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ECCO COME CONTROLLARE LA TARATURA DELL’ASPERSIONE

da | 27 Gen 2020 | Tecnica

fitofarmaci

Agli incontri tecnici organizzati da Ente Risi, che coinvolgono in questi giorni i territori di Vercelli, Novara, Pavia, Milano, Ferrara, Verona e Oristano, si parla anche di aspersione dei prodotti fitosanitari. Quello che raccontiamo è l’intervento tenuto dal tecnico Gianluca Bertone nel Vercellese: «Il dosaggio dei prodotti all’aspersione – ha spiegato – deve essere il più costante e corretto possibile, al fine di prevenire le problematiche, economica e di fitotossicità in caso di utilizzo eccessivo e relativa all’insorgere di resistenze e al mancato effetto in caso di utilizzo deficitario. Il mezzo di dispersione del principio attivo deve, dunque, essere perfettamente tarato, e dal 2021 l’obbligo di controllo sarà ogni 3 anni e non più ogni 5 come ad oggi.

Formula della taratura

Io consiglio di verificare ogni anno la taratura, effettuando un controllo autonomo della portata, attraverso una semplice formula

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che ha come variabili il volume da distribuire in l/ha, la velocità di avanzamento e la distanza tra gli ugelli in metri. Ad esempio con 260 l/ha (100 l/giornata), ad una velocità di 6 km/h e con ugelli distanti  0,5m, otteniamo una portata dell’ugello di 1,3 l/min, successivamente misurabile facendo lavorare per un minuto l’ugello sopra un cilindro graduato, verificando la quantità di liquido asperso. Se la pressione non è ottimale bisogna regolare le valvole di esercizio, o quella generale o quelle delle singole sezioni. Importante, oltra alla taratura, è la condizione di usura degli ugelli, che incide moltissimo sull’efficienza del lavoro di aspersione. Per valutarla il mio consiglio è montare un ugello nuovo e confrontare la portata, attraverso prove come quella descritta poco fa, con uno in uso; se la differenza supera il 10% si deve procedere alla sostituzione.

Ugelli in commercio

Gli ugelli in commercio differiscono per la loro portata, la grandezza delle gocce e il loro raggio di incidenza, caratteristiche identificate dal colore dell’ugello stesso. Un parametro importante per la scelta dell’ugello è la dimensione delle gocce; gocce molto piccole hanno una vita utile(tempo che precede l’evaporazione) molto breve e in stagioni calde si rischia di non raggiungere il bersaglio, viceversa gocce troppo grosse subiscono più facilmente deriva e ruscellamento, finendo per aggregarsi e scivolare via dalla superficie fogliare. In un ugello tradizionale, fino a 3 bar di pressione, la goccia è media, mentre in un ugello anti deriva, fino a 2,5 bar, abbiamo gocce grosse, che diventano molto grosse con ugelli ad induzione d’aria, anche con pressioni elevate (7/8 bar). La pressione, chiaramente, influisce molto sulla dimensione delle gocce. Valutare temperatura ed umidità relativa quando effettuiamo un trattamento è, dunque di fondamentale importanza per scegliere al meglio il nostro ugello (gocce più piccole e maggiori pressioni per trattamenti invernali, più grosse per quelli estivi per evitare l’evaporazione), tuttavia, come sempre, il vento gioca un ruolo fondamentale. In condizioni ventose bisognerebbe evitare di trattare ma, se proprio non si può evitare e non si superano i 18 km/h di velocità dell’aria, bisogna utilizzare ugelli anti deriva o a induzione d’aria. Altro elemento fondamentale è l’altezza di lavoro della barra, che deve seguire l’altezza del bersaglio, cercando ci mantenere una sovrapposizione del 50% tra i getti degli ugelli consecutivi nel punto di contatto con lo stesso. Importantissimo anche applicare un ugello a getto tagliato per il fine barra». Collegato a questo tema vi è ovviamente quello dei residui, affrontato da Stefano Afric, ricercatore del Centro di Ricerca sul Riso di Castello d’Agogna, che durante gli incontri espone lo studio condotto da Marco Romani ed il suo team, relativo alla residualità di alcuni prodotti fitosanitari in terra, acqua e sostanza vegetale prodotta nelle camere, tema affrontato in precedenza da Risoitaliano (leggi). Autore: Ezio Bosso

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