Il neo-Ministro Stefano Patuanelli ha recentemente esposto le linee programmatiche del Mipaaf, in occasione dell’audizione alla Commissione Agricoltura e Produzione agroalimentare al Senato del 9 marzo. Forse conscio del minimo consenso fornitogli dal settore agricolo, si dimostra fin dalle prime battute abile politico, definendosi disponibile al dialogo con le Commissioni e gli altri interlocutori del settore e ringraziando gli operatori agricoli per il lavoro svolto, in particolare in seguito all’esplosione della pandemia, dove «Si è dimostrata una grande resilienza», afferma.
Il tema centrale, come prevedibile, è stato quello delle politiche ambientali, o transizione ecologica, affiancato da diversi obbiettivi, quali il rafforzamento delle filiere e del rapporto tra produttori e consumatori, il sostegno al reddito agricolo, lo sviluppo di una vera economia circolare, la preservazione degli agroecosistemi, il rafforzamento dell’imprenditorialità degli ambienti rurali, la tutela dei diritti dei lavoratori dipendenti, l’accrescimento della consapevolezza sul tema della sostenibilità e la lotta agli sprechi alimentari con l’obbiettivo di migliorare il riutilizzo degli scarti. (SEI PRONTO A SEMINARE?)
Patuanelli: rilanciare il settore con un’agricoltura di precisione
«Equa distribuzione del valore, transizione ecologica, innovazione e trasparenza sono le parole chiave che devono indirizzare l’azione di Governo. – ha spiegato Patuanelli– Si tratta di valori che puntano a migliorare un settore fondamentale per il tessuto produttivo italiano, che deve integrarsi in modo più efficace nelle sue diverse componenti. Dobbiamo puntare ad obbiettivi efficaci sia nel breve periodo che nel medio e lungo. Le scelte che faremo nei prossimi mesi saranno fondamentali, visto l’ingente pacchetto di risorse che riceveremo a breve (ingente a livello generale, gli stanziamenti per la Pac a prezzi costanti, ossia considerando l’inflazione, perdono 38,9 miliardi nel prossimo periodo settennale, -10,2%, ndr). Il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, insieme alle strategie europee legate al Green Deal come Farm to Fork, sono occasioni imperdibili per rilanciare il settore, ma solo se affronteremo la transizione ecologica come un’opportunità di filiera in grado di coniugare sostenibilità e competitività del modello agricolo nazionale. Per farlo dobbiamo puntare allo sviluppo dell’agricoltura di precisione, capace di ottimizzare l’utilizzo delle risorse. L’innovazione tecnologica è di fondamentale importanza per l’agricoltura.»
In questo passaggio il Ministro ricorda il suo impegno precedente al Mise, in cui ha permesso l’accesso agli incentivi del Piano nazionale Industria 4.0 agli agricoltori. Si tratta di un provvedimento molto apprezzato dagli imprenditori agricoli e, a nostro parere, il modo migliore per puntare in modo costruttivo anche alla sostenibilità ambientale. Ci auguriamo che si prosegua, magari aggiungendo altri finanziamenti, nell’incentivazione economica al rinnovamento tecnologico, in questo modo si potrebbero raggiungere gli obbiettivi della transizione ecologica, tema sul quale si lavora in primis per soddisfare le richieste dell’elettorato e non quelle degli agricoltori stessi, da sempre attenti all’ambiente in cui lavorano, essendo la loro ricchezza, ed utilizzatori dei mezzi di produzione forniti dal mercato, avendo come obbiettivo principale e legittimo il profitto, come tutte le attività lavorative.
Interventi sui contratti di filiera e sulla PAC
Patuanelli ha successivamente posto l’accento sui contratti di filiera, «Capaci di garantire stabilità dei prezzi ed equa distribuzione del valore», sull’efficientamento della logistica, al fine di diminuire gli sprechi e migliorare l’approvvigionamento, e sulla produzione di energia rinnovabile, parlando di incentivi per installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti dei fabbricati rurali in modo da evitare il consumo di terreno (come esplicitamente sottolineato all’interno del piano Farm to Fork).
