La Commissione Europea ha tenuto una consultazione pubblica sui pesticidi, scaduta il 12 aprile, per rivedere la sua Direttiva sull’Uso Sostenibile e per legittimare la sua strategia Farm to Fork, che vuole dimezzarne l’uso. La consultazione non ha certamente rispettato le leggi della statistica: era diretta a tutta la popolazione sapendo che gli agricoltori, che bene conoscono ed usano i pesticidi e ne sono più a contatto, rappresentano ormai solo il 3% della popolazione. I tossicologi, esperti in materia, non vengono consultati in merito. La stragrande maggioranza degli interrogati conosce i pesticidi solo dalla pubblicità fuorviante di chi propaganda il biologico. Il questionario è stato organizzato su richiesta dei deputati verdi, ed i quesiti sono stati scritti in base a presupposti pregiudiziali, in modo da indirizzare le risposte. Se questo sondaggio è un riflesso del livello di comprensione e rispetto che la Commissione europea ha per la scienza e l’agricoltura, agli agricoltori europei non resta che vendere la loro terra e trasferirsi in paesi che abbiano un minimo di rispetto per l’elemento più importante nella catena alimentare.
Quesiti sui pesticidi
Ad esempio, uno dei questionari proposti chiedeva un voto da 1 a 10 per dire se si è d’accordo sui seguenti quesiti:
- Far rispettare le regole esistenti, per esempio controllando più di frequente i Paesi Membri, per prendere iniziative legali in caso di mancato rispetto.
- Usare nuove tecnologie ed innovazioni quali la Precision Farming.
- Coltivare varietà più resistenti alle malattie per ridurre l’uso ed i rischi dei pesticidi chimici.
- Istruire gli utilizzatori affinché riducano l’uso ed il rischio dei pesticidi chimici.
- Mettere sul mercato pesticidi non chimici e meno rischiosi.
- Raccogliere dati sull’uso dei pesticidi in Europa.
- Informare ed educare i cittadini sui rischi e sui potenziali effetti dannosi dei pesticidi.
- Emanare misure per proteggere l’ambiente acquatico e l’acqua potabile.
- Vietare l’uso dei pesticidi in certe aree pubbliche come parchi, riserve naturali ed altro.
- Introdurre misure economiche (tasse, aumento dei prezzi dei pesticidi) per evidenziare i costi dei potenziali effetti negativi sulla salute umana, sulla qualità dell’acqua, e sulla biodiversità
Risponde l’esperto
Chi ha scritto queste domande, non sa che:
- Da almeno 40 anni il consumo di pesticidi in Europa è monitorato, e si sa che da allora è calato del 40%, ed il 50% dei principi attivi è stato vietato, lasciando in commercio solo quelli non dannosi per la salute.
- Per acquistare ed utilizzare i pesticidi è obbligatorio avere un “patentino” che dimostra di aver superato dei corsi specifici, che si rinnovano ogni 5 anni. La norma vale anche per i periti e laureati in Scienze Agrarie.
- La Corte Europea di Giustizia con la sentenza del 25 luglio 2018 ha paragonato ai deprecati OGM le nuove tecniche di miglioramento genetico, che sarebbero fondamentali per produrre velocemente varietà resistenti alle malattie, rendendone quasi impossibile l’autorizzazione.
- Nelle zone Natura 2000 e nelle aree frequentate dalla popolazione è già vietato applicare pesticidi.
- Viene già applicata una tassa sui pesticidi chimici, i cui proventi servono alla ricerca per sviluppare nuovi pesticidi non chimici, che sono raddoppiati negli ultimi venti anni. La differenza chimico-non chimico non distingue il dannoso dal non dannoso. Lo dimostra il parametro NOAEL (No Adverse Effect Level): esistono molti database tossicologici internazionali che lo pubblicano, espresso nella dose massima in milligrammi per kg di peso che una persona può assumere giornalmente di continuo senza avere effetti nocivi sulla salute. Il dato viene rilevato sulle cavie e poi diviso per 100 per precauzione. Da questi risulta che nello SPINOSAD, insetticida non chimico molto usato in biologico, il NOAEL per una persona che pesa 70 kg è di 168 milligrammi, rispetto ai 35.000 milligrammi del tanto vituperato erbicida chimico GLIFOSATE.
- I pesticidi in italiano si chiamano fitofarmaci, in quanto servono per curare le malattie delle piante coltivate o liberarle dalle infestanti. Come tutti i farmaci sono molto costosi, ed i sovradosaggi sono dannosi, per cui a nessuno conviene usarne in eccesso. Al contrario usarne dosi ridotte significa non guarire le piante, o non eliminare le infestanti, per cui sarebbero semplicemente sprecati.
- La coltivazione biologica, che utilizza solo pesticidi non chimici, produce per ogni ettaro la metà rispetto al convenzionale, che usa in modo sostenibile pesticidi e concimi chimici. Il restante fabbisogno alimentare dovrà essere acquistato dai Paesi fornitori (Brasile, Argentina, Malesia…), che per soddisfare il nostro appetito dovranno abbattere le poche foreste ancora in piedi: dal 1990 al 2014 ne avevano già abbattuti 11 milioni di ettari, e da allora hanno ancora incrementato l’attività.
Chi ha bisogno di essere istruito?
Intanto in Svizzera il prossimo 13 Giugno ci sarà un referendum per vietare tutti i pesticidi, promosso da un gruppo di ambientalisti. Il Governo consiglia di votare “NO” per evitare la necessità di acquistare derrate alimentari dal mercato mondiale. Se vincessero i SI avremmo a disposizione i preziosi risultati di una sperimentazione pratica. Autore:Giuseppe Sarasso