L’Accademia di Agricoltura di Torino, con la collaborazione di UNASA, DISAFA e ANBI PIEMONTE ha organizzato il 22 Aprile, un incontro di studio nell’ambito del G7 Clima, energia ed ambiente nel corso del quale il professor Aldo Ferrero, Socio Ordinario dell’Accademia, ha esposto la “Gestione dell’acqua: fattore chiave nella produzione sostenibile del riso”. Dopo aver illustrato i rapporti tra l’acqua di sommersione e la crescita del riso, per ottenere una produzione abbondante e per la buona qualità del prodotto, espone i quantitativi di acqua utilizzati dalla coltivazione. LEGGI L’ARTICOLO INTERO QUI.
IL PERCORSO DELL’ACQUA IN UN ETTARO DI RISAIA
Dei 33.500 metri cubi che entrano in un ettaro di terreno durante la stagione irrigua, solo 4.800 vengono assorbiti dalle piante di riso per crescere e produrre, quantità simile a grano e mais. 4.000 mc percolano nel terreno ed alimentano la falda freatica, che si innalza e poi diventa disponibile nelle risorgive, per irrigare le risaie a valle. 24.500 mc escono dallo stramazzo della “camera” (tratto di campo cintato da argini) e scendono ad alimentare le altre “camere” a valle. Arrivando nel Po, tutta l’acqua che non è assorbita dalle piante, o non è evaporata nei campi e nei canali, serve all’irrigazione a valle.
Sono citati due metodi di riduzione dei consumi di acqua sperimentati negli ultimi anni: la subirrigazione e la sommersione turnata. Entrambe riducono il corso delle acque nelle falde e da una camera e l’altra, eliminando i vantaggi del riutilizzo. L’articolo completo lo puoi scaricare qui. Autore: Giuseppe Sarasso, Accademia di Agricoltura di Torino.
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