Molte aziende agricole si sono viste accreditare di recente dalla Regione Lombardia un pagamento di importo molto contenuto; questo deriva dal fatto che la Regione, verso l’inizio di ottobre, ha emesso i decreti di pagamento per la restituzione alle aziende agricole del taglio operato sui contributi PAC per la cosiddetta “disciplina finanziaria”. In pratica, a chi fa la domanda PAC, viene trattenuta una piccola percentuale in modo da creare un fondo di riserva in caso di crisi. Se tale fondo non viene utilizzato, la normativa Europea prevede che venga restituito agli agricoltori.
Riserva di crisi
Il concetto di riserva per la crisi agricola e il suo meccanismo di rimborso sono stati concordati nel 2013. Ogni anno l’Unione europea è tenuta a creare un fondo il cui importo deve essere pari almeno a 400 milioni di euro. Tale riserva di crisi viene creata attraverso una riduzione dei pagamenti diretti secondo le regole di un meccanismo che serve a garantire che le spese per l’attuazione della Pac non superino i limiti stabiliti nel bilancio dell’Ue. La proposta di regolamento sull’applicazione del meccanismo di disciplina finanziaria viene adottata dalla Commissione europea e mandata, entro fine marzo, al Parlamento europeo e al Consiglio dell’Ue.
Come funziona il rimborso?
Il regolamento della Commissione europea precisa che gli Stati membri per beneficiare del finanziamento sulle spese sostenute per i rimborsi, devono effettuare i versamenti ai beneficiari prima del 16 ottobre 2019. Per rimborsare gli agricoltori, l’intero processo si svolge sotto la “gestione condivisa”, analogamente ai pagamenti diretti della Pac, vuol dire che la responsabilità ultima per la gestione del bilancio spetta alla Commissione europea in unione con i singoli paesi dell’Ue che distribuiscono i fondi e gestiscono le spese. Fino all’80% della spesa di bilancio dell’Unione europea è gestito dagli Stati membri nell’ambito della cosiddetta gestione condivisa in settori come l’agricoltura, la crescita e l’aiuto all’occupazione nelle regioni (fondi strutturali e di investimento europei). L’Ue, quindi, paga gli Stati membri i quali pagano direttamente gli agricoltori, ma soltanto quelli che si erano registrati per ottenere la disciplina finanziaria nel precedente esercizio finanziario. Ciò significa che agli agricoltori che ricevono oltre 2mila euro da reddito Pac, viene trattenuta una percentuale dai pagamenti diretti. Alla fine è questo l’importo che viene rimborsato. Per il 2018, la Commissione ha chiesto la riduzione dell’1,3% dei pagamenti diretti in eccesso, per avere una riserva di crisi di circa 495,5 milioni. Sono stati rimborsati 444 milioni di euro agli agricoltori per il fondo riserva non utilizzato nel 2018. All’Italia spettavano 37,1 milioni che lo Stato ha reso agli agricoltori beneficiari nel mese di dicembre 2018. Sul 2019 non ci sono ancora le cifre. Autore: Martina Fasani