Si prospettano delle restrizioni per l’uso degli agrofarmaci vicino alle case. L0 ha detto il dirigente della Regione Lombardia Beniamino Cavagna intervenendo al primo meeting del progetto di Ente Risi “Innovaweedrice – Tecniche innovative per il controllo delle infestanti in risaia”, progetto finanziato da Regione Lombardia nell’ambito del Psr.
Cavagna, del Servizio Fitosanitario della Regione Lombardia, ha presentato le linee guida per l’applicazione in Lombardia del Piano di Azione Nazionale (Pan) per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, ossia il Piano di Azione Regionale (Par) in vigore (aggiornato nel 2019), dicendo: «Gli obbiettivi sono tutelare la salute di operatori e consumatori, ridurre l’impatto dei prodotti fitosanitari, tutelare la biodiversità e promuovere mezzi alternativi all’utilizzo dei prodotti fitosanitari. Il Par lombardo è un documento dinamico, già alla seconda edizione, che viene redatto attraverso una consultazione continua con i portatori di interesse. A livello pratico abbiamo puntato a riformulare i meccanismi di rilascio del patentino per l’utilizzo dei prodotti fitosanitari, a incrementare il numero dei centri di revisioni degli strumenti utili all’irrorazione, a favorire specifiche azioni di protezione per le aree ad elevata valenza ambientale, a incrementare la diffusione dei bollettini previsionali (ad esempi quello emesso per il Brusone, ndr), a migliorare l’utilizzo del registro trattamenti (rendendo obbligatoria l’informatizzazione per le aziende con Sau > di 150ha) , ad aumentare gli strumenti per la gestione dell’inquinamento puntiforme e a migliorare la gestione degli usi extra agricoli. Abbiamo analizzato i dati di monitoraggio di Arpa, per valutare l’impatto nel tempo della presenza di residui di prodotti fitosanitari nelle acque superficiali lombarde. Il risultato dell’elaborazione si compone di 180 sostanze verificate, 8 anni di monitoraggio, 3 livelli di aggregazione e 4300 mappe Gis, racchiusi in un programma di elaborazione dati capace di fornirci output su tutti i punti analizzati (ogni singolo bacino d’acqua registrato), uno strumento molto utile per la valutazione dell’impatto dei differenti prodotti su scale diverse. In conclusione voglio ricordare, in quanto membro del Cts creato per la stesura del prossimo Pan, che questo documento è frutto della sintesi di mondi totalmente differenti, quello agricolo, quello ambientalista e quello della salute, che devono riuscire ad integrarsi l’un l’altro. Probabilmente nel prossimo futuro verranno introdotte restrizioni per l’utilizzo di agrofarmaci in prossimità delle aree frequentate dalla popolazione, ad esempio distanze da tenere rispetto ad abitazioni o aree spesso affollate durante l’utilizzo di questi prodotti».
L’importanza delle aree protette
Allo stesso convegno è intervenuto anche Paolo Losio, Responsabile del Settore Parchi e Riserve Naturali della Provincia di Pavia, il quale ha sottolineato l’importanza della tutela delle aree protette e delle loro connessioni con la risicoltura. «Le aree protette – ha spiegato – vengono istituite da enti nazionali e regionali e su di esse si inserisce la Rete Natura 2000. Questo è un sistema di aree protette, in cui siano presenti specie e habitat da preservare (in quanto elementi costitutivi della biodiversità europea), creato dall’Unione Europea nell’ultimo decennio del secolo scorso. Tra questi habitat vi sono anche quelli di natura antropica, tra cui le risaie. La Rete Natura 2000 fornisce diversi programmi di finanziamento, tra cui il Psr stesso. In Lomellina, ad esempio, abbiamo un sistema molto complesso di aree protette, di habitat e specie, definite Zone di Protezione Speciale (ZPS), che comprende 9 zone speciali di conservazione (tra cui le vecchie garzaie), 5 aree di interesse comunitario e 149 specie di uccelli di interesse conservazionistico europeo. Questi elementi sono profondamente integrati al sistema risicolo e con esso vanno tutelati. Una delle pratiche consigliate è la sommersione invernale, per preservare le popolazioni animali, favorendone il loro sviluppo, ma si lavora anche alla riqualificazione delle zone umide e di altri sistemi idrici, utili anche alla produzione risicola. Un tema economico emerso è la quantificazione del reddito mondiale derivato dalla preservazione degli ecosistemi, che è risultato essere la prima voce del Pil mondiale, in relazione alla potenzialità economica dei mezzi che si utilizzano in ogni processo produttivo, ad esempio l’acqua nel caso del riso». Autore Ezio Bosso