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DOBBIAMO PROVARCI !

da | 14 Ago 2022 | NEWS

Carrà Nuova Pac

Antica sapienza, capacità di osservazione, confronto con chi ha più esperienza, saper trovare le soluzioni agronomiche in grado di superare le molteplici avversità che annualmente si presentano in campo. Resilienza, voglia di innovare e sperimentare, conoscenze tecniche. Questopenso possa essere il sunto di cosa significhi fare l’agricoltore, un mestiere unico dove un’annata agraria non è mai uguale alle altre.

PANDEMIA, GUERRA E SICCITA’

Dopo anni in cui l’agricoltura era stata dimenticata e dai media disegnata e raccontata come il luogo del vivere e mangiare bene, con la crisi pandemica del 2020 improvvisamente il settore primario ritorna ad essere attenzionato come non mai. Gli agricoltori malgrado tutto fosse bloccato, rifornivano quotidianamente le tavole dei consumatori. Il mercato globale, che aveva spinto la delocalizzazione delle produzioni anche di beni di prima necessità, improvvisamente è in crisi. Pian piano le cose migliorano, si passa ad un regime di “semilibertà”, la voglia di rivivere è tanta ma improvvisamente inizia una nuova stagione critica.

L’inizio delle ostilità tra Russia ed Ucraina coincide con l’aumento dei costi dei fattori produttivi, l’incertezza dell’approvvigionamento delle merci, l’aumento dei prezzi di molti beni di prima necessità con la conseguente spinta inflazionistica in alto, l’aumento del costo energetico. E a questa situazione, impensabile ed incredibile, per la filiera risicola si aggiunge quella della crisi idrica. Una crisi mai verificatesi a ricordo dei più anziani e che sicuramente comporterà una diminuzione della produzione di riso sia in termini quantitativi che qualitativi.

TEMPESTA PERFETTA PER MIRARE A UN FUTURO DIVERSO?

Siamo nel bel mezzo di una tempesta perfetta, ma a vedere il bicchiere mezzo pieno, tutto quanto è accaduto e sta accadendo ci ha reso consapevoli delle numerose fragilità del sistema, di come l’assenza di strategie e programmazione nel passato ci obblighino ora a ripensare al futuro.

Certamente in un Paese come l’Italia dove la storia insegna che si vive di emergenza e non di progettazione a medio e lungo termine, parlare di costruire un futuro diverso può sembrare un’utopia. Abbiamo però il dovere di farlo e di provarci e non usare la solita foglia di fico che ritiene che le responsabilità siano di altri.

Probabilmente la siccità che stiamo vivendo è da considerarsi evento eccezionale, ma non possiamo escludere che nel futuro crisi idriche più o meno accentuate si verificheranno.

I LAGHETTI DI CAVA NON  BASTANO

Il confronto su questo tema nelle riunioni che Ente Risi ha organizzato unitamente con le Regioni Piemonte e Lombardia alla presenza delle associazioni di categoria ed irrigue, è stato molto interessante. Proprio dalle organizzazioni irrigue sono stati individuati dei punti critici che vanno superati. Lavoriamo tutti insieme allora alle soluzioni per superarle. Se lo facciamo insieme sarà più facile. Serve molto di più che lo sfruttamento dei laghetti di cava, solitamente al di fuori della rete irrigua di immissione ed emissione dell’acqua, per impedire il ripetersi di quanto stiamo vivendo. Autore: Paolo Carrà, presidente Ente Nazionale Risi 

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