A conclusione della scadenza naturale de suo mandato il presidente della Camera di Commerric di Pavia, il risicoltore Giacomo de Ghislanzoni Cardoli (foto piccola), ha presentato il bilancio di cinque anni in un volume di oltre 100 pagine. Nel quinquennio – vi si legge – sono stati erogati 20 milioni di euro a beneficio delle imprese pavesi a dimostrazione de ruolo centrale che le Camere (e in particolare quella di Pavia) hanno per il sostegno dei propri territori di riferimento, in anni di stagnazione e di difficoltà del sistema produttivo italiano. “Dei 100 euro che incassiamo dalle imprese in virtù del diritto camerale – ha spiegato Giacomo de Ghislanzoni Cardoli – ne restituiamo 67 alle imprese per il sostegno alla innovazione tecnologica, alla internazionalizzazione e ai progetti di promozione del territorio. Non è vero quindi, come sostiene il governo Renzi, che le Camere si mantengono grazie al diritto camerale che per legge riscuotono”. Sul futuro delle Camere di Commercio il presidente si è detto molto preoccupato, alla luce della decisione del governo di ridurre progressivamente fino al 50% il diritto camerale da qui al 2017. Unioncamere sta invece lavorando su un piano di accorpamento delle sedi camerali: per quanto riguarda la Lombardia una ipotesi allo studio è che Pavia venga accorpata a Lodi, Mantova e Cremona. “Sarà il mio successore a dover affrontare il delicato compito – ha annunciato il presidente Giacomo de Ghislanzoni Cardoli – e a rivendicare il ruolo di Pavia che per numero di imprese iscritte deve essere il capofila di questa aggregazione. Una cosa però la rivendico con forza: l’onestà intellettuale che ho sempre messo negli atti ed azioni che ho compiuto come Presidente e aver dato quanto nelle mie capacità per rendere questa Camera sempre più autorevole, sempre più presente sul territorio, sempre più punto di riferimento esercitando anche una funzione sostitutiva di altre realtà pubbliche a volte assenti”. A termine della presentazione, abbiamo rivolto al presidente De Ghislanzoni alcune domande propriamente “risicole”.
Presidente, come è cambiata la risicoltura pavese, vista dalla Cciaa?
Come altri settori produttivi anche la risicoltura, in questi anni di crisi, è stata soggetta a sensibili cambiamenti. Questo ha riguardato sia le varietà colturali coltivate che il ruolo di volano della promozione economica di un territorio che ha nell’acqua e nel riso le sue fonti di ricchezza primaria. Certamente le proposte di modifica della PAC che prevedono una drastica riduzione degli aiuti, ci fanno preoccupare non poco in termini di futuro. I costi di produzione sono enormemente lievitati negli ultimi anni per rispondere sempre più alla richiesta di sicurezza alimentare dei consumatori, peraltro dagli stessi agricoltori sempre più ricercata e praticata. Questo sta imponendo scelte colturali difficili e costose, che non vengono supportate da quanto la Comunità Europea in questo momento intende proporci.
Pensa che le importazioni cambogiane saranno fermate?
Ritengo sia molto difficile poter addivenire al cambiamento di una decisione comunitaria, peraltro in linea con il processo di liberalizzazione legato ad un mercato sempre più aperto e globale. E’ pertanto estremamente importante riuscire a far sì che produzione e trasformazione uniscano le loro forze e le loro strategie per bloccare queste importazioni che vanno a danno soprattutto del prodotto italiano di varietà indica esportato in tutto il mondo. A questo proposito uno dei miei impegni quale Presidente della Camera di Commercio di Pavia è stato la promozione e la costituzione del distretto di filiera per valorizzare il riso lombardo, nella ricerca di un marchio di qualità che promuova la produzione lombarda, come già praticato da altre realtà in altre regioni italiane.
Uno dei progetti più importanti s cui vi siete misurati è l’Expo: crede che possa aiutare concretamente il riso italiano?
Sicuramente gioverà al processo di valorizzazione del riso italiano il protocollo d’intenti sottoscritto dalle province risicole con le rispettive Camere di Commercio ed Amministrazioni Provinciali con il sostegno dell’Ente Nazionale Risi, finalizzato ad avere un importante spazio dedicato all’interno del Padiglione Italia. In quella sede avremo l’opportunità di mettere in mostra e far conoscere, all’interno di un contesto di eccellenze agroalimentari, l’alta qualità e quindi l’eccellenza del nostro riso. (30.07.14)