La notizia, diffusa in esclusiva da Risoitaliano, sul nuovo contingente tariffario che la Commissione europea intende concedere al riso vietnamita sta scatenando un putiferio in risaia. I risicoltori europei faranno sentire la loro voce a Bruxelles, per fermare questa concessione. La reazione di Giuseppe Ferraris (foto piccola), presidente del gruppo riso del Copa-Cogeca, è veemente, come dimostra in quest’intervista.
E’ vero che la Commissione europea si prepara ad autorizzare importazioni di riso dal Vietnam a dazio zero?
Ho letto quello che avete scritto e me lo confermano da Bruxelles. E’ un tradimento. Mi vien da pensare a quanti soldi l’Ue ha investito per convincere i risicoltori europei a coltivare riso indica e adesso si smobilita, senza pensarci su due volte. L’apertura di un contingente d’importazione a dazio zero di 76.000 tonnellate di riso (30.000 Basmati/Jasmine, 30.000 lavorato Lungo B, 16.000 semigreggio) avrà un impatto devastante, considerato che andrà a sovrapporsi a un flusso di 300mila tonnellate. Lo diremo al Ministro Martina e al Viceministro Calenda perché se ne facciano portavoce a livello di Consiglio Europeo.
Qual è la posizione dei sindacati agricoli?
Io conosco quella di Confagricoltura. Negativa. Totalmente negativa.
Perché?
L’apertura di un nuovo contingente, oltre ad avere un immediato impatto su un mercato comunitario già pesantemente condizionato dalle importazioni a dazio zero di riso lavorato e rotture di riso da Cambogia e Myanmar, rappresenterebbe un pericoloso precedente per i negoziati in corso con altri Paesi asiatici (Thailandia, Pakistan, India) e potrebbe estendersi ai negoziati con gli USA e con i Paesi del Mercosur.
Scusi, ma il governo non era già impegnato a ottenere la clausola di salvaguardia per fermare le importazioni cambogiane?
Lasciamo perdere…
No, non lasciamo perdere. A che punto è quel dossier?
Non esiste più. Inutile prenderci in giro. L’Italia ha alzato la voce inizialmente, poi l’ha subito abbassata: si è preso atto dell’impossibilità di ottenere la clausola in assenza di un nuovo regolamento, ma si è gettata la spugna troppo presto, senza cioè riuscire a strappare alla Commissione quello che era propensa a concedere, ovvero un contingente d’importazione, un dazio ridotto, una mediazione cioè che riducesse la pressione commerciale della concorrenza asiatica. Ora, addirittura, siamo alla resa incondizionata.
Organizzerete una protesta a Bruxelles?
Non servirebbe. Organizzeremo un’attività di lobbying politica. Chi vuole il consenso dei risicoltori deve guadagnarselo. Non accettiamo di essere venduti per una ciotola di riso. (11.07.2015)