Esplode nuovamente il caso del triciclazolo nel riso lavorato da Curti. I fatti li abbiamo già raccontati e non sono diversi. Sappiamo che le partite in questione sono di Vialone Nano e ciò conferma che difficilmente si tratta di prodotto di importazione. Ciò conferma anche che ci sono imprese che usano ancora il triciclazolo, dopo che è stato vietato (ora l’Europa vorrebbe portare il limite di legge -LMR- da 0,01 a 0,09). Ciò detto, perché Curti ora minaccia azioni legali contro «articoli inesatti»? Perchè, come abbiamo verificato, esiste una stampa online e cartacea che sull’argomento non studia, non verifica e spara titoloni che danneggiano tutto il prodotto riso. Curti quindi fa bene a tutelarsi rispetto a chi mesta nel torbido e può danneggiare tutta la filiera, oltre che questo storico marchio dell’industria risiera. Ma c’è dell’altro. (Avviso) La “linea dura” di Euricom (che controlla Curti e non solo Curti) dimostra che l’industria ha drizzato le antenne su tutte le contaminazioni possibili. Anche quelle di cadmio. Di questa sostanza – che non rientra nel caso in esame – si sospetta che può essere più facilmente assimilata dalla pianta di riso nei periodi siccitosi. I buyer delle riserie stanno già contestando diverse partite di risone e per questo si sono intensificate le analisi sul raccolto 2022. In queste ore, tra l’altro, tecnici dell’Ente Risi stanno raccogliendo campioni dei terreni della Lomellina e alcuni risicoltori sono allarmati: in realtà è un monitoraggio che avviene da anni, ci informano negli uffici dell’Ente. Scarica il comunicato stampa-richiamo vialone nano
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