L’INTERVENTO DI CLAUDIO GANDOLFI
L’intervento più atteso, quello di Claudio Gandolfi, non ha deluso. Il docente del Università Statale di Milano conferma che le crisi idriche succedutesi negli ultimi anni hanno evidenziato la necessità di agire anche sui metodi irrigui per migliorarne l’efficienza, contribuendo, insieme ad altri interventi, a fronteggiarle Attraverso una combinazione di buone pratiche, sostenute da tecnologie avanzate, è infatti possibile ottenere notevoli miglioramenti della precisione con cui gli apporti irrigui sono applicati su campo con i metodi tradizionali, riducendo significativamente i volumi irrigui utilizzati. Il Politecnico di Torino, con Andrea Lingua e Francesca Matrone, ha portato un contributo importante sull’utilizzo della intelligenza artificiale applicata alla geomatica, in modo da ottenere ricostruzioni fedelissime dei territori.
TOPOGRAFIA AEREA CON I DRONI
L’Aios si è presentata invece con le novità illustrate da Livio Bourbon su topografia aerea e batimetria che vengono praticate con i droni. Nel contesto della gestione idrica su un ampio comprensorio, ha spiegato, Aios ha introdotto metodologie e tecnologie all’avanguardia di misurazione.
«Grazie ai sistemi sofisticati di raccolta e analisi dati con drone – ha spiegato -, siamo in grado di esaminare gli effetti delle alluvioni con precisione centimetrica mediante il sorvolo di droni. Questo ci consente sia di quantificare con precisione i danni subiti e valutare l’efficacia delle misure di mitigazione adottate, fornendo una base solida per la progettazione di interventi futuri, sia di elaborare una ricostruzione di DSM e DTM 3D con cui aggiornare costantemente i SIT. Grazie alle termocamere in dotazione ai nostri droni possiamo misurare la temperatura dell’acqua con scarto di mezzo grado Celsius così da individuare con facilità sorgenti sommerse e risorgive. Operazione indispensabile per la tutela dei fontanili e dei loro occhi di fontana».
«Ci avvaliamo di tecnologie e analisi avanzate sotto la superficie libera dell’acqua (sonar, ecoscandaglio, correntometro) per identificare con precisione depositi e sedimi, stato di ammaloramento spondale e batimetrie di alvei e bacini, con relativo calcolo di portate e volumi delle acque. Questo livello di dettaglio ci permette di comprendere meglio le dinamiche idrauliche e sedimentologiche del nostro territorio, facilitando la progettazione di soluzioni mirate e la pianificazione di interventi di manutenzione».
TELECONTROLLO SU MISURA
Gianluca Forlani direttore del Polo Tecnologico – Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara ha sviluppato il proprio intervento sulla nascita, sviluppo e prospettive di un sistema di telecontrollo “su misura”. con la necessità di unificare i sistemi di telecontrollo in un’unica piattaforma di supervisione.
Andrea Renna, direttore generale Consorzio di Bonifica Litorale Nord ha sottolineato l’importanza della lotta al cuneo salino. In collaborazione con l’Università di Padova il Consorzio di Bonifica Litorale Nord sta procedendo a uno studio di dettaglio propedeutico all’analisi di impatto della risalita del cuneo salino sulle colture del litorale romano. Al vaglio alcune potenziali soluzioni come, ad esempio, le barriere lungo il corso dei fiumi che, oltre a costituire un elemento di mitigazione e/o impedimento alla risalita del cuneo salino consente anche il regolare deflusso delle acque e l’equilibrio dell’ecosistema.
L’ABBANDONO DEI RIFIUTI SCONFITTO DAI DRONI?
Mauro Costa, responsabile dei Servizi Tecnici del Consorzio Riva Sinistra Stura e del Consorzio di II Grado delle Valli di Lanzo, ha affrontato un tema caro ai consorzi: la quotidiana lotta contro l’abbandono dei rifiuti. Il Consorzio per contrastare questa triste dinamica ha implementato i propri impianti di sgrigliatura sui canali e avviato una collaborazione con i Comuni e l’Azienda Locale di raccolta e smaltimento rifiuti; collaborazione fondamentale per la gestione del materiale recuperato attraverso i predetti impianti. Per i canali che non possono beneficiare degli impianti sgrigliatori, in quanto non compatibili con gli standard urbanistici e ambientali, è stata individuata una soluzione alternativa per il contenimento del materiale fluttuante, consistente nell’installazione di barriere galleggianti.