Come sappiamo, l’innalzamento del livello massimo di contenimento nel Lago Maggiore ha aiutato molto i risicoltori quest’anno. La regolazione del Verbano non è infatti casuale ma viene determinata da due elementi: da un lato la pioggia e la neve che cadono a monte dell’invaso e dall’altro la quantità di acqua trattenuta nel bacino. E se per il primo elemento poco si può fare è proprio il secondo che ha permesso di evitare l’emergenza, poiché,dopo un lungo braccio di ferro, l’autorità di bacino del Po ha permesso di alzare il livello massimo di contenimento della risorsa idrica nel Lago da 1,25 metri sullo zero idrometrico a 1,35 m, cassando invece la richiesta, continuamente riproposta dalla Svizzera e da alcuni Comuni piemontesi, per abbassare il tutto ad 1 metro. Ad oggi il lago si attesta così a circa 60 centimetri sopra lo zero e ha riserve d’acqua superiori all’anno scorso di 81 milioni di metri cubi. Se la situazione delle riserve idriche del Lago è in linea con quella del 2007, l’anno critico di riferimento, è stata proprio quella scorta d’acqua extra ad aver evitato il disastro. Ora si pensa a rilanciare, portando il livello del Lago, nelle prossime stagioni, alla quota massima di 150 cm.
Mario Fossati, Direttore Generale di Est Sesia, si dimostra fortemente favorevole alla manovra, dicendo: «La disponibilità dei volumi irrigui accumulati nel lago Maggiore è fondamentale per l’agricoltura e l’ambiente della pianura piemontese (vercellese e novarese) ma anche lombarda (lomellina, milanese e pavese): dal Ticino si derivano durante l’estate attraverso i grandi canali di sponda destra (piemontese sino a Cerano, poi lombarda da Cassolnovo) e sinistra (lombarda) ben 255 m3/s che, a seconda degli afflussi, determinano una diminuzione del livello del lago media di circa 5 cm/giorno (in condizioni di forte siccità, e conseguente diminuzione degli afflussi dei fiumi tributari al lago, si sono osservati cali anche di 7 cm/giorno o superiori). La richiesta di elevare a +1,50 m il limite superiore del sovralzo estivo è stata avanzata fin dagli anni ’60 per consentire una disponibilità di risorsa idrica fondamentale in grado di soddisfare, durante la stagione estiva, i fabbisogni di circa 10 giorni. Più volte sono state concesse deroghe e sperimentazioni, ma non si è ancora arrivati a un’autorizzazione definitiva. I buoni risultati della sperimentazione del sovralzo a +1,25 m hanno indotto l’Autorità di Bacino del fiume Po ad autorizzare in deroga per il 2019 il massimo a +1,35 m, con tutta una serie di prescrizioni cautelative. Questo ha sicuramente rappresentato una garanzia per una gestione efficace di una stagione irrigua iniziata con non poche difficoltà. È comunque necessario arrivare prima possibile al sovralzo di 1,50 m ed a una sua definizione normativa adeguata. L’immagazzinamento della risorsa primaverile nel ago e la sua distribuzione estiva attraverso le fitte ed articolate reti di canali irrigui consente, insieme agli evidenti vantaggi non solo agricoli ma per l’ambiente ed i cittadini (le campagne novaresi e lomelline sarebbero brulle e aride se non coltivate, e lo si può ben vedere dalle descrizioni degli storici della pianura prima della costruzione del canale Cavour), anche l’immagazzinamento ed il riuso multiplo della risorsa attraverso la falda freatica e le sue captazioni (risorgenze e fontanili). Basti pensare che nel comprensorio di Est Sesia 1/3 dei volumi distribuiti deriva da fonti interne».
«La stagione irrigua che volge al termine – prosegue – è stata nel suo insieme positiva ma non senza alcuni momenti di criticità che si è comunque riusciti a gestire in modo complessivamente positivo senza gravi e diffuse conseguenze per le colture. L’avvio di stagione è stato segnato da difficoltà causate essenzialmente dal ritardo nella ricarica della falda, che purtroppo ancora oggi non ha raggiunto i livelli massimi di escursione tipici di questo periodo; questo inizio di stagione posticipato è stata la conseguenza di un inverno particolarmente siccitoso e di una sempre maggiore diffusione della coltivazione del riso con il metodo della semina interrata. L’incremento del volume di invaso accumulato nel Lago Maggiore costituisce quindi certamente una garanzia ed una sicurezza per la gestione delle prossime stagioni irrigatorie e va utilizzata al meglio, insieme a strategie per lo sfruttamento efficiente delle falde freatiche, altro invaso fondamentale del comprensorio. Da simulazioni fatte dai nostri uffici si è potuto valutare infatti che la mancata ricarica primaverile della falda,dovuta ai ritardi nelle sommersioni e negli adacquamenti, ha lasciato scorrere inutilizzato al mare un volume d’acqua pari a 250 milioni di metri cubi, corrispondenti ad oltre 1 metro di invaso del Lago Maggiore!» Autore: Ezio Bosso