Il controllo della Pyricularia oryzae, responsabile del Brusone nel riso, rappresenta uno dei principali ostacoli alla risicoltura, senza dimenticare inoltre che la lotta a questo patogeno comporta una residualità di fungicidi nel prodotto finale, e l’attuale orientamento legislativo tenderà sempre di più a limitarne l’utilizzo.
RESISTENZE NATURALI GENI
La soluzione più efficace ed ecosostenibile a questo problema è l’utilizzo delle resistenze genetiche naturali. I geni di resistenza al patogeno conosciuti, sono più di cento, tuttavia la maggior parte di essi conferiscono una tolleranza solamente a ceppi specifici del parassita. Tale resistenza inoltre, è superata dall’agente patogeno in brevi periodi. Tutto ciò ha orientato la Bertone Sementi a intraprendere la piramidizzazione, (l’unione in un’unica pianta) dei geni di resistenza Pib, Piz, Pik, Pita e Piz-t in varietà di riso temperate japonica, tipiche dell’areale Italiano ed Europeo. Attraverso l’uso congiunto di tecniche tradizionali di breeding e dei marcatori molecolari, sono state costituite linee con resistenze multiple ed utilizzate come donatrici universali. Il primo risultato concreto derivato da queste linee è la varietà LASJKK20 iscritta nel 2022 ed inserita nel gruppo Arborio. (VEDI IL VIDEO DELLA NUOVA VARIETÀ)
MARCATORI E PROVE
Le resistenze sono state validate tramite analisi con marcatori molecolari, prove di inoculo in ambiente controllato e prove agronomiche in pieno campo con concimazioni forzate (N 200 U). Tali prove hanno confermato la forte resistenza della varietà al Brusone con risultati sorprendenti. Le prove agronomiche sono condotte per due anni consecutivi, in triplicato e in due condizioni irrigue, con trattamenti erbicidi mirati, ed in raffronto con una varietà coltivata solitamente utilizzata come testimone, trattata anche con fungicidi, al termine del raccolto è stata effettuata un’analisi multiresiduale su risone, per la verifica di un’eventuale presenza di residui di agrofarmaci.
NESSUN FUNGICIDA
E’ emerso che la varietà LASJKK20, pur non ricevendo trattamenti fungicidi, ha presentato uno stato sanitario maggiore rispetto sia al testimone non trattato che a quello trattato, rivelando un potenziale produttivo maggiore. Il testimone trattato con fungicida inoltre, pur non presentando residui di erbicidi, manifestava la presenza di residui di fungicidi; la varietà LASJKK20 d’altro canto, non ha mostrato residualità rilevabili grazie all’introduzione delle resistenze che hanno permesso di evitare l’utilizzo di fungicidi. In conclusione, l’introduzione di resistenze multiple alla P. oryzae, si sta rivelando un valido strumento per la lotta al brusone del riso, garantendo insieme alle varietà future che usciranno, una risicoltura sostenibile evitando l’impiego di trattamenti fungicidi e raggiungendo l’obbiettivo di un residuo zero di agrofarmaci, in un’agricoltura integrata, con conseguente diminuzione dei costi ed un incremento produttivo. Autori: Orasen, G., Saviolo, A., Bertone, M.
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