La conclusione in corso della stagione irrigatoria estiva consente di sviluppare le prime analisi e considerazioni su questa annata colma di anomalie ma, per fortuna, con limitate difficoltà irrigue.
LEGGI LA PRECEDENTE ANALISI DI ALBERTO LASAGNA.
In prima battuta si può osservare come la stagione irrigatoria abbia avuto un andamento privo di criticità imponenti e le uniche difficoltà operative siano riconducibili o a eventi non programmabili (cedimenti o rotture) oppure a ritardi, spesso inevitabili, sulla manutenzione delle reti.
Il Lago Maggiore ha beneficiato, per l’intera stagione estiva del positivo andamento nivometrico prima e pluviometrico poi, che hanno permesso che il livello idrometrico non scendesse mai sotto lo zero di riferimento a Sesto Calende. Sicuramente apprezzabile la buona gestione dei volumi accumulati. Interessante, e per molti aspetti anche scontato, è poi analizzare come non appena è venuto meno l’apporto da scioglimento nivale, il Lago abbia iniziato una costante e importante fase di discesa interrotta solo dai temporali tardo estivi.
E’ poi in fase di studio il comportamento della falda freatica nel corso di questa stagione estiva e sono in corso di analisi le correlazioni con i diversi fattori antropici che la condizionano, primo su tutti l’andamento complessivo dell’idroesigenza in ambito agricolo.
NIENTE PICCHI DI ACCUMULO FALDA
Una prima lettura tecnica dell’andamento stagionale evidenzia come non si siano raggiunti i picchi di accumulo in falda freatica degli scorsi anni. Dal 10 al 30 agosto si è riscontrato un comportamento stabile, nell’intorno dei massimi stagionali. Questa serie di osservazioni porta un ulteriore elemento di riflessione in quanto evidenzia una diretta correlazione tra le portate introdotte nell’areale ampio dall’attività irrigua e la quota di portata restituita al sistema fluviale oltre che, in minima parte, alle falde confinate.
Si può iniziare ad ipotizzare che la portata irrigua distribuita nell’areale ampio del terrazzo risicolo nelle prime due decadi di agosto corrisponda a quanto restituito dalla falda al sistema fluviale, in un sostanziale equilibrio tra derivazioni e restituzioni, al netto della minima parte persa per evotraspirazione.
Il quarto anno di osservazioni puntuali e quotidiane della falda freatica, pur se sito specifiche, consente la costruzione di un modello concettuale dove appare evidente e confermata la correlazione tra attività irrigua, innalzamento della falda freatica e restituzione delle portate derivate al sistema fluviale ampio da cui originano le stesse portate.
MENO IRRIGAZIONE, IL SISTEMA NE RISENTE
Ciò che emerge nel 2024 è come l’iniziale eccezionale piovosità abbia dapprima dato un contributo positivo al sistema (marzo – maggio), ma abbia poi rallentato il picco massimo in quanto una parziale, ma comunque significativa, porzione dell’idroesigenza è stata soddisfatta dalle piogge limitando l’attività irrigua e, di conseguenza, la percolazione.
A differenza di quanto si poteva ipotizzare nelle scorse settimane appare poi anticipato l’inizio del calo della falda freatica e questo riporta l’attenzione sulla sommersione invernale. Un anticipo del calo della falda freatica significa che, in assenza di importanti precipitazioni nei mesi invernali, si possono raggiungere minimi nel prossimo mese di aprile quanto mai accentuati dei livelli di falda, con conseguenti ritardi nella riattivazione del fondamentale sistema dei fontanili e colature nella stagione irrigua estiva 2025.
Ecco che un’importante e diffusa azione di sommersione invernale può essere elemento di mitigazione e contrasto a queste potenziali criticità che, pur se di difficile previsione, possono essere intraviste sulla scorta delle attuali condizioni.
Preoccupa poi come il livello superiore della falda freatica nella stazione considerata sia in costante calo negli ultimi 4 anni a prescindere dalle condizioni al contorno, e questo porta ad intravedere correlazioni complesse sia con la tipologia e intensità delle precipitazioni: meno giorni di pioggia ma maggiore intensità e una considerevole minore nevosità potrebbero essere tra le concause di questo scenario per nulla positivo.
RISERVE NEVOSE
L’analisi delle riserve nevose delle 4 stazioni nivometriche analizzate nell’intorno del Monte Rosa diventa superflua in quanto a pari data la situazione è di un diffuso accumulo nullo.
L’analisi riprenderà a partire dal mese di novembre, nel frattempo si analizzeranno informazioni, nelle prossime analisi, di natura glaciologica.
LAGO MAGGIORE
Il lago Maggiore ha un livello idrometrico pari a circa 30 cm sullo zero di riferimento, in costante calo nelle ultime settimane.
Riportiamo i consueti grafici acquisiti dal sito laghi.net.
Dato in cm del livello idrometrico a Sesto Calende negli ultimi tre anni al 12 settembre.
ANDAMENTO FALDA
La falda freatica presenta, come già evidenziato in premessa, ha avviato, in anticipo rispetto agli altri anni, la fase di calo.
Rispetto al 2022, pur a fronte di un volume annuale integrato nettamente superiore, si è misurato un massimo leggermente inferiore e questo necessita di approfondimenti e di attenzione particolare in quanto, in presenza di un inverno poco piovoso e di mancata diffusa sommersione invernale, potrebbe avere ripercussioni sulla prossima stagione irrigua.
Prosegue la stima del volume accumulato nella falda freatica dell’areale risicolo Vercellese, Novarese e Lomellino sia con grafico pluriennale che con informazioni tabellari.
Nota sull’uso delle informazioni:
Si tratta di un modello sperimentale realizzato per affinare la conoscenza del comportamento della falda e si ribadiscono le modalità di lettura dei dati già indicate nelle precedenti analisi.
Nelle ultime settimane:
Si riporta l’andamento pluviometrico degli ultimi sei mesi (marzo – agosto) dell’ultimo triennio a Sartirana Lomellina.
SCALA DI ALLARME RISERVA IRRIGUA
La conclusione delle attività irrigue porta a sospendere la predisposizione della scala di allarme, l’attività, fino al mese di dicembre, verrà sostituita da una indicazione e previsione di massima.
Attualmente è da attenzionare l’anticipo del calo della falda freatica e il mancato raggiungimento dei massimi misurati nei precedenti anni. Autore: Alberto Lasagna, Confagricoltura Pavia