà tolleranti al patogeno con interventi di miglioramento genetico. I promettenti risultati ottenuti dalla ricerca lasciano ben sperare nella disponibilità, a breve, di varietà con queste caratteristiche favorevoli.
Propanile, Pretilaclor e Quinclorac sono usati per combattere le malerbe resistenti, In questo caso, cosa succederebbe se non fossero più autorizzati, neanche in deroga?
La resistenza della piante infestanti interessa oggi un ampia superficie coltivata a riso in Italia. I prodotti propanile, pretilaclor e quinclorac sono caratterizzati da meccanismi di azione molto diversi dalla gran parte dei prodotti attualmente a disposizone per il diserbo della coltura. Per tale ragione rappresentano di fatto il principale strumento oggi utilizzabile per il controllo delle resistenze. La mancata disponibilità di questi prodotti per l’uso in deroga, provocherebbe nell’immediato importanti perdite di produzione e la diffusione del fenomeno, con grave pregiudizio per la coltivazione del riso negli anni a venire. Le informazioni amia disposizione mi fanno ritenere che, data l’importanza, per alcuni di questi prodotti é stata avviata la procedura di registrazione secondo le attuali procedure
Quali altri principi attivi sono necessari eppure devono passare attraverso queste forche caudine?
Attualmente non mi risulta vi siano emergenze talli da richiedere altre autorizzazioni per usi eccezionali (in deroga) per il settore risicolo.
I risicoltori ritengono che il meccanismo delle autorizzazioni in deroga sia una prova del malfunzionamento dell’Amministrazione pubblica. Lei cosa ne pensa?
Non sono d’accordo su questo punto di vista. L’amministrazione pubblica non ha alcuna responsabilità a questo riguardo. Oggi le registrazioni degli agrofarmaci vengono concesse a livello comunitario per zone geografiche, sulla base di valutazioni delle caratteristiche dei prodotti effettuate a livello europeo. Purtroppo, come avviene in molti paesi ad economia avanzata, il processo di registrazione richiede tempi piuttosto lunghi, compresi tra 2 e 4 anni.
Le autorizzazioni in deroga rappresentano una possibile soluzione temporanea alle varie emergenze fitosanitarie nazionali. Alle Amministrazioni nazionali si potrebbe chiedere solo una maggiore tempestività nelle decisioni sulla concessione delle autorizzazioni in deroga.
Le autorizzazioni in deroga rappresentano una possibile soluzione temporanea alle varie emergenze fitosanitarie nazionali. Alle Amministrazioni nazionali si potrebbe chiedere solo una maggiore tempestività nelle decisioni sulla concessione delle autorizzazioni in deroga.
L’Europa si prepara a espellere dalla lista dei principi attivi autorizzati altre sostanze. Quali creeranno per davvero dei grossi problemi alla risaia?
Nel breve termine non credo si possano prevedere revoche di agrofarmaci per il riso. Per alcuni, come ad es. i prodotti a base di glifosate e oxadiazon, sono prevedibili limitazioni di impiego in specifiche condizioni colturali ed ambientali previste dai Piani di sviluppo rurale regionali. (11.03.15)