Queste settimane sono tra le meno significative dell’anno dal punto di vista irriguo. E’ per questo che sono quelle più importanti per la programmazione e la pianificazione delle prossime stagioni irrigatorie.LEGGI L’ANALISI PRECEDENTE QUI!
FALDA IN DISCESA
La falda prosegue nella fase di discesa e conferma un andamento più accentuato rispetto agli scorsi anni. Emerge sempre più evidente la necessità della programmazione della sua ricarica invernale. L’obeittivo è attenuare gli effetti della sempre minor disponibilità di neve.
Per fortuna il progetto sulla rinaturazione del Po, promosso da AIPO e da Autorità di Bacino, sta vivendo una fase di ripensamento grazie alle sollecitazioni sindacali promosse soprattutto da Confagricoltura a tutti i livelli. Appare davvero inspiegabile come si immagini di investire centinaia di milioni di euro del PNRR su progetti di rinaturazione dell’alveo del Po mentre non si affronta il tema della risorsa idrica approfondendo il tema della ricarica della falda con il concorso delle imprese agricole. Confagricoltura da tempo avanza proposte che si stanno facendo sempre più articolate e dettagliate.
PROGRAMMAZIONE STRATEGICA FALDA
Diventa centrale programmare e pianificare anche eventi estremi come quello dello scorso anno. L’eccezionalità climatica di questi primi 15 giorni del mese di ottobre sono ulteriore sintomo di un sistema in profondo cambiamento. Qui le regole del novecento non hanno più senso.
Ancora negli scorsi giorni si sono compromesse le riserve gliaciali. Il colore dell’acqua della Dora Baltea ne era prova, con il suo grigio colmo di trasporto solido.
Occorre imparare ad accumulare quanta più acqua possibile quando piove. Se per farlo occorre programmare la costruzione di grandi invasi, nel frattempo si deve pianificare la gestione di tutta la capacità di invaso esistente innovando la gestione dei serbatoi idroelettrici, avviando un urgente confronto su come accumulare più acqua nei laghi prealpini e su come accumulare acqua nel sistema della falda risicola. falda
LA NEVE NON C’E’
La mancanza di neve sull’arco alpino conseguente dell’innalzamento delle temperature significa avere almeno 2 miliardi di m3 di acqua in meno per la sola porzione nord occidentale, corrispondente ad almeno il 30 % di acqua in meno sul volume complessivo stagionale.
Ecco che occorre invasare quanta più acqua possibile in ogni serbatoio, lago o bacino. Una innovativa gestione delle grandi dighe idroelettriche, una nuova architettura legislativa e idraulica che consenta maggiori livelli idrometrici nei laghi prealpini e la gestione dell’invaso di falda con accumulo invernale, queste tre azioni diventano urgenti e occorre, da subito, pianificarle così da introdurre elementi di innovazione e di mitigazione del cambiamento climatico.
Meno faraonici progetti di rinaturazione del Po, per altro privi di piani di manutenzione post opera, e più pragmatismo nella gestione degli invasi esistenti mentre si progettano e costruiscono le grandi dighe.
RISERVE NEVOSE
L’analisi delle riserve nevose delle 4 stazioni nivometriche non è allo stato significativa, non appena si avvierà l’auspicata ricostituzione dell’accumulo si riavvierà il costante monitoraggio.
LAGO MAGGIORE
Nelle ultime due settimane il lago Maggiore ha visto un costante leggero calo dopo l’importante innalzamento delle scorse settimane. Attualmente il livello è di poco inferiore ad 1 metro. L’altezza autorizzata in questa stagione è di 1 metro. Dopo la fase di rapida salita, e conseguente discesa, attualmente si stanno erogando 166 m3/s.
Gli afflussi sono di circa 130 m3/s medi giornalieri. L’andamento idrometrico giornaliero presenta un saldo negativo. Il dato è in linea con l’autunno 2021.
Riportiamo i consueti grafici acquisiti dal sito laghi.net.
ANDAMENTO FALDA
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