Sarà il nuovo Parlamento Europeo, quello che uscirà dalle elezioni di maggio, a decidere sul futuro della Pac, la Politica agricola comuntaria: martedì la Commissione Agricoltura (Comagri) del Parlamento Europeo si è riunita a Bruxelles per votare gli emendamenti di compromesso alla relazione del parlamentare Herranz Garcia sulla proposta di regolamento UE che disciplina i Piani Strategici della Pac per il periodo 2021-2027. La votazione ha fatto seguito a quella di lunedì 1 aprile durante la quale la Commissione ha approvato la proposta di modifica del reg 1308/2013, relativa all’Organizzazione comune di mercato (Ocm).
Votazioni senza sorprese
La votazione di martedì non ha riservato sorprese. Sono stati approvati tutti gli emendamenti di compromesso presentati, inclusa la proposta alternativa della Commissione Ambiente relativa al processo di convergenza nazionale dei diritti di pagamento disaccoppiato. La relazione dovrà ora passare alla sessione plenaria del Parlamento europeo per essere approvata dall’aula. Non vi saranno, molto probabilmente, i tempi per l’approvazione e quindi il dossier sarà analizzato dal nuovo Parlamento europeo. Nonostante sia passata con il 60% dei voti, la relazione ha suscitato anche parecchie perplessità: il primo vicepresidente della Comagri, Paolo De Castro ha infatti deciso di votare contro: «Nonostante i significativi miglioramenti approvati dalla Commissione agricoltura del Parlamento europeo, la posizione votata sulla proposta di Regolamento sui piani strategici per la riforma della Pac, non è ancora sufficientemente ambiziosa e in grado di tutelare i nostri agricoltori e cittadini come avremmo voluto». E aggiunge: «Alla futura politica agricola mancano infatti elementi importanti, come l’eliminazione del rischio di ri-nazionalizzazione della Pac (e quindi di restituire a ciascuna nazione il potere decisionale in merito, ndr), il pieno riconoscimento del ruolo centrale delle regioni nella predisposizione dei Piani di Sviluppo Rurale e la gradualità nel processo di convergenza del valore degli aiuti ai produttori, sia a livello nazionale che comunitario».
Il parere di Confagricoltura
Sul tema intervengono Confagricoltura, che per ora sottolinea solo i tempi di approvazione probabilmente demandati al nuovo parlamento, e Cia-Agricoltori Italiani: « Sebbene soddisfatta per gli esiti del voto della Commissione Agricoltura del parlamento Ue sulla riforma della Pac, con il via libera ai Regolamenti sull’Ocm unica e sui Piani strategici, sarebbe stato necessario arrivare alla discussione in Plenaria per lasciare una solida eredità al prossimo Parlamento e ridurre il più possibile i tempi della riforma», scrive l’associazione di Giansanti in una nota. E aggiunge: «L’attuale Pac, infatti, è sempre meno adeguata a rispondere alle sfide del presente sia sul piano della competitività del settore, sia rispetto alle problematiche agro-climatico-ambientali. La discussione sulla riforma, ferma in Comagri, comporta il fatto che il settore primario dovrà continuare a fare riferimento a un politica disegnata ormai 10 anni fa, criticata tra l’altro da chi oggi rallenta il cambiamento».
Il parere della Cia
Cia-Agricoltori Italiani ritiene che l’impianto della nuova Pac, così come proposto dalla Commissione, sia una buona base legislativa, anche se sono necessari alcuni miglioramenti. Le proposte di emendamenti votate dalla Comagri in parte correggono certi aspetti, a partire dalla possibilità di garantire una politica davvero europea, lasciando comunque flessibilità agli Stati membri. Altri emendamenti, invece, andranno sicuramente rivisti e migliorati nelle successive fasi di negoziato, in particolare per evitare eccessive restrizioni per gli agricoltori e garantire risorse adeguate non solo per i pagamenti base, ma anche per le politiche di mercato. L’auspicio, quindi, è che la prossima legislatura tenga conto del lavoro fatto finora e si adoperi per approvare al più presto una riforma coerente alle esigenze degli agricoltori. «Resta valida la necessità di disegnare una nuova Pac per gli agricoltori – sottolinea il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino – con una visione strategica che sappia unire produttività, competitività e sussidiarietà dell’agricoltura, soprattutto tramite l’innovazione, il legame con i territori, l’approccio di filiera. Ci auguriamo che tutti questi aspetti non siano mortificati dalla prospettata riduzione del budget per il periodo 2021-2027. A questo proposito, è positivo che nell’incontro tra il premier Giuseppe Conte e il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker, le risorse per l’agricoltura siano stati tema di dibattito. Ribadendo la contrarietà dell’Italia al taglio dei fondi per la Pac, il presidente del Consiglio ha riconosciuto il ruolo strategico del settore per lo sviluppo del nostro Paese». Autore: Manuela Indraccolo