Controllare la piralide del riso, Chilo supreslis, uno dei principali parassiti che affliggono le colture della riserva di riso di Calasparra attraverso i feromoni delle femmine. La larva penetra all’interno della canna della pannocchia, nutrendosi fino a completare il suo ciclo biologico. LEGGI L’ARTICOLO.
RISO DI CALASPARRA RIDUCE L’USO DI PRODOTTI FITOSANITARI
Il Governo della Regione di Murcia collabora con la Dop Riso di Calasparra per combattere questo parassita riducendo al minimo l’uso di prodotti fitosanitari. Una delle soluzioni è l’uso di diffusori contenenti il feromone della femmina. Così è possibile confondere i maschi che non individuano le femmine; in questo modo il numero di colture colpite dal parassita è ridotto, secondo l’Assessore all’Agricoltura, di Murcia, Sara Rubira.
IL SISTEMA ANTI PIRALIDE
Il sistema deve essere installato un mese dopo la semina e viene realizzato sotto la supervisione del personale tecnico del Consiglio Regolatore e del Servizio Fitosanitario. Vengono installate sei barre per ettaro; in ognuna vengono inserite sei unità di feromone, distribuite in modo omogeneo intorno agli appezzamenti di coltivazione sfruttando i margini e le strade che li delimitano.
Il materiale viene fornito dal governo regionale, sia i diffusori che le barre dove vengono impiantati, così come le trappole con i feromoni di monitoraggio per verificare che non ci siano catture e che quindi il sistema funzioni. Mentre il Consiglio Regolatore collabora con il posizionamento dei diffusori e della rete di monitoraggio, e con ulteriori controlli sulla coltura per verificare che non ci siano danni.
DIFFUSORI DI FEROMONI
Per rendere questo sistema più efficace, nella campagna 2024 i diffusori sono installati nel cento per cento delle parcelle, circa 500 ettari. Sono quindi acquistati 18.000 diffusori. Il costo di acquisto è di circa 15.000 euro con fondi propri della Comunità Autonoma. L’obiettivo è ridurre al minimo l’uso di prodotti fitosanitari. Prodotti che favoriscono la biodiversità della fauna intorno al fiume Segura. Un aspetto, secondo l’assessore Rubira, che differenzia questo tipo di agricoltura dalle produzioni di riso di Paesi terzi che continuano ad essere importate nell’Unione Europea.
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