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ECCO CHI TAGLIERÀ L’ACQUA IRRIGUA

da | 23 Mar 2022 | NEWS

Siccità

Le aree risicole delle regioni del Nord Italia sono interessate da una situazione di penuria idrica. I laghi e i fiumi sono molto bassi, ai minimi storici. Le scarse nevicate dei mesi invernali e il protrarsi di temperature superiori alla norma che hanno favorito lo scioglimento del manto nevoso, contribuiscono alla situazione di carenza d’acqua.

Secondo Arpa “L’inverno 2021-2022 è infatti sul Piemonte il 3° più caldo degli ultimi 65 anni con una anomalia positiva di temperatura media di +1.8°C. Lo stesso inverno è il 3° più secco con un deficit percentuale medio di circa il 70% rispetto alla norma climatica 1991-2020”. Il problema investe pesantemente la risaia. Est Sesia ha diramato, con data 21 marzo 2022 un comunicato qui riportato.

EST SESIA TAGLIA L’ACQUA

La concomitanza di diversi eventi fanno presagire una difficilissima stagione irrigatoria.

  1. La mancanza di piogge significative da oltre 100 giorni (rilevato circa il 5% della media del periodo).
  2. L’eccezionalmente scarso accumulo nevoso lungo l’intero arco alpino dei bacini di Po, Dora Baltea, Sesia e Ticino (tra il 20 e il 50% dei valori medi, con valori inferiori ai minimi degli scorsi vent’anni).
  3. Il  livello del Lago Maggiore di pochi cm oltre lo zero idrometrico.
  4. Un livello della falda estremamente basso, anche rispetto ai valori del periodo.

Ad oggi il canale Cavour deriva circa il 20% della portata di competenza. Le derivazioni dalla Dora Baltea e dal Sesia sono o totalmente chiuse o attive con la sola portata necessaria per la sopravvivenza della fauna ittica. Il canale Regina Elena, importante arteria del comprensorio, è ancora asciutto in quanto la concessione prevede l’apertura dal 1° aprile. Qui le prospettive non sono ottimistiche, visto lo stato dei livelli e degli afflussi del Lago Maggiore.

RISORSE IDRICHE: STATO DI FATTO

Lo stato attuale delle disponibilità idriche, se perdurasse la situazione di estrema siccità, non consentirebbe di pianificare sul breve periodo l’avvio delle attività irrigatorie in nessuna zona del comprensorio. In questi giorni, le esigue risorse disponibili, sono oggetto di turnazione per eseguire bagnature d’emergenza per colture autunno-vernine che raramente hanno richiesto irrigazioni. I livelli di falda eccezionalmente bassi annunciano riduzioni estive della risorsa idrica superiori al 30% anche nel caso di piogge nei mesi di aprile – maggio.

Il personale tecnico dell’Est Sesia sta collaborando con le Associazioni di categoria di tutte le Province del comprensorio per definire una strategia che consenta di ottimizzare le scarse e, molto probabilmente, incostanti e insufficienti risorse idriche. Risorse che si renderanno disponibili nel prosieguo della stagione, anche in previsione dell’innalzamento delle temperature. Temperature che porteranno allo scioglimento degli esigui accumuli nevosi.

Abbiamo sentito in merito Mario Fossati, direttore di Est Sesia, il quale ha precisato che «Adesso le richiestd’acqua sono basse ma se ad aprile tutti volessero sommergere ci potrebbero essere difficoltà ad accontentare tutti gli agricoltori».

OVEST SESIA ANCORA NON TAGLIA

L’intenzione di Stefano Bodesan (presidente di Ovest Sesia)  è quella di convocare al più presto il consiglio di delegati (portavoce di tutto il territorio dell’ ovest sesia) per rappresentare le note criticità e valutare gli interventi possibili. Per Ovest Sesia attualmente restrizioni irrigue non sono previste. Nel caso in cui la penuria d’acqua dovesse perdurare le eventuali restrizioni saranno divise in modo equo e non si concentreranno su particolari zone. Sul tema abbiamo sentito anche il direttore Bussandr: «Questo è il primo anno di applicazione del deflusso ecologico – ricorda ­- e ciò comporta un cambiamento per il fatto che sono state abolite le deroghe sul deflusso irriguo. Adesso c’è un’organizzazione (regione/provincia) che concede le deroghe su richiesta motivata tuttavia l’organizzazione concretamente non è ancora stata attivata. Si auspica un accelerazione da parte della pubblica amministrazione sulla questione».

LA POSIZIONE DI COLDIRETTI

Anche Coldiretti ha sollevato il problema diramando il 22 marzo 2022 il seguente comunicato. 

“Il fiume Po è in secca con lo stesso livello idrometrico della scorsa estate ad inizio agosto per effetto della lunga assenza di precipitazioni con l’allarme siccità al nord proprio all’inizio della primavera quando le coltivazioni hanno bisogno di acqua per crescere. E’ quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti sul più grande fiume italiano in occasione della giornata mondiale dell’acqua (World Water Day) del 22 marzo istituita dalle Nazioni Unite nel 1992.

Si tratta – sottolinea la Coldiretti – della conferma dei cambiamenti climatici in atto che hanno cambiato soprattutto la distribuzione temporale e geografica delle precipitazioni come dimostra la forte ondata di maltempo in atto nel meridione con bufere di neve e pioggia mentre al nord continua a splendere il sole.

Al Ponte della Becca il livello idrometrico del fume Po è di -2,6 metri, praticamente lo stesso di agosto 2020, con una situazione di magra che si registra in tutti i principali fiumi del bacino come l’Enza che è vicino al minimo storico o il fiume Savio. La stato del piu’ grande fiume italiano – sottolinea la Coldiretti – è in realtà rappresentativa di una situazione di carenza idrica che riguarda anche il lago di Como che a Malgrate – precisa la Coldiretti – si trova sotto la media del periodo con un livello di riempimento del 12%.

RISCHIANO MAIS E SOIA

La sofferenza idrica al nord – continua la Coldiretti – mette a rischio le operazioni di semina delle principali coltivazioni come il mais e la soia necessarie per l’alimentazione degli animali in stalla. Ma anche le piantine di barbabietola sono già in campo. La mancanza di acqua a fine inverno preoccupa l’agricoltura poiché le riserve idriche – precisa la Coldiretti – sono necessarie per i prossimi mesi quando le colture ne avranno bisogno per crescere. Un fenomeno che si ripete nel tempo come conferma il fatto che in Italia mancano 5 miliardi di metri cubi di acqua rispetto a 50 anni fa. Lo rileva l’Associazione nazionale consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue (Anbi).

EVENTI ESTREMI

Si registra in particolare l’aumento degli eventi climatici estremi – continua la Coldiretti –con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense. Si osserva il rapido passaggio dal maltempo alla siccità. La mancanza di acqua rappresenta – rileva la Coldiretti – l’evento climatico avverso più rilevante. I danni stimati sono in media un miliardo di euro all’anno.

Nonostante i cambiamenti climatici l’Italia – sottolinea la Coldiretti – resta un Paese piovoso con circa 300 miliardi di metri cubi d’acqua che cadono annualmente dei quali purtroppo appena l’11% è trattenuto.

SOLUZIONI: INVASI CAPILLARI E PICCOLE OPERE

«Per risparmiare l’acqua, aumentare la capacità di irrigazione e incrementare la disponibilità di cibo per le famiglie abbiamo elaborato e proposto per tempo un progetto concreto immediatamente cantierabile» afferma il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini. «Si tratta di un intervento strutturale reso necessario dai cambiamenti climatici caratterizzati dall’alternarsi di precipitazioni violente a lunghi periodi di assenza di acqua, lungo tutto il territorio nazionale.

Il progetto – spiega la Coldiretti – prevede la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti, progettualità già avviata e da avviarsi con procedure autorizzative non complesse. Così facendo si instrada velocemente il progetto complessivo e si ottimizzano i risultati finali.

OBIETTIVI CONCRETI

L’idea è di “costruire” senza uso di cemento per ridurre l’impatto l’ambientale laghetti in equilibrio con i territori, che conservano l’acqua per distribuirla in modo razionale ai cittadini, all’industria e all’agricoltura. Si avrebbe una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione. Il piano della Coldiretti sulle risorse idriche per il Recovery Plan punta alla transizione verde. Obiettivo risparmiare il 30% di acqua per l’irrigazione, diminuire il rischio di alluvioni e frane, aumentare la sicurezza alimentare dell’Italia. Altri obiettivi importanti sono: garantire la disponibilità idrica in caso di incendi, migliorare il valore paesaggistico dei territori e garantire adeguati stoccaggi per le produzioni idroelettriche green in linea con gli obiettivi di riduzione delle emissioni dell’UE per il 2030.  Un progetto ideato ed ingegnerizzato e poi condiviso – conclude la Coldiretti – con Anbi, Terna, Enel, Eni e Cassa Depositi e Prestiti con il coinvolgimento anche di Università”. Autore: Elettra Bandi

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