L’Unione Europea punta sull’agricoltura biologica nella prossima programmazione Pac. Ottenere il 25% di Sau a biologico nel territorio Ue è uno degli obbiettivi posti dagli piani condivisi dagli Stati Membri (Green Deal, Farm to Fork e Biodiversità 2030), per questo si sta pensando di destinare parte del finanziamento relativo al I Pilastro al sostegno per questa impostazione colturale. Per fare ciò si inserirà un incentivo alla coltivazione biologica negli ecoschemi, elementi in via di perfezionamento ma di cui è certa la presenza all’interno della prossima programmazione (leggi il precedente articolo sul tema). Questa evenienza, tuttavia, crea preoccupazione all’interno del settore biologico stesso, in quanto i fondi destinati agli ecoschemi sono inferiori a quelli legati al II Pilastro, qualunque sia la percentuale del primo che si scelga di dedicarvisi (le opzioni sul tavolo sono 20%, 25% o 30%), come dimostra la seguente tabella:
La proposta della Commissione Europea (CE), ossia il 25%, sembra la più probabile ad oggi e ciò significherebbe che per ognuno dei 7 ecoschemi vi potrà essere uno stanziamento che oscilla dal 7% al 30% dei 907 mln di € totali, come sottolineato nel rapporto Nomisma (leggi articolo). Queste cifre sono da rapportare ai 2mln di ha circa che rappresentano l’agricoltura biologica oggi in Italia ed all’obbiettivo di 3mln di ha (25% circa del totale), che l’UE si è posta:
da 7% a 30% —> da 63,5 mln € a 272,1 mln €/2mln di ha —> da 32 €/ha a 136 €/ha
da 7% a 30% –> da 63,5 mln € a 272,1 mln €/3mln di ha –> da 21 €/ha a 91 €/ha
L’impressione data da questi numeri è che si parli di aiuti veramente risicati. Va sottolineato, tuttavia, che le modalità di sostegno alla produzione biologica sono ancora da definire. Probabilmente ci sarà ancora una misura dedicata nel II pilastro e non sappiamo se attraverso gli ecoschemi si sosterrà solo il mantenimento (80% circa della superficie bio), solo la conversione (20% circa della Sau bio) o entrambi.
Il parere di Federbio
In questo scenario complesso abbiamo deciso di confrontarci con alcuni esperti del settore biologico a partire da Maria Grazia Mammuccini, Presidente di FederBio: «Valutiamo positivamente l’inserimento del biologico negli ecoschemi, poiché le risorse destinate al Psr sarebbero insufficienti, come lo sono già state in molte regioni negli ultimi anni e dovendo far fronte ad una crescita del comparto. Mi auguro che la superficie biologica italiana possa raggiungere quote maggiori del 25 % propiziato dall’Ue. Oggi siamo al 16% (2mln di ha circa) contro una media europea pari all’8%, svolgendo un ruolo di leader nel settore (non in quanto a superficie assoluta ma relativamente alla Sau disponibile sul territorio nazionale e per numero di operatori); se vogliamo mantenere tale ruolo non possiamo accontentarci di puntare al 25% ma dobbiamo fare di più, noi proponiamo il 30% al 2027. L’Europa, attraverso il piano di azione destinato alla produzione biologica pubblicato a marzo 2021, ha messo sul piatto diversi strumenti destinati alla crescita del comparto, slegati dalla Pac, come il 30% dei fondi destinati alla promozione dell’agroalimentare, fondamentale per la sensibilizzazione dei consumatori, e il 30% dello stanziamento relativo alla ricerca e sviluppo del settore agricolo-forestale. Lo stanziamento di fondi deve crescere sotto tutti i punti di vista, dovendo rispettare un obbiettivo veramente ambizioso di crescita, per questo ritengo sia importante che i sostegni provenienti dalla futura Pac siano relativi sia al I Pilastro, come preannunciato dal tema ecoschemi, sia al II Pilastro, relativo alle misure del Psr come già avvenuto con successo nella precedente programmazione, essendo una delle misure in cui si sono registrate il maggio numero di adesioni scongiurando eventuali sprechi dei fondi. Questa impostazione è stata confermata nell’ultima bozza strategica a noi pervenuta in cui si afferma: “il sostegno all’agricoltura e zootecnia biologica avverrà attraverso uno specifico ecoschema, complementare agli impegni per la conversione e il mantenimento nell’ambito dello Sviluppo Rurale”. La nostra proposta iniziale è stata quella di sostenere il mantenimento negli ecoschemi e la conversione attraverso le misure del II Pilastro, tuttavia sarebbe stato necessario l’80% del plafond destinato agli ecoschemi per il sostegno al mantenimento e per questo, nel rispetto delle esigenze del Ministero di sostenere anche altre pratiche agronomiche virtuose dal punto di vista climatico-ambientale, abbiamo pensato di invertire la proposta (mantenimento nel Psr e conversione negli ecoschemi), vista la minor incidenza del sostegno alla conversione (essendo interessati meno ettari). Ad oggi non abbiamo avuto una risposta definitiva relativamente al sostegno ed alla sua strutturazione, ci auguriamo che soddisfi le nostre richieste che riteniamo indispensabili per il corretto sviluppo del comparto. Riguardo alle cifre noi riteniamo che lo stanziamento globale (comprensivo di entrambi i pilastri) debba essere almeno il doppio di quello registrato nella precedente programmazione, dovendo raddoppiare le superfici, per questo abbiamo chiesto, insieme alle altre associazioni del settore, 900mln di €. La critica che facciamo rispetto alla bozza di Piano Strategico Nazionale relativo alla prossima programmazione Pac è di aver inserito il sostegno all’agricoltura biologica unicamente come parte dell’obbiettivo di sviluppo sostenibile. Questo Piano, infatti, si compone di 9 obbiettivi e a nostro modo di vedere anche l’obbiettivo di competitività, come dimostrato da diverse realtà agricole che hanno scelto di adottare in maggioranza l’impostazione biologica per distinguersi (Chianti Classico 50% di superficie biologica, Franciacorta 70% di Sau biologica), l’obbiettivo climatico e quello legato alla biodiversità sono strettamente correlati alla produzione biologica. Siamo insoddisfatti, dunque, da questo documento che ci auguriamo di poter modificare nei prossimi incontri con il Ministro Patuanelli, che si è dimostrato disponibile al dialogo». Autore: Ezio Bosso