«Migliorare l’adattamento ai cambiamenti climatici è fondamentale per il nostro territorio- ha continuato il Ministro- vista la crescita della manifestazione di eventi atmosferici estremi. Riguardo alla produzione biologica, l’obbiettivo europeo sarà destinare il 25% della superficie a questo modello produttivo. In questo senso l’Italia è un passo avanti rispetto agli altri paesi, avendo una leadership indiscussa riguardo tutti gli indici (consumo, superfici, etc…),tuttavia dobbiamo puntare a rafforzare i controlli e potenziare la ricerca, al fine di consolidare questo primato. Parlando di ricerca in generale, voglio sottolineare come una ricerca pubblica forte sia garanzia di sviluppo per l’Italia, per questo vi saranno investimenti in questo campo, come la digitalizzazione del Sistema Informativo Agricolo Nazionale (Sian) per il quale è già stata elaborata una proposta.
Riguardo alla Pac dobbiamo accelerare i lavori sul Psn (Piano strategico Nazionale), da presentare all’Ue entro fine 2021, e gestire la fase transitoria, per la quale sto interloquendo con gli Assessorati all’Agricoltura regionali riguardo la gestione dei fondi Feasr relativi al Psr. Com’è noto alcune decisioni fondamentali degli Stati Membri andavano prese entro il 19 febbraio, obbiettivo che non si è potuto conseguire a causa della crisi di Governo. Per questo motivo è stata prorogata la sospensione della convergenza interna per l’anno in corso, che riprenderà nel 2022. Tornando alla definizione del Psn, l’insediamento del tavolo di partenariato finale è previsto per questo mese. Questa strategia dovrà puntare anche al rilancio dei territori rurali, che hanno visto una crescita di abitanti in seguito allo sviluppo del lavoro agile, per i quali è necessario colmare il gap tecnologico emerso in questo periodo, anche al fine di incrementare la digitalizzazione delle aziende agricole. »
Tutelare il “Made in Italy”
Patuanelli in seguito è passato al tema della tutela del Made in Italy, per il quale ha spiegato che vantiamo il primato mondiale nei riconoscimenti geografici (Igp, Dop, etc..) e di sistema produttivo (biologico, biodinamico, etc…). l’impegno istituzionale, attraverso strutture di controllo come l’Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e Repressioni Frodi dei Prodotti Agroalimentari (Icqrf), in questo campo sarà volto al controllo ed alla tutela di questi riconoscimenti (‹‹Che saranno tutelati come un marchio privato a livello internazionale›› ha spiegato ) ed, in generale, alla prevenzioni dalle frodi generate dal falso agroalimentare italiano, definito ‹‹una vera piaga›› dal Ministro.
«Riguardo all’etichettatura si punterà a favorire un’evoluzione della normativa comunitaria mentre a livello nazionale si consoliderà le norme attualmente in essere, riguardanti diversi settori (tra cui il riso, ndr). Verrà rifiutato il Nutriscore e proposto un modello alternativo, lo schema a batteria, ricordando che la dieta mediterranea è patrimonio riconosciuto dall’Unesco, per questo è impensabile che una bibita gassata sia classificata come il Parmigiano Reggiano dal punto di vista nutrizionale.
Voglio aggiungere che i tavoli di filiera, che abbiamo sperimentato in diversi settori, rappresentano gli strumenti più adatti per la programmazione di interventi in grado di apportare valore aggiunto all’intero settore interessato, attraverso la realizzazione di obbiettivi condivisi da tutti gli attori coinvolti grazie al confronto scaturito da questi incontri. Altro tema importante è quello della vendita diretta, per la quale lavoreremo al fine di semplificare la gestione burocratica ed incentivare la sua adozione. Infine lavoreremo anche per semplificare l’accesso al credito, fondamentale in un settore che richiede un elevato investimento di capitale, come quello agricolo.»
Patuanelli ad Agrifish
In seguito a queste dichiarazioni il Ministro Patuanelli è intervenuto ad Agrifish, il vertice dei Ministri dell’agricoltura e della pesca Ue che si è svolto il 22 e 23 marzo a Bruxelles. Qui ha esposto la posizione italiana sui vari punti affrontati, sottolineando la necessità di procedere all’accordo per la nuova Pac, andando al di là delle criticità e delle differenti posizioni dei paesi membri.
Il Ministro si è dimostrato concorde sia sulla definizione di “agricoltore attivo” flessibile, individuato attraverso criteri stabiliti dagli Stati membri per avere ampi margini, sia sul capping, digressività dei pagamenti e pagamento redistributivo, su cui è necessario muoversi verso una loro applicazione facoltativa a livello di Stato membro. Per quanto riguarda la convergenza interna, il Ministro ha sottolineato come sia preferibile per l’Italia mantenere il livello minimo del 75% come proposto dalla Commissione. Patuanelli ha poi proposto di continuare a lavorare per rendere il nuovo modello di governance, il New Delivery Model, più semplice ed efficace, riducendo la burocrazia e la reportistica ed evitando che si preveda un doppio livello di controlli (performance e regolarità) che comporterebbero un aggravio amministrativo. Infine, ha chiesto di rivedere il mandato che riguarda l’utilizzo degli strumenti di gestione del rischio, che prevedono i meccanismi di supporto per gli agricoltori per affrontare i disastri causati da eventi climatici catastrofali, alzando l’aliquota attuale dall’1 ad almeno il 3%.
La lotta al Nutriscore
L’1 aprile il neo-Ministro è intervenuto nuovamente, questa volta al summit organizzato da Coldiretti, “Recovery Food, l’Italia riparte dal cibo”, dove ha esposto alcuni temi citati in occasione dell’audizione alla Commissione Agricoltura e Produzione agroalimentare al Senato, come le perplessità sul Nutriscore (definito: «Idiota meccanismo a semaforo»), il ritorno dei cittadini alle zone rurali, la tutela dei lavoratori, lo sviluppo dei contratti di filiera, la transizione ecologica e l’innovazione tecnologica.
In riferimento all’ Agricoltura 4.0, Patuanelli al termine del summit ha parlato, attraverso un post Facebook, di una possibile interessante novità: “Il credito d’imposta cedibile come mezzo di pagamento di beni e servizi tra privati, e cedibile agli istituti di credito, ha trovato definitivamente legittimazione nella relazione finale del Senato sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. È una grande opportunità che abbiamo introdotto con il Superbonus 110% e con cui è possibile effettuare lavori praticamente a costo zero. Dobbiamo fare in modo che anche per le altre misure che utilizzano il credito d’imposta come strumento incentivante si applichi la stessa semplificazione: ad esempio per il Piano Nazionale Transizione 4.0, che ingloba Agricoltura 4.0 e che vale circa 25 miliardi di euro. Sarebbe uno step fondamentale per tutto il tessuto produttivo del Paese, tenendo conto del fatto che il Piano Nazionale Transizione 4.0 coinvolge la totalità delle imprese italiane.”
I sindacati agricoli si dimostrano disponibili nei confronti del neo-Ministro. Coldiretti, in seguito all’organizzazione del sopracitato summit di giovedì 1° aprile a Palazzo Rospigliosi, sede romana del sindacato, ha continuato a sostenere Patuanelli, soprattutto in riferimento alla lotta al Nutriscore.
Confagricoltura ha invitato il Ministro ad intervenire alla cerimonia di premiazione del Premio nazionale per l’Innovazione, che si è svolta l’11 marzo in diretta web da Palazzo Della Valle a Roma. Il Premio, nato due anni fa, vuole valorizzare quelle realtà del settore primario che si sono distinte in termini di tecnologie applicate in agricoltura, e il ruolo centrale degli imprenditori agricoli come promotori dello sviluppo economico del territorio e del Paese. In quest’ occasione Patuanelli ha affermato: «La sfida dei prossimi anni sarà quella tra cibo naturale e cibo sintetico. Dobbiamo far sì che l’innovazione accompagni la produzione di cibo naturale in questa grande sfida. Questo premio va in questa direzione, quindi la capacità attraverso l’innovazione di processi e di prodotti di essere competitivi producendo cibo naturale, di qualità in un contesto di sostenibilità ormai ineludibile. »
Sensoristica per l’agricoltura
Riguardo a Cia, il Ministro è intervenuto alla Direzione nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, con un videomessaggio dedicato in cui ha detto: «La legislatura ormai è oltre la metà della sua durata, quindi dobbiamo essere concreti. L’agroalimentare è un settore fondamentale per il nostro Paese, il comparto ha patito la crisi pandemica, in modo non simmetrico. Oggi è il momento di ristorare chi ha perso ma anche di programmare il futuro. Il tema dell’innovazione, lo sviluppo delle tecnologie emergenti, come la sensoristica, è fondamentale per il settore agricolo, per continuare a produrre aumentando la propria competitività. » Autore: Ezio Bosso