In occasione dell’ultimo Comitato di gestione OCM Unica, relativo ai cereali e allo zucchero del 28 maggio scorso, a Bruxelles la delegazione italiana ha presentato un documento relativo alle criticità emergenti legate alle importazioni in UE di riso in confezioni fino a 20 kg. I rappresentanti di Ente Risi hanno evidenziato un aumento ingente delle importazioni all’interno della UE di riso lavorato confezionato; nei primi sette mesi della campagna attuale sono infatti state importate 333.118 t di riso lavorato confezionato con un aumento di 118.118 t (+55%) rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna. Al 31 marzo 2020, il totale delle importazioni nell’Ue di riso lavorato confezionato ha rappresentato il 77% dell’import totale nell’Ue di riso lavorato; mentre l’import UE totale di riso lavorato (confezionato + sfuso), è risultato in calo di 53.767 tonnellate (-11%), evidenziando una sostituzione delle importazioni di riso lavorato sfuso (in calo di 171.885 tonnellate (-63%)). Per quanto riguarda i paesi di origine del prodotto si evidenzia la prevalenza della Tailandia con un 30% a cui segue la Cambogia con il 27% dell’import UE totale di riso lavorato confezionato.
L’Airi (Associazione Industrie Risiere Italiane) ha evidenziato, inoltre, che la commercializzazione del prodotto confezionato diretto al consumo finale permette ai Paesi esportatori di creare reti commerciali e di aumentare la fidelizzazione delle catene di distribuzione. La delegazione italiana ha richiesto alla Commissione di monitorare il fenomeno per contenere quanto prima una situazione che sta danneggiando tutti gli operatori della filiera, valutando o la possibilità di bloccare completamente le importazioni di riso lavorato e confezionato oppure di prevedere una linea tariffaria specifica che sia in grado di contrastare tali importazioni incontrollate. I rappresentanti della Commissione Europea hanno sostenuto la posizione italiana relativamente alle preoccupazioni che questi scambi di mercato comportano, in termini di spazio commerciale sottratto agli operatori europei. L’intervento della delegazione italiana è stato sostenuto dal Portogallo e dalla Francia. Durante la medesima riunione i referenti della Commissione Europea hanno accolto la richiesta della delegazione italiana di semplificazione della normativa che disciplina la richiesta di un certificato per l’esportazione del riso. In sintesi, la delegazione italiana ha chiesto di eliminare questo ulteriore aggravio burocratico per le imprese che esportano.