Il bando di gara con cui Expo 2015 sta cercando di selezionare una ditta o un consorzio d’imprese per la fornitura e la vendita in esclusiva di riso all’interno del padiglione Italia per tutta la durata della kermesse, cioè dal 1° maggio al 31 ottobre 2015, è sbagliato? E perché nessuno lo corregge? Ci siamo occupati dell’argomento quando il presidente dell’Ente Risi Paolo Carrà ha definito questa «un’occasione da cogliere al volo per grandi e piccoli imprenditori locali», aggiungendo «tutti dicono che bisogna essere protagonisti all’Expo. Bene, adesso alle parole facciano seguire i fatti». Il fatto è che il testo del bando scivola proprio sui soldi: laddove parla dell’offerta per l’aggiudicazione spiega che chi concorrerà dovrà versare un contributo che «non potrà essere inferiore a 200.000 euro» e poi, come sempre avviene, fa seguire la cifra dalla dizione in lettere «(duecentoventimila)». In altri tempi avremmo accusato l’inflazione galoppante… Sulle prime, ad esser sinceri, abbiamo pensato a una svista – anche se 200 e 220 non sono la stessa cosa e ventimila euro non sono bruscolini – che sarebbe stata rimediata in poche ore. Invece, a distanza di giorni, l’erroraccio resta lì e, come sa chi frequenta bandi e concorsi pubblici, potrebbe essere motivo di ricorsi se non di invalidità. La scadenza del bando si avvicina (è il 17 settembre) e l’errore riguarda una delle clausole decisive per l’aggiudicazione: perché nessuno si prende la briga di correggerlo? Per aver contezza del fattaccio si può scaricare il bando all’indirizzo internet: http://www.expo2015.org/it/avviso-pubblico-fornitura-e-commercializzazione-riso-padiglione-italia
DE MINIMIS: IL NUOVO REGOLAMENTO
La Commissione europea pubblica il 13 dicembre 2024, il nuovo regolamento che alza la soglia “de minimis”, a 50.000euro/agricoltore/triennio.