Come anticipato nell’articolo relativo all’evoluzione delle superfici coltivate a riso, con questa relazione Corteva Agriscience vuole fornire ai risicoltori alcune informazioni in merito all’evoluzione dei gruppi varietali, ottenute dai dati raccolti ed analizzati da Innova-tech s.r.l.
LE VARIETA’ SEMINATE
Le varietà certificate in Italia per la campagna in corso sono 151. A queste ne vanno aggiunte alcune non certificate ma comunque coltivate. Durante le interviste i risicoltori hanno dichiarato di aver scelto 104 varietà, 29 delle quali rappresentano il 90% della superficie intervistata, 15 tolleranti ad erbicidi specifici e 14 convenzionali.
Approfondendo ulteriormente l’analisi sulle intenzioni di semina dichiarate dai risicoltori, si ottengono informazioni interessanti relativamente agli andamenti dei principali gruppi merceologici.
- Gruppo Lungo B: si nota un incremento che nel 2022 potrebbe raggiungere i 57.400 ha (+16,5% sul 2021). Tale incremento è riconducibile ai prezzi di mercato interessanti ed alla maggior attenzione verso varietà tolleranti a cicloxydim, ibridi e nuove varietà con potenzialità produttive elevate.
- Gruppo Tondo: incremento meno rilevante del gruppo precedente (+5.6%) pari a 61.700 ha per la campagna 2022. Scarsa disponibilità di sementi appartenenti a questo gruppo, difficoltà crescenti nel controllo di riso crodo anche su varietà tolleranti e problemi di qualità (macchia) potrebbero aver limitato l’aumento di superficie che ci si poteva attendere visti i prezzi di mercato ai massimi storici. Si stima che la varietà Selenio potrebbe tornare alle superfici del 2020 di 20240 ha (+13,5% del 2021).
- Gruppo Medio: il calo ipotizzato per questo gruppo è del -2.9%, e potrebbe ridurre la superficie coltivata a 6.389 ha. La varietà Vialone Nano che rappresenta più del 50% della superficie seminata con questo gruppo.
La varietà guida la contrazione con una superficie stimata per il 2022 di 2.615 ha (-16.1% sul 2021) nonostante i prezzi abbiano raggiunto i 1000€/t. Le probabili cause di questo calo sono imputabili alle scarse produzioni legate all’elevata pressione di Pyricularia oryzae rilevata durante l’annata ed alla presenza di Aphelenchoides besseyi nelle partite di seme reimpiegato. - Gruppo Ribe: si stima che la superficie 2022 potrebbe ridursi a 26.100 ha (-11.3% sul 2021). La volatilità del mercato di questo gruppo, la poca scelta di varietà tolleranti o a ciclo breve preferite per la lotta al crodo e le produzioni molto sensibili agli sbalzi termici, potrebbero aver indotto questa contrazione.
- Gruppo Altri Lunghi A: Ridotto panorama varietale, contratti di coltivazione poco interessanti e cicli vegetativi medio-lunghi potrebbero essere le cause principali del calo rilevato del -36.1% che porterebbe la superficie per il 2022 a 4.796 ha.
- Gruppo S.Andrea: il calo dichiarato dai risicoltori per il 2022 è del -53.4%, che porterebbe la superficie coltivata con questo gruppo a 1775 ha. La scarsa soddisfazione in termini produttivi e cicli medio-lunghi delle varietà sembra siano i principali responsabili di questa riduzione di superficie.
- Gruppo Baldo: i dati raccolti evidenziano un calo della superficie molto marcato (-45.6%) che porterebbe la superficie 2022 a 7.809 ha. Incertezze legate alle esportazioni verso la Turchia e l’interesse verso altre colture in zone particolarmente vocate (Ferrara) sembrano guidare questa tendenza.
- Gruppo Roma: la riduzione a 13.133 ha (-6.9% sul 2021) delle varietà appartenenti a questo gruppo potrebbe essere imputata a produzioni altalenanti e poco soddisfacenti, soprattutto a Pavia e Milano ed alla poca disponibilità di varietà convenzionali a ciclo breve per la lotta al crodo. Nonostante il calo, l’ettarato rimane a livelli elevati e potrebbe incidere negativamente sui prezzi della prossima campagna.
- Gruppo Arborio: il calo di superficie per la prossima campagna sembrerebbe attestarsi a -11%, portandola a 21.420 ha. Condizioni climatiche avverse (grandine), elevati attacchi di brusone e problemi di nematodi nella semina interrata a file potrebbero essere la causa del forte calo produttivo lamentato durante la raccolta. Il grado di soddisfazione dichiarato dai risicoltori per questo gruppo è stato il più basso, indice di poca soddisfazione a livello di PLV. La problematica del nematode potrebbe ripercuotersi sulla disponibilità di seme per la campagna a venire, causando un calo di superficie maggiore rispetto a quanto stimato. In ultimo va notato che storicamente quando la superficie coltivata con varietà appartenenti a questo gruppo supera la soglia fisiologica dei 17-18.000 ha, i prezzi possono risentirne fortemente.
- Gruppo Carnaroli: ultimo della lista ma non per importanza. Per questo gruppo si stima una crescita del +5.7% rispetto al 2021. Ciò porterebbe ad una superficie coltivata nel 2022 di 20.621 ha. Prezzi decisamente interessanti supportano la stima di crescita, nonostante la soddisfazione espressa da parte dei risicoltori non sia particolarmente elevata. Da non sottovalutare la presunta carenza di sementi certificate dovuta alla presenza di nematodi. Il conseguente reimpiego del seme potrebbe amplificare ed aggravare il fenomeno di infestazione nelle campagne a venire. Approfondendo l’analisi di questo gruppo si nota che la varietà storica Carnaroli evidenzia anche in questa campagna un calo del -8.8%, a favore di altre varietà similari.
GLI INCERTI
Gli ettari su cui al momento dell’intervista non era ancora stato deciso quale varietà impiegare per il 2022 rappresentano l’1.7% della superficie coperta dall’indagine. Si segnala che le stime di semina fanno riferimento alla situazione di mercato al momento dello svolgimento delle interviste. In aggiunta alle motivazioni riportate in precedenza, i prezzi poco soddisfacenti delle varietà presenti nei gruppi merceologici Lungo A (Altri), Ribe, Roma, S.Andrea e Baldo potrebbero aver indotto i risicoltori a perdere interesse per tali soluzioni di semina (IP). Autori: Corteva Team Riso, Innova-tech Team R&D