Tempo di semina e anche di difesa: mentre i risicoltori avviano la nuova campagna risicola, abbiamo voluto sentire l’opinione del professor Aldo Ferrero del dipartimento di scienze agrarie, forestali e Alimentari dell’università di Torino, uno dei massimi esperti in materia di infestanti del riso.
Perché tante infestanti minacciano questa coltura?
Le motivazioni sono essenzialmente tre:
1 – La coltivazione in acqua: già di per se favorisce lo sviluppo delle malerbe oltre alla coltura
2 – La monosuccessione: ha favorito le infestanti tipiche da risaia (giavoni, alisme, ciperacee, riso crodo etc..)
3 – La riduzione del numero di principi attivi e meccanismi d’azione, iniziata negli anni ’90 ed in continua evoluzione sino alle recenti disposizioni comunitarie, ha contribuito ulteriormente alla selezione di specie resistenti agli erbicidi.
Quali sono le infestanti principali?
Le principali malerbe di difficile controllo sono sicuramente i Giavoni (Echinochloa spp.) , il riso Crodo (nella foto), le ciperacee (principalmente Cyperus mucronatus e C. difformis). Poi vi sono una serie di altre infestanti emergenti da non sottovalutare, come Heteranthera, Alisme, Bidens, Ammania etc.
Quali strumenti è possibile utilizzare?
Una prima strategia può essere la tecnica della falsa semina, favorendo l’emergenza precoce di infestanti quali riso Crodo e Giavoni ed intervenendo tempestivamente con prodotti diserbanti. Ne consegue che la scelta varietale dovrà spostarsi su risi a ciclo precoce.Una seconda strategia è la scelta di varietà tolleranti a particolari principi attivi, pensiamo alla consolidata tecnologia Clearfield (p.a. imazamox) o alla recente tecnologia Provisia (p.a. cycloxydim). Possiamo così pensare, con queste nuove tecnologie, di alternare le tipologie di coltivazioni per alternare negli anni i principi attivi utilizzati.
Per quanto riguarda le coltivazioni biologiche, quali tecniche possiamo adottare?
Nel biologico dove le armi impiegabili sono ancora meno, ci si deve concentrare sulla tecnica della Falsa semina, prevedento interventi di strigliatura, erpicatura e sarchiatura. Altra possibilità è quella di utilizzare Cover Crops con essenze quali Veccia (azotofissatrice), loietto (azione di copertura che impedisce sviluppo delle infestanti) e Rafano (riduce la moltiplicazione di nematodi). Tra i vantaggi di questa tecnica ricordiamo l’apporto di Azoto e sostanza organica. La chiusura del ciclo avviene schiacciando le colture di copertura con un rullo e poi allagando la risaia, rendendo difficile l’emergenza delle infestanti (tecnica della pacciamatura verde). Autore: Vittoria Percivalle