Il momento che stiamo vivendo è difficile e complicato sotto innumerevoli punti di vista, non c’è dubbio, ma per noi risicoltori una cosa sta andando per il verso giusto. Come si evince dai listini e da un recente articolo che abbiamo pubblicato (link), i prezzi di molte varietà sono cresciuti, in seguito all’aumento di domanda interna e alle difficoltà nell’importazione da parte delle riserie. Abbiamo riflettuto su cosa potesse portare questa piccola crescita di liquidità nelle aziende risicole e abbiamo ipotizzato una crescita negli acquisti di macchinari agricoli. Ipotesi resa credibile dalla coesistenza di due importanti agevolazioni finanziarie sull’acquisto di questi beni, scaturite dalla Legge di Bilancio 2020: la Sabatini e il nuovo credito d’imposta (allargato finalmente alle imprese agricole).
Intramontabile Sabatini
Molto utile e molto nota, la legge Sabatini è un contributo a copertura degli interessi sui finanziamenti bancari per gli investimenti realizzati per acquistare beni strumentali (quali macchinari, attrezzature, impianti e tecnologie informatiche). Questo è pari agli interessi calcolati sul piano di ammortamento a rate semestrali al tasso di 2,75% annuo per 5 anni. Le imprese che fanno domanda e rientrano nel contributo, possono richiedere che il finanziamento sia coperto dalla garanzia dello Stato, attraverso il Fondo di garanzia PMI fino all’80% del finanziamento totale. Questa legge rientra ormai da qualche anno nelle possibilità di agevolazione agli investimenti ma quest’anno sono state introdotte delle novità: l’abolizione della soglia massima di 2 milioni di euro per gli investimenti; la possibilità di erogare il contributo in un’unica soluzione qualora l’investimento non superi i 100mila euro; l’aumento del contributo per le imprese più piccole: 5% per le micro imprese e 3,575% per le imprese di media dimensione.
Il nuovo credito d’imposta
Il nuovo credito d’imposta 2020, invece, prevede una percentuale diversa in base alla tipologia di investimenti: il decurtamento delle imposizioni fiscali pari al 40% (per investimenti fino a 2,5 mln) o 20% (tra 2,5 mln a 10 mln) del costo, per gli investimenti relativi a Industria 4.0; 15% del costo, per gli investimenti in servizi e software digitali; 6% per gli investimenti in beni diversi dai precedenti. Per beni 4.0 si intendono quelli ricompresi nell’allegato A annesso alla legge 11 dicembre 2016 n. 232, per i software allegato B. L’incentivo è valido per l’acquisto di beni strumentali effettuati tra il 1° gennaio 2020 ed il 31 dicembre 2020, ovvero entro il 30 giugno 2021 a condizione che entro la data del 31 dicembre 2020 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione.
Sindacati divisi nella valutazione
Secondo Coldiretti e Cia malgrado questi strumenti e la maggiore liquidità la situazione resta però stazionaria. In particolare Cristiano Magenta Biasina, Vice presidente Cia Pavia, spiega: «La volatilità dei mercati di questi ultimi anni e la particolare situazione che stiamo vivendo, hanno generato un generale stato di incertezza che portano le aziende ad essere più oculate negli investimenti, si tende più a stabilizzare la propria esposizione bancaria che a fare investimenti, questo non vuole dire che il mondo agricolo non vuole stare al passo coi tempi, ma sicuramente è più attento». Temi ribaditi da un funzionario Coldiretti di Vercelli, il quale aggiunge: «Tra i nostri associati sembra esserci cautela su questo fronte. Le poche pratiche che stiamo svolgendo riguardano mezzi usati o passaggi di proprietà, mentre le nuove immatricolazioni sono pressoché inesistenti, considerando anche la chiusura delle motorizzazioni negli ultimi due mesi». Diversa la situazione per gli associati di Confagricoltura Novara, come ci racconta il Direttore, Roberto Sonzini: «Dall’inizio dell’anno ad oggi abbiamo compilato circa una quindicina di domande riguardanti la legge Sabatini, a corredo di investimenti dei nostri associati che vanno dai 20.000 ai 500.000 €. Nel prossimo futuro sono certo che questo numero crescerà ancora, in quanto le aziende sembrano avere intenzione di investire per l’ammodernamento dei loro mezzi produttivi. Noi stiamo proponendo a tutti i nostri associati, anche per gli investimenti meno onerosi, questa occasione di finanziamento, insieme al credito d’imposta, per il quale finalmente sono stati considerati anche gli imprenditori agricoli. Quest’ultima è una possibilità molto interessante, basti pensare che un credito del 40% su un investimento di 50.000 € (abbastanza comune in risicoltura) è pari a 20.000 €, spalmabili su 5 anni, che significano uno “sconto” di 4.000 € l’anno sui tributi dovuti o sui contributi previdenziali, che possono essere relativi a dipendenti, coadiuvanti o titolari stessi. Anche nel caso di aziende gestite in società abbiamo recentemente verificato come sia possibile dividere, sulla base della quota partecipativa, il credito a tutti i soci coinvolti. Va ricordato, però, come vi siano due principali eccezioni che non rientrano nel credito d’imposta: i mezzi di trasporto di persone, quali le automobili, e i beni con coefficienti di ammortamento inferiori al 6,5%, ad esempio le costruzioni edilizie (leggere e non). In ogni caso, credo che queste agevolazioni siano molto interessanti per gli agricoltori, la Sabatini è ormai da qualche anno che la conosciamo e permette di fare investimenti chiedendo prestiti bancari a interessi vicini allo 0 in molti casi, mentre il credito d’imposta è una novità per il nostro settore ma, al contrario delle altre viste negli ultimi anni, sembra essere facile da ottenere, diversamente dai finanziamenti tramite click day o alti artifici che hanno disincentivato la fruizione. La cosa molto interessante di questo credito è la spendibilità su qualsiasi tipo di contributo, cosa che lo rende adattabile a tutte le strutture aziendali. Ritengo che siano occasioni importanti che non bisogna lasciarsi scappare». Autore: Ezio Bosso