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ENTE RISI: NESSUNA UFFICIALITA' SUGLI AIUTI ACCOPPIATI

da | 13 Giu 2014 | NEWS

Nessuna ufficialità “né sull’entità del pagamento per ettaro (anche se il budget totale pare sia stato concordato in 22,6 milioni di euro), né sulle modalità per ottenerlo”. L’Ente Nazionale Risi, attraverso una nota di Enrico Losi su Il Risicoltore in distribuzione in questi giorni, riporta in alto mare la questione aiuti Pac. Non una smentita a quanto trapelato dalle Regioni, ma una cauta attesa di mettere il timbro dell’ufficialità sulle notizie circolate subito dopo l’accordo del 27 maggio, che avrebbe sancito per la risicoltura, oltre al succitato budget, un plafond di 180mila ettari oltre il quale l’aiuto accoppiato sarà decurtato, scendendo prevedibilmente sotto quota 100 euro. Di questo “dettaglio”, come detto, manca ancora l’ufficialità, mentre c’è per tutto il resto. Scrive Losi: “Ciò che è certo è che il 27 maggio è stato raggiunto l’accordo tra il Ministro Martina e gli Assessori delle Regioni sul nuovo sistema dei pagamenti diretti. Si tratta di un’intesa di massima, della quale non è ancora disponibile un testo scritto. In base al comunicato stampa del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali le principali decisioni assunte hanno  riguardato: la convergenza, dove si è scelto di considerare l’Italia come Regione unica; la ripartizione dei sostegni accoppiati, per i quali è stata fissata una percentuale di utilizzo del budget dell’11%, pari a oltre 426 milioni di euro, lasciando il 4% delle risorse al pagamento di base. I settori sui quali sono state concentrate le risorse sono: zootecnia da carne e da latte, piano proteico, seminativi (riso, barbabietola e pomodoro da industria) e olivicoltura; per incentivare il lavoro giovanile, è prevista la maggiorazione degli aiuti diretti nella misura del 25% per i primi 5 anni di attività per le aziende condotte da under 40, assicurando il livello massimo di plafond disponibile che ammonta a circa 80 milioni di euro;  i soggetti beneficiari dei pagamenti diretti, con allargamento della “black list” ed esclusione dai contributi delle banche e delle società finanziarie, assicurative e immobiliari; si è deciso di applicare una riduzione del 50% dei pagamenti diretti sulla parte eccedente i 150.000 euro del pagamento di base e del 100% per la parte eccedente i 500.000 euro. In tale ambito è stato valorizzato al massimo il lavoro in quanto dal taglio saranno esclusi i costi relativi alla manodopera, salari stipendi, contributi versati a qualsiasi titolo per l’esercizio dell’attività agricola;
la definizione della figura dell’agricoltore attivo; le misure di sostegno per le aree svantaggiate e di montagna, per le quali è stata individuata una diversificazione delle condizioni per essere considerati agricoltori attivi e un premio differenziato per il latte di montagna. Nel comunicato non vi sono accenni né alla convergenza parziale (modello irlandese), né al pagamento del ”greening” a livello individuale o aziendale, probabilmente perché si tratta di aspetti che non sono mai stati messi in discussione durante le trattative”. Su quest’ultimo punto si sofferma una nota di Confagricoltura, la quale segnala “la notevole modifica apportata sulla definizione di agricoltore attivo. In particolare sono definiti come “agricoltori attivi” gli IAP, i CD, i coloni ed i mezzadri iscritti all’Inps (non quindi le imprese assuntrici di manodopera), nonché tutti i soggetti che hanno una partita IVA agricola attiva e presentano una dichiarazione annuale. Le aziende con superfici prevalentemente in zone di montagna e/o svantaggiate sono attive se hanno una partita IVA agricola attiva anche se non presentano dichiarazione annuale. E’ quindi venuto meno il criterio selettivo del fatturato di 7mila euro che aveva proposto anche Agrinsieme. Viene confermata invece l’esclusione dai pagamenti di banche, assicurazioni, società di intermediazione commerciale e pubblica amministrazione (incluse nella cosiddetta “black list”. Il requisito di agricoltore attivo non verrà comunque verificato per i soggetti che hanno percepito nell’anno precedente pagamenti diretti per un importo massimo di 1.250 euro (5mila euro nelle aziende prevalentemente in aree montane e/o svantaggiate – principio della “doppia soglia”). importanti alcune precisazioni in ordine al meccanismo di calcolo del taglio della “degressività” e del “plafonamento”. Si registrano infine alcune modifiche di rilievo ai criteri di concessione dei pagamenti accoppiati, in particolare per le carni bovine, il grano duro e l’olio di oliva. Rimangono comunque immutati il plafond destinato ai pagamenti accoppiati (11% del massimale finanziario pari a 427 milioni di euro) e i comparti beneficiari”. (13.06.14)

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