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ECCO PERCHÈ CI SONO GIAVONI RESISTENTI AL CYCLOXYDIM

da | 11 Lug 2023 | NEWS

giavoni

Torniamo sul caso delle resistenze al cycloxydim. La resistenza è segnalata dai risicoltori casalesi, perchè i risicoltori delle altre zone ci sollecitano con le loro preoccupazioni. Pertanto, chiediamo a un esperto indiscusso come il professor Aldo Ferrero di fare luce sul problema.

I MECCANISMI GENETICI E FISIOLOGICI

Come nasce una resistenza?

Ritengo utile, in premessa, ricordare che la resistenza di una specie di malerba nei confronti di un diserbante è la capacità naturale ed ereditabile di uno o più individui presenti in una popolazione della stessa specie di sopravvivere alla dose del diserbante normalmente utilizzata per il suo controllo.

L’uso ripetuto di diserbanti con lo stesso meccanismo d’azione, nello stesso appezzamento, porta all’eliminazione delle piante sensibili, mentre favorisce la selezione nel tempo delle malerbe resistenti. Queste ultime via via sfuggite ai trattamenti. La resistenza può persistere per diversi anni, anche in assenza dell’erbicida che ne ha determinato la selezione, mantenendosi nei semi che costituiscono la banca semi del terreno.

COME EVITARE LE RESISTENZE? GIAVONI

Quindi la selezione di malerbe resistenti dipende da chi usa gli erbicidi?

Gli erbicidi vengono classificati a livello internazionale sulla base del loro meccanismo di azione legato al tipo di alterazione fisiologica (biochimica o biofisica), attraverso il quale l’erbicida provoca la sua azione fitotossica sulla pianta su cui viene applicato.

La selezione di popolazioni di malerbe resistenti è causata dall’impiego ripetuto di erbicidi caratterizzati da un medesimo meccanismo d’azione, unitamente ad altre cause quali- Un esempio importante è la mancanza di rotazioni. A questo proposito occorre ricordare che non è sufficiente solo cambiare prodotto. Infatti, gli erbicidi appartenenti a famiglie chimiche diverse possono disporre di uno stesso meccanismo d’azione. In quest’ultimo caso presentano lo stesso rischio di induzione della resistenza.

Quando aumenta il rischio di resistenze?

Alcuni meccanismi di azione degli erbicidi presentano un maggior rischio di induzione di fenomeni di resistenza nelle malerbe del riso. Tra questi si ricordano nell’ambito degli erbicidi di interesse per la coltura del riso:

  • inibitori dell’enzima acetilcoenzima A carbossilasi (ACCasi), che include ad esempio le famiglie dei cicloesanedioni (i cosiddetti “DIM”, tra cui sono compresi cletodim, ciclossidim, profossidim, ecc.);
  • degli arilossifenossipropionati (i cosiddetti “FOP”, tra cui sono compresi cialofop-butil, propaquizafop, ecc.);
  • inibitori dell’enzima acetolattato sintetasi (ALS), che include ad esempio le famiglie delle sulfoniluree (tra cui è compreso tritosulfuron, bensulfuron metile);
  • imidazolinoni (che include imazamox);
  • triazolopirimidine (che include penoxsulam);
  • pirimidinil(tio) benzoati (che include Bispiribac Na)

I principali meccanismi che conferiscono resistenza alle specie infestanti possono essere così raggruppati.

  • Mutazioni nel gene che codifica per il sito bersaglio dell’erbicida, normalmente un enzima, che causano resistenze cosiddette “di sito di azione (o “target site”). Questo meccanismo interessa frequentemente inibitori dell’ALS, dell’ACCasi e si determina per insensibilità, alterazione o sovrapproduzione del sito di azione.
  • Aumento della capacità di degradazione dell’erbicida comunemente dette “non di sito di azione” (“non target site”). In questo caso la resistenza è dovuta ad esclusione oppure a detossificazione ad opera di particolari composti nella pianta (es. glutatione-s-transferasi e citocromo P-450).
  • Sovrapproduzione dell’enzima bersaglio; questa determina una sorta di “diluizione” dell’erbicida, facendo sì che siano necessarie concentrazioni maggiori del prodotto per inibire l’attività dell’enzima stesso.

Le piante possono manifestare diverse tipologie di resistenza.

  • Semplice: si determina nei confronti di erbicidi appartenenti ad una stessa famiglia chimica.
  • Incrociata: si determina nei confronti di erbicidi appartenenti a diverse famiglie chimiche, ma tutte caratterizzate dallo stesso meccanismo di azione.
  • Multipla: si verifica quando riguarda erbicidi appartenenti a famiglie chimiche caratterizzate da diversi 2 o più meccanismi di azione.

    IL CASO CICLOSSIDIM GIAVONI

Sono solo due anni che in Italia si usano varietà di riso tolleranti al ciclossidim……

Non si può con certezza affermare che il fenomeno di resistenza all’erbicida è indotto soltanto dopo l’introduzione delle varietà tolleranti. Potrebbe infatti riguardare popolazioni divenute esistenti allo stesso erbicida in trattamenti effettuati in anni precedenti con formulati contenenti un inibitore dell’ACCasi (lo stesso ciclossidim cletodim, propaquizofop) utilizzato nella falsa semina.

Meno probabile e certamente non augurabile, anche se possibile, potrebbe riferirsi a situazioni di resistenza multipla, cioè pre-esistente nei confronti di un meccanismo di azione (es. inibitore dell’ALS) e successivamente indotta nei confronti anche dell’ACCasi.

Cosa può fare un risicoltore che scopre giavoni resistenti nel suo campo?

Suggerirei di adottare strategie in grado di prevenire e contenere i fenomeni di resistenza, oltre a favorire l’applicazione di diversi strumenti di lotta. Sono esempi l’utilizzo di semente certificata, la semina in acqua alternata a quella in asciutta, utilizzo di miscele di erbicidi con diverso meccanismo di azione, eliminazione degli individui sfuggiti agli interventi soprattutto a partire dalle fasi iniziali di comparsa del fenomeno, rotazione colturale (ove possibile).

Eviterei l’uso di prodotti inibitori dell’ACCasi e, nel caso di accertata resistenza anche agli ALS inibitori (es. imazamox), rinuncerei anche all’impiego dei prodotti caratterizzati da questo meccanismo di azione.

Ricorrerei all’impiego di una o più delle seguenti tecniche e strumenti gestionali:

  • Falsa semina, attendendo il più a lungo possibile l’emergenza delle malerbe (compatibilmente con la scelta di una varietà di riso di ciclo adeguato), devitalizzandole, poi, ricorrendo ad interventi con glifosate ed eventualmente meccanici.
  • Pre-semina in acqua: intervento con benzobiciclon.
  • Pre-emergenza in semina interrata: intervento con pendimetalin, clomazone, napropamide.
  • Post-emergenza: intervento con fluorpyrauxifen-benzyl (Rinskor); l’impiego di cyalofop butile può presentare il rischio di mantenimento della resistenza nel caso di presenza di resistenze incrociate.

LEGGI L’ARTICOLO DI RISO ITALIANO: SCOPERTI GIAVONI RESISTENTI.

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