ENTE RISI RILANCIA L’ALLARME RESISTENZE

L’Ente Nazionale Risi torna a puntare i riflettori sulle resistenze agli erbicidi. Si tratta di un fenomeno segnalato da Risoitaliano già all’inizio di luglio (leggi l’articolo).

LE RESISTENZE PERSISTONO

Su Il risicoltore di settembre, i ricercatori del centro di Castello d’Agogna segnalano che «l’uso ripetuto negli anni di erbicidi con lo stesso meccanismo d’azione, nello stesso appezzamento, porta all’eliminazione delle piante sensibili. Tuttavia, lo stesso favorisce la selezione nel corso del tempo di popolazioni di malerbe resistenti sfuggite ai trattamenti. (Sai cosa fare per evitare resistenze?)

Una volta presente, la resistenza persiste per diversi anni, anche in assenza dell’erbicida che ne ha determinato la selezione, mantenendosi nei semi presenti nel suolo». Le contromisure possibili non sono molte, come evidenziato dal professor Ferrero (leggi l’articolo) e secondo i tecnici dell’Ente «spesso non è sufficiente cambiare il prodotto impiegato, poiché erbicidi appartenenti a famiglie chimiche diverse possono avere lo stesso meccanismo d’azione e, quindi, presentare il medesimo rischio di indurre la resistenza.

ERBICIDI: I RISCHI DEI MECCANISMI D’AZIONE

Alcuni meccanismi d’azione degli erbicidi presentano un maggiore rischio di selezionare malerbe resistenti, tra questi troviamo gli inibitori dell’enzima acetolattato sintetasi (ALS), gli inibitori dell’enzima acetilcoenzima A carbossilasi (ACCasi), le auxine sintetiche e le glicine. Molti erbicidi comunemente impiegati in risaia appartengono a famiglie chimiche dotate di questi meccanismi d’azione». il problema è talmente impattante che sta affermandosi a livello commerciale un ritorno al seme selezionato secondo i principi di Mendel, abbandonando le linee resistenti a principi attivi che generano queste resistenze.

GIUSTO RITIRARE MOLTI PRINCIPI ATTIVI?

L’Ente Risi accusa la politica di ritiro dal mercato numerosi principi attivi, riducendo le armi a disposizione per contrastare le malerbe. Dopo aver ricordato il caso delle alisme, fa quest’analisi della resistenza ai giavoni. «I giavoni (Echinochloa spp.) registrano nel corso degli ultimi anni un notevole aumento della comparsa di fenomeni di re- sistenza. Ciò accade in diverse colture (mais, soia, pomodoro e barbabietola), ma soprattutto su riso, rappresentando ad oggi una delle malerbe più difficilmente controllabili in risaia.

EFFETTI DELLE MALERBE SULLA PRODUZIONE

Alcune caratteristiche biologiche quali l’elevata quantità di semi prodotti, la scalarità di germinazione, la capacità di vegetare in condizioni climatiche avverse e la competitività manifestata fin dalle fasi iniziali del ciclo della coltura la rendono una delle infestanti più dannose. Numerosi studi hanno evidenziato che anche poche piante di giavone a metro quadro possono ridurre significativamente la produzione di riso.

CASI DI RESISTENZE MULTIPLE

Oltre alle resistenze agli inibitori dell’ALS, nel corso degli ultimi 10 anni diverse popolazioni di Echinochloa spp. hanno inoltre sviluppato resistenze agli inibitori dell’ACCasi. Infine, a partire da un primo caso osservato nel 2009, alcune popolazioni mostrano una resistenza multipla a entrambi gli inibitori (ALS e ACCasi)».

Ente Nazionale Risi svolge da anni attività di monitoraggio delle popolazioni potenzialmente resistenti sul territorio, in collaborazione con GIRE. Una prima sperimentazione rileva che è importante cercare di contrastare l’eventuale diffusione di fenomeni di resistenza target-site nei confronti degli inibitori dell’ACCasi. Si tratta di un meccanismo d’azione che ad oggi evidenzia una stabilità delle popolazioni resistenti.