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DA CARRA’ A CARRA’ ?

da | 12 Mar 2015 | NEWS

paolo carràPaolo Carrà deve succedere a se stesso, come commissario ora e come presidente poi. E’ quello che presumibilmente comunicherà oggi, giovedì 12 marzo, Mario Guidi, presidente di Confagricoltura, al Ministro Martina. Il Mipaaf tra alcuni giorni dovrà nominare un commissario per l’Ente Nazionale Risi e l’attuale presidente è in pole position. La Confederazione italiana agricoltori – alleata di Confagricoltura nell’ambito di Agrinsieme – non ha avanzato una propria candidatura né l’ha fatto, per adesso, la Coldiretti. La prima mossa tocca dunque a lui, al risicoltore Mario Guidi. Oggi il presidente di Confagricoltura è atteso a Roma per presentare la proposta. Con quali idee in testa varcherà il portone di via XX settembre? Sicuramente in queste settimane si è reso conto di aver spazi di manovra esigui. Aveva detto agli amici che avrebbe visto bene “una donna” su quella poltrona, ma dopo la riunione della federazione riso dev’essersi ricreduto. Ufficialmente, i componenti della federazione riso gli hanno dato un pieno mandato che gli consente di decidere in assoluta libertà e lui ha preso atto della necessità di riformare profondamente l’Ente Risi (come vuole il governo e come lui stesso ha dichiarato a Risoitaliano) ma si è reso conto che una cosa è cambiare uno statuto e un’altra rivoluzionare equilibri antichi. Certo, Carrà è arrivato al traguardo del primo mandato molto indebolito dalle tensioni maturate all’interno della sua confederazione e dall’esito di alcuni dossier delicati (Pma, legge mercato interno, Antitrust) ma l’incertezza del momento è la sua principale alleata. Lui lo ha capito e ha rilanciato: il presidente uscente avrebbe presentato un corposo dossier a Guidi – un bilancio dell’attività svolta corredato da un patto scritto sul futuro – che avrebbe convinto il presidente di Confagricoltura a ricandidarlo. Ancor più decisivo sarebbe stato però il timore di Confagricoltura di veder arrivare all’Ente Risi un “tecnico”, espressione dell’attuale assetto politico del Ministero delle politiche agricole: se l’Ente va riformato, hanno pensato i risicoltori, è comunque meglio – hanno pensato i suoi dirigenti – che a farlo sia un agricoltore. Va detto che l’indicazione di Guidi non è vincolante per Martina ma il ministro non potrà non tenerne conto se le altre confederazioni si troveranno d’accordo nel sostenere la candidatura di Paolo Carrà (foto piccola). A questo punto, la partita si sposterebbe immediatamente sul consiglio d’amministrazione. Incassata la designazione di Silvano Saviolo (Confcooperative) da parte della Conferenza Stato Regioni, il Mipaaf dovrà rivedere gli equilibri all’interno del Cda, dove, escludendo i due rappresentanti dell’industria risiera, resta una sola poltrona da assegnare; è probabile che vada a un rappresentante di Coldiretti, oggi rappresentata dal veronese Gianmaria Melotti. Resterebbe fuori, di nuovo, la Cia. (Nella foto grande, il Cda uscente) (12.03.15)

PAGANINI SOTTO L’ALBERO

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L’offerta, nonostante un aumento nell’investimento di superficie del 37,6%, in seguito all’inserimento in griglia di Paganini, è in difetto

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