Ferraris versus Perinotti: alle dichiarazioni del presidente di Confagricoltura Vercelli sul finto riso biologico – «Non c’è dubbio che sul (finto) riso biologico si è voluto costruire una campagna mediatica alla ricerca del consenso e dello “scoop”. Se esiste il finto riso biologico chi lo sa lo denunci con nome e cognome, senza creare allarmismi pericolosi per tutta la risicoltura, e speculazioni. Oggi il biologico, la cui regolamentazione va vista in una ottica di norme europee, è un mercato di nicchia in espansione che risponde ad una richiesta di una fascia di consumatori, e che deve trovare la sua soddisfazione economica esclusivamente sul mercato» (http://www.risoitaliano.eu/perinotti-ecco-cosa-penso-del-mercato-interno-e-del-finto-bio/) – il presidente del gruppo riso del Copa-Cogeca ribatte duramente. «Per favore, ma cosa stiamo dicendo? Il finto riso bio una campagna mediatica?» esclama Ferraris. «io appartengo alla folta categoria dei risicoltori convenzionali e dico ben venga il riso bio, ma il vero riso bio: quando le Regioni attestano che la resa del biologico, che in condizioni normali raggiunge a stento il 60% di quella del riso convenzionale, è addirittura superiore i conti non tornano più e non possiamo certo prendercela con i media. Se il re è nudo è nudo, indipendentemente da chi lo dice» commenta. E propone: «Controlli seri e più frequenti sul biologico, che ora non ci sono; certificatori indipendenti dai produttori, che oggi sono i loro clienti, perché per quelle certificazioni li pagano; quote produttive come per le Docg in modo che il sistema bio acquisisca una stabilità e non divenga la prateria per chi ha bisogno di far quadrare in fretta i conti aziendali…» Ferraris adombra anche un rischio Europa: «se si continua a fare i furbi prima o poi finisce come con il 2078: un bel giorno Bruxelles scoprì che i finanziamenti che erogava non andavano né a ridurre le produzioni, nè a qualificarle e neanche all’ambiente. E tagliò» (10.07.2015)
DE MINIMIS: IL NUOVO REGOLAMENTO
La Commissione europea pubblica il 13 dicembre 2024, il nuovo regolamento che alza la soglia “de minimis”, a 50.000euro/agricoltore/triennio.