Nel corso del webinar riguardante il mondo dei moltiplicatori di semente risicola (svoltosi attraverso una diretta Facebook e Youtube, link), dopo la presentazione del libro “Le varietà di riso in Europa 2006-2020 – Caratteristiche e criteri di scelta” (presentazione ufficiale tra circa due mesi), eseguita da Luigi Tamborini (CREA Difesa e Certificazione), Andrea Ricciardelli, Dipartimento di Agronomia del Centro Ricerche sul Riso, ha proposto il suo intervento dal titolo “Alternate wetting and drying: una soluzione innovativa di gestione dell’acqua”, dicendo: «Esistono diverse tematiche legate alla gestione dell’acqua in risicoltura capaci di mettere la stessa in cattiva luce. Le condizioni di terreno in asciutta o sommerso influiscono su questa gestione ed abbiamo studiato gli effetti di una tecnica innovativa in Italia, seppur già utilizzata negli Stati Uniti, ossia l’ alternate wetting and drying (AWD, di seguito vi proponiamo la sua declinazione pratica con semina in acqua).
Dopo due anni di sperimentazione – prosegue Ricciardelli – possiamo affermare che l’AWD ha mostrato una produzione equiparabile alla classica semina in acqua, con un numero maggiore di culmi e spighette ma maggiore sterilità ed un ciclo colturale leggermente allungato. Gli studi stanno proseguendo per valutare l’incidenza dell’applicazione di questa tecnica su risparmio idrico e qualità delle acque».
Gabriele Mongiano ha illustrato le attività di ricerca del CREA Difesa e Certificazione, sede di Vercelli, spiegando che «le tematiche su cui ci siamo focalizzati sono lo studio e la caratterizzazione delle varietà di riso e la tecnologia delle sementi per quanto riguarda l’aspetto fitosanitario. Abbiamo studiato 351 varietà di riso, analizzandole sotto diversi punti di vista e misurando i 7 principali tratti agronomici: lunghezza culmo, lunghezza pannocchia, ciclo semina-fioritura, ciclo fioritura-maturazione, peso e biometrie della cariosside. Lavorando su 40 varietà rappresentative abbiamo concluso che le varietà più produttive sono quelle più equilibrate in ognuno dei 7 tratti agronomici presi in considerazione, mentre quelle dalle caratteristiche più estreme hanno produzioni più basse. Un altro studio è stato condotto sulla suscettibilità al brusone, con un campione di 250 varietà, in cui erano presenti le 20 più coltivate (che si sono dimostrate nel 60% dei casi suscettibili o mediamente suscettibili); alcune varietà nell’arco di 5 anni sono risultate molto più suscettibili alla malattia. Stiamo lavorando anche allo sviluppo di modelli per la simulazione della risposta di una varietà ad agenti esterni ed alla creazione di una concia innovativa per la semente, basata su oli essenziali e antagonisti microbiologici, che si sta dimostrando una valida alternativa, ammissibile anche in coltivazioni biologiche».
Patrizia Titone (CREA Difesa e Certificazione) ha parlato invece delle varietà di riso in iscrizione al registro italiano e le varietà protette da privativa comunitaria, dicendo: «Nel registro italiano sono 234 le varietà iscritte e 30 i responsabili del loro mantenimento in purezza. Tra questi 6 sono i principali: Lugano, Sis, Ente Risi, Almo, Sapise e Bertone. Nel 2020 abbiamo lavorato all’iscrizione di 52 varietà al registro (32 al primo anno e 20 al secondo) e il numero sarà uguale nel 2021 (26 al 1° anno, 21 al 2°, 3 al 3° e 2 reiscrizioni). Per quanto riguarda la collaborazione con la privativa UE, svolgiamo esami tecnici per l’iscrizione di nuove varietà e take-over, ossia fornimento della documentazione necessaria al CTO europeo per la registrazione di nuove varietà. Il ruolo di leader dell’Italia nella risicoltura europea si evince anche dai numeri del registro della privativa: i ¾ delle varietà sono di costituzione italiana e tra i leader nelle richieste vi sono le 6 ditte italiane sopracitate ed una spagnola (Semillas Certificadas Castells S.L.)». (Segue dopo l’elenco delle varietà)
Al webinar, Stefano Sacchi (LAB SFR Lombardia c/o Fondazione Minoprio) ha parlato della presenza del nematode A.Bessey nelle sementi di riso, un argomento annoso, già affrontato in parte nella scorsa edizione, che nasce dal cambiamento della normativa riguardante la certificazione della semente: «Questo cambiamento- spiega il ricercatore- ha reso Aphelenchoides besseyi un organismo nocivo regolamentato non da quarantena rilevante per l’Unione ai sensi dell’art. 36 capo III del Reg. 2016/2031/UE. Ciò significa che non è necessario delimitare l’area e non coltivare, però, essendo organismo nocivo, non può essere spostato in altre zone. Per questo motivo non deve essere presente nella semente, che deve certificarne l’assenza. La presenza dal 1996 (prima segnalazione) al 2010 è sempre calata, non certificando la semente in cui il nematode era presente, ma negli ultimi anni abbiamo avuto una crescita delle infestazioni (forse per la diffusione del reimpiego, ndr). Fortunatamente questo dato è nuovamente in calo, come dimostra il nostro studio, di cui vi avevamo esposto i risultati dei primi due anni di sperimentazione lo scorso anno, confermati dal lavoro svolto nel 2020». In conclusione Luigi Tamborini (CREA Difesa e Certificazione) ha prima esposto i numeri sulla produzione di sementi di riso nella campagna 2020/21 (già riassunti nel comunicato stampa del Crea) e, successivamente, elencato i premiati del 110° concorso moltiplicatori (di cui vi abbiamo parlato in questo articolo). Autore: Ezio Bosso