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DOMANDA IN RIPRESA

da | 21 Feb 2023 | NEWS

industria

L’interesse della domanda pare in leggera crescita in questo nuovo inizio di settimana sui mercati. I listini emessi sono invariati ma scompaiono quasi del tutto le voci nominali a fianco delle quotazioni, sintomo della presenza di scambi.

VERCELLI ANCORA DISALLINEATA

Come la scorsa settimana, il listino di Vercelli presenta alcune lievi differenze rispetto a Milano e Novara. La valutazione di Arborio resta invariata nella seduta di lunedì e scende di soli 1,50 €/q nel capoluogo lombardo, dunque in entrambe le sedi si attesta tra 108 e 110 €/q lordi. Nella borsa di Piazza Zumaglini, al contrario, il listino propone 100 €/q lordi come valutazione. Altra differenza alla voce Sole, che a Milano e Novara pareggia il valore espresso a Mortara venerdì (leggi l’analisi), 60 €/q lordi. A Vercelli invece si continua a proporre tale cifra come netta ma con la dicitura nominale, come per Centauro. Ciò significa che le compravendite di queste varietà sono state minime e questo potrebbe anche giustificare il mancato allineamento di Sole.

DOMANDA IN CRESCITA

Appare chiaro che le variazioni spostano poco le valutazioni e in nessun caso rappresentano una novità. I prezzi sono stabili ma inizia a percepirsi la possibilità di nuovi apprezzamenti. In questo frangente sembrano di nuovo in procinto di cambiare gli equilibri. La domanda, seppur in modo controllato, pare tornare ad interessarsi all’acquisto. La richiesta non riguarda tutti i risoni sul mercato. I più cercati in questo momento, secondo quanto riferiscono gli operatori, sono Omega, Terra, CL388, Cammeo e i lunghi B. L’offerta rimane poco propensa alla vendita. I timori per il prossimo raccolto sono molti e si intensificano di giorno in giorno nella speranza che arrivino precipitazioni. Queste, in ogni caso, difficilmente saranno capaci di risolvere una situazione già quasi compromessa.

COLDIRETTI PREOCCUPATA PER LA SICCITÀ

Le preoccupazioni vengono sottolineate anche in un recente comunicato di Coldiretti. Qui viene affermato che “Il crollo di oltre il 30% della produzione del riso in Italia nell’ultimo anno, a causa del meteo pazzo, sta spingendo gli agricoltori ad abbandonare le risaie con effetti preoccupanti sull’ecosistema, l’economia e l’occupazione.”

Il sindacato, a sostegno di questa tesi, ripropone i dati scaturiti dal sondaggio semine di Ente Risi, secondo il quale, a causa della siccità, verranno coltivati quest’anno in Italia quasi 8.000 ettari di riso in meno. Il totale sarà di appena 211.000 ettari, ai minimi da trenta anni. Questi numeri, uniti all’incertezza per le produzioni della prossima estate, rappresentano un altro fattore capace di spingere i listini ad un apprezzamento nel prossimo futuro. Questo potrebbe accadere soprattutto in estate, quando si affronterà la reale incidenza della carenza idrica nella prossima campagna. Autore: Ezio Bosso.

